Il consiglio di amministrazione di Amundi, a approvato il bilancio dell’ultimo trimestre e dell’intero 2022, che si è chiuso con un utile netto pari a 1,2 miliardi di euro.
“Amundi ha realizzato forti performance nel 2022. Il nostro utile netto si è attestato a 1,2 miliardi di euro e la raccolta netta ha chiuso l’anno in un territorio decisamente positivo, a differenza del mercato del risparmio gestito europeo. Questi risultati sono stati raggiunti grazie alla qualità dei nostri team di investimento, all’adeguamento della nostra offerta di prodotti, ma anche grazie alla nostra capacità di ridurre i nostri costi in un contesto di mercato sfavorevole”, ha dichiarato la Ceo Valérie Baudson.
Il board ha affermato anche che la società ha registrato afflussi positivi per 7 miliardi di euro, in particolare sui segmenti e sulle aree di expertise a più alto margine. In particolare, nel quarto trimestre gli afflussi netti sono stati pari a 15 miliardi di euro. Queste performance sono state raggiunte in un momento di grande difficoltà per il mercato europeo dell’asset management, che ha registrato grandi deflussi sia nel comparto azionario che in quello obbligazionario. Nello specifico i mercati azionari sono scesi del 13% durante l’anno e i mercati a reddito fisso hanno perso il 17%. Di conseguenza, il mercato dei fondi aperti in Europa ha registrato deflussi significativi nel 2022, riflettendo l’aumento dell’avversione al rischio da parte degli investitori: – 57 miliardi di euro, compresi – 130 miliardi di euro sugli attivi MLT e + 73 miliardi di euro sui prodotti di liquidità.
Ciò nonostante, nel 2022 Amundi ha continuato a rafforzare la sua leadership nel risparmio gestito, portando buoni risultati. In particolare sul fronte ESG. Le soluzioni di investimento responsabile, infatti, hanno registrato afflussi per 9 miliardi di euro, con un patrimonio gestito pari a 800 miliardi di euro. La gestione attiva ha visto il lancio di fondi “Ambition Net Zero”, che contribuiscono alla transizione verso un’economia a zero emissioni nette, in quattro classi di attivo, in linea con l’obiettivo del piano ESG Ambition 2025 di lanciare una gamma “Ambition Net Zero” che copra tutte le principali strategie. Nella gestione passiva, la quota di ETF che riproduce indici ESG è passata dal 22% dell’intera gamma a fine 2021 al 27% a fine 2022, in linea con l’obiettivo di raggiungere il 40% nel 2025.
Anche l’acquisizione di Lyxor, completata nel 2021, è in linea con l’obiettivo di Amundi di eseguire operazioni di M&A apportatrici di valore. La piattaforma integrata è ora operativa e le prime sinergie sono state realizzate in anticipo rispetto a quanto previsto: sono state realizzate un terzo delle sinergie nei costi – circa 20 milioni di euro per l’anno – e circa un quarto delle sinergie nei ricavi. Questa acquisizione fa di Amundi un leader europeo nel settore degli ETF e ne rafforza l’offerta di gestione attiva, in particolare per quanto riguarda i liquid alternatives.
Infine, sul piano tecnologico, Amundi ha confermato il suo posizionamento come fornitore leader di tecnologia e servizi lungo tutta la catena del valore del risparmio e degli investimenti, suolo che si basa sulla crescita di Amundi Technology.
“Nel 2022 Amundi ha proseguito il suo sviluppo, concentrandosi sui motori di crescita del suo piano Ambitions 2025, in particolare le attività reali, la gestione passiva, la tecnologia, i servizi e l’Asia. Infine, l’integrazione di Lyxor è stata completata con successo in meno di nove mesi. Ciò fa di Amundi un leader europeo negli ETF, con una piattaforma pienamente operativa e sta già producendo sinergie in termini di costi e ricavi. La nostra agilità, i motori di crescita, la diversificazione, l’elevato livello di redditività e la solidità finanziaria ci consentono di essere fiduciosi nella capacità di Amundi di creare valore”, ha concluso Valérie Baudson.