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Opinione di Randeep Somel di M&G Investments

Urne 2024: le implicazioni sull’accordo di Parigi

Considerando che la più grande economia del mondo e il Paese più popoloso del mondo andranno alle urne nel 2024, quali sono le implicazioni per l’accordo di Parigi sul clima?

La seconda metà del 2023 è stata un periodo difficile per le aziende delle energie rinnovabili. Sono aumentate le preoccupazioni per le ripercussioni che l’inflazione avrebbe potuto avere sugli aspetti economici di progetti a lungo termine e per il peso che le elezioni del 2024 potrebbero avere sulle politiche pubbliche di tutto il mondo che offrono sostegno al settore.

Nel primo trimestre del 2024, l’inflazione è tornata sotto controllo e le aziende delle rinnovabili hanno iniziato a gestire meglio i contratti sotto il profilo del rischio inflazione. In tutto il mondo finora i governi continuano a sostenere gli investimenti verdi perché hanno fissato obiettivi per la decarbonizzazione a livello nazionale.

Nelle strategie Sustain Paris Aligned abbiamo colto l’occasione per aggiungere ai portafogli le prime aziende di energie rinnovabili, poiché riteniamo che le valutazioni siano scese a livelli convincenti. Le novità includono imprese esposte all’eolico offshore e alla filiera dell’energia solare. Abbiamo individuato le aziende meglio posizionate per gestire i rischi inflattivi, che detengono proprietà intellettuale e che dispongono di una base differenziata di asset per la crescita.

Nel 2024 il mercato è rimasto cauto sulle energie rinnovabili ma riteniamo che le valutazioni offrano ora un buon margine di sicurezza, in cui la crescita a lungo termine è poco prezzata.

L’opinione comune riguardo al settore potrebbe rimanere volatile nel 2024, quando le principali economie andranno alle urne, ma le valutazioni sono favorevoli e, sebbene la velocità della transizione possa essere influenzata dalle elezioni di quest’anno, la tendenza a lungo termine resta invariata.

Dal 2014, quando è diventato Primo Ministro dell’India, Narendra Modi ha introdotto ambiziose riforme a favore del mercato, tra cui la liberalizzazione delle norme sugli investimenti diretti esteri e una maggiore flessibilità del lavoro. Nel corso di dieci anni l’India, oggi il più grande Paese al mondo per popolazione, è cresciuta dal decimo posto fino a diventare la quinta economia mondiale. Date le sue dimensioni e il tasso di crescita, la capacità di crescere in modo sostenibile sarà fondamentale per raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi sul clima.

Alla COP21 tenutasi a Parigi nel 2015, l’India, sotto la guida del neoeletto Primo Ministro Modi, ha proposto l’ambizioso obiettivo di raggiungere il 40% della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili entro il 2030. Un obiettivo che il Paese ha raggiunto nel 2022. Di conseguenza l’obiettivo è stato portato al 50% entro il 2030.

Modi ha proposto l’India come nazione ospitante la COP33 nel 2028. Il Paese andrà alle urne tra aprile e giugno 2024, la crescita del PIL è dell’8% e i sondaggi sembrano favorire l’attuale Primo Ministro per un terzo mandato: questo fa ben sperare per gli obiettivi ecologici dell’India.

Tuttavia, l’elezione più importante del 2024 per l’accordo di Parigi sul clima si terrà probabilmente a novembre, quando i cittadini statunitensi si recheranno alle urne per decidere se affidare un secondo mandato al Presidente Biden o all’ex Presidente Trump. Secondo i sondaggi, è probabile che le elezioni siano combattute.

Ci sono chiare differenze nelle politiche sostenute dai due candidati: il Presidente Biden ha abbracciato l’intervento pubblico e l’Accordo di Parigi sul clima con l’Inflation Reduction Act (IRA) che ha erogato circa 400 miliardi di dollari in finanziamenti per l’energia pulita e il clima, mentre Donald Trump ha dichiarato di voler ritirare l’IRA. Vale la pena notare che l’IRA è stata inserita nel codice fiscale statunitense su un periodo di dieci anni. Per invertire la legge, è necessario che entrambe le Camere del Congresso e il Presidente siano d’accordo.

Sebbene i repubblicani possano avere il pieno controllo dopo le elezioni di novembre, la maggior parte dei finanziamenti dell’IRA (58%) va a Stati saldamente repubblicani, e il più grande beneficiario è il Texas. Gli Stati in bilico rappresentano un altro 10% della spesa e Trump avrà bisogno del loro sostegno alle urne per vincere quest’anno. Sarà difficile per i legislatori repubblicani revocare una legislazione che sta chiaramente funzionando e che offre un beneficio ai loro Stati sia sul profilo occupazionale che per gli investimenti.

Un’area che gode di un sostegno bipartisan è il miglioramento dell’infrastruttura di rete, mentre l’area più controversa per il sostegno è quella dei veicoli elettrici.

Poiché gli Stati Uniti si trovano in una fase iniziale in alcuni settori, come i parchi eolici offshore, e devono ancora costruire il primo, gli incentivi pubblici rimangono molto importanti.

È probabile che con l’approssimarsi delle elezioni, il Presidente Biden, per sottolineare i risultati del suo primo mandato, legherà il basso tasso di disoccupazione, il calo dell’inflazione e la forte crescita del PIL alle sue proposte di legge sulle infrastrutture e sulla finanza green.

Con Trump in vantaggio in alcuni sondaggi, i mercati sono già cauti riguardo alle ripercussioni sugli investimenti verdi negli Stati Uniti, quindi le valutazioni non stanno incorporando una crescita forte. La retorica elettorale non sempre si traduce in politiche solide e, sebbene riteniamo che negli Stati Uniti gli investimenti delle imprese private in questo settore continueranno indipendentemente da chi sarà alla Casa Bianca, è pur vero che con il sostegno pubblico cresceranno molto più rapidamente.