Guardando agli ultimi trimestri, con il senno di poi è chiaro che i titoli azionari cinesi si sono imbattuti in una “tempesta perfetta”. Pechino ha iniziato a restringere la liquidità già nella seconda metà del 2020, molto prima rispetto al resto del mondo. A questa politica macro più restrittiva si sono aggiunte tutte le azioni di regolamentazione che hanno colto di sorpresa gli investitori e che si sono protratte per tutto il 2021. All’inizio di quest’anno, la nuova variante Omicron di COVID-19 ha rappresentato una grave minaccia per la rigida politica cinese zero-COVID, che si va ad aggiungere a una nuova serie di preoccupazioni geopolitiche innescate dal conflitto tra Russia e Ucraina.
Negli ultimi uno o due mesi abbiamo iniziato a vedere un miglioramento sotto molti aspetti. La priorità politica si è spostata dall’inasprimento al sostegno della crescita. Per i prossimi trimestri ci aspettiamo un ambiente normativo e di liquidità più favorevole. La situazione del COVID-19 è migliorata e le catene di approvvigionamento sono tornate in gran parte alla normalità: si registrano ancora focolai su piccola scala in alcune città, che inevitabilmente hanno un impatto sulle imprese di servizi locali; tuttavia, riteniamo che un’altra grave interruzione delle supply chain possa essere auspicabilmente evitata. Infine, l’aumento dei prezzi delle materie prime, che ha danneggiato i margini di molte aziende industriali cinesi, ha iniziato a diminuire, il che dovrebbe favorire la crescita degli utili delle aziende cinesi mid/downstream.
Dal minimo di metà marzo, le azioni cinesi hanno recuperato parte delle perdite precedenti. L’indice MSCI China ha guadagnato il 9,2% mentre l’indice MSCI AC World è sceso del 2,2% dal 15 marzo 2022 al 10 agosto 2022. Nonostante questa parziale ripresa della performance relativa,non abbiamo la sensazione che il sentiment sia improvvisamente diventato eccessivamente rialzista, piuttosto che gli investitori ritengano che il peggio sia probabilmente alle spalle e che l’economia potrebbe migliorare nella seconda metà dell’anno.
Riteniamo che l’economia cinese abbia superato la fase di forte decelerazione vista nella prima metà del 2022. Non ci aspettiamo stimoli su larga scala, ma crediamo che la situazione migliorerà nei prossimi trimestri. Il problema è capire quale sarà la china di questo miglioramento.
La Cina si trova in una posizione unica per quanto riguarda il suo ciclo economico. Con un’inflazione che, a giugno, si è attestata intorno al 2,5%, secondo i dati del governo, la Banca Centrale ha un margine di manovra sufficiente per allentare la presa, mentre la maggior parte delle altre grandi economie è impegnata in un ciclo di inasprimento per contenere gli alti tassi di inflazione che non si vedevano da decenni. Questo potrebbe mettere il mercato cinese in una posizione relativamente migliore.
Le opportunità più interessanti
Ci sono tre gruppi di aziende che presentano opportunità interessanti.
Il primo è costituito da società uniche che potrebbero registrare una crescita superiore al 20% nei prossimi tre-cinque anni: il brusco sell-off di quest’anno ci ha offerto l’opportunità di acquisirne alcune a un prezzo interessante. Tra queste, una startup leader nel settore dei veicoli elettrici, una piattaforma di reclutamento online e un operatore di centri commerciali.
Il secondo gruppo è costituito da quelli che chiamiamo “nonlinear growers”: si tratta di società che secondo noi vivranno un’accelerazione significativa degli utili grazie al miglioramento del ciclo del prodotto o delle operazioni. Ne sono un esempio un’azienda di display per autoveicoli e un’azienda di packaging farmaceutico.
Nel terzo gruppo ci sono aziende che devono affrontare pressioni a breve termine sui margini a causa dell’aumento dei prezzi delle materie prime. Si tratta di aziende consolidate e riteniamo che queste pressioni si invertiranno probabilmente nei prossimi uno o due anni. Questa categoria comprende un distributore di gas leader in Cina e un produttore di noodle istantanei.
D’altro canto, abbiamo anche effettuato alcune cessioni, tra cui titoli che hanno beneficiato della pandemia e dell’interruzione della catena di approvvigionamento. I loro margini sono ai massimi pluriennali e potrebbero essere difficili da sostenere. Ne sono un esempio alcune società di progettazione di circuiti integrati, aziende di spedizione di container e produttori di piccoli elettrodomestici.
La specificità dei veicoli elettrici
I veicoli elettrici possono essere un importante motore per l’aggiornamento industriale della Cina nei prossimi cinque-dieci anni. La Cina è il più grande mercato automobilistico a livello globale, ma i produttori locali avevano una posizione relativamente debole nel settore delle auto con motore a combustione interna (ICE), con una quota di mercato inferiore al 40%. Al contrario, la posizione delle aziende cinesi nel settore dei veicoli elettrici è molto più forte, con una quota di mercato locale superiore all’80%. Con il tempo, riteniamo che i produttori di auto cinesi potrebbero svolgere un ruolo significativo anche nei mercati globali dei veicoli elettrici.
Questo potrebbe portare enormi opportunità in tutta la catena di fornitura, compresi i produttori di batterie, le aziende di ricambi auto, i fornitori di attrezzature e di automazione/software.
La nostra attenzione nel settore dei EV, oltre a determinati produttori di veicoli elettrici, si concentra principalmente sulle aziende di componenti con un forte posizionamento competitivo e opportunità di guadagno di contenuti, come nei casi dei vetri dei display e delle componenti elettriche.
La transizione dei veicoli elettrici dovrebbe portare anche a un rapido cambiamento del panorama competitivo. Ad esempio, uno dei principali produttori cinesi di cambi ha una quota di mercato del solo 8% nel mercato tradizionale dei motori a combustione. Al contrario, nel mercato dei veicoli elettrici il processo di produzione richiede una precisione elevata, il che crea maggiori barriere all’ingresso: perciò, questa azienda ha raggiunto una quota di mercato del 50%, conquistando una posizione dominante.