L'opinione di Rene Buehlmann di abrdn

Asia, battersi per una buona causa

In occasione del nostro primo Sustainability Summit tenutosi a Singapore lo scorso anno, abbiamo riflettuto sul fatto che l’Asia-Pacifico non fosse in grado di raggiungere tutti i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile stabiliti dalle Nazioni Unite. Sulla base dei progressi compiuti in tutta la regione, al vertice di quest’anno abbiamo cercato di immaginare un futuro in cui l’Asia-Pacifico sia in prima linea nel proporre soluzioni innovative per il cambiamento climatico. Ma questa visione potrà essere trasformata in realtà solo se governi, autorità di regolamentazione e investitori lavoreranno insieme.

Sappiamo che l’Asia-Pacifico è particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici. Geograficamente la regione spazia dall’Himalaya alle isole del Pacifico e le sue zone climatiche vanno da quelle tropicali a quelle polari. 

L’opinione di Rene Buehlmann, Ceo Investments di abrdn

Nell’Asia-Pacifico l’aumento delle temperature è doppio rispetto alla media globale.  Entro la metà del secolo, si stima che l’innalzamento delle acque avrà un impatto su quasi un miliardo di persone. Delle 25 città più esposte all’innalzamento di un metro del livello del mare, 19 si trovano in Asia.

Nelle aree aride e semi-aride, le tempeste di sabbia e polvere sono in aumento e la siccità si sta intensificando. I dati degli ultimi 50 anni mostrano che una persona che vive in Asia-Pacifico ha una probabilità sei volte maggiore di essere colpita da un disastro legato al clima rispetto a chi vive fuori dalla regione.

Allo stesso tempo, sappiamo però che l’Asia sta contribuendo al cambiamento climatico. Qui si trovano cinque dei primi dieci Paesi che emettono CO2 e più della metà delle emissioni globali di gas serra. Naturalmente, la regione ospita anche il 60% della popolazione mondiale.  

Ma mentre le emissioni complessive di CO2in Asia sono elevate, le emissioni pro-capite sono invece ancora basse, evidenziando la prospettiva di un drastico peggioramento in futuro.

Asia e Pacifico: la chiave del progresso

Al tempo stesso vediamo però anche notevoli opportunità. Entro il 2050 si prevede che la domanda globale di energia sarà inferiore dell’8% rispetto a oggi, pur sostenendo un’economia mondiale due volte più grande e un pianeta con due miliardi di persone in più.  Questo perché la maggior parte dell’energia proverrà da fonti rinnovabili e crediamo che questa regione sia la chiave del progresso.

Tutte le principali economie dell’Asia-Pacifico si sono impegnate per il raggiungimento di emissioni nette pari a zero, e l’area è la patria di molte delle materie prime e delle soluzioni high-tech che alimenteranno il nostro mondo in questa transizione. Le società dell’Asia-Pacifico sono leader nei settori che vanno dalla produzione di pannelli solari alle proteine alternative e al riciclo della plastica, con ulteriori innovazioni in arrivo. È una regione matura per rivelare i leader della sostenibilità di domani.

Nonostante il crescente interesse per soluzioni di investimento sostenibili, siamo consapevoli che non tutti i clienti dell’Asia-Pacifico le richiedono. Ma questi problemi hanno conseguenze anche per gli investimenti tradizionali, creando rischi di portafoglio che devono essere gestiti. Gli impatti fisici del cambiamento climatico su questa regione sono così gravi che i governi e le autorità di regolamentazione non possono permettersi di non agire.

Stiamo assistendo a rapidi cambiamenti normativi in diversi Paesi. L’India, ad esempio, sta sviluppando un mercato della CO2. È questa consapevolezza che continuerà a guidare l’adozione istituzionale, e c’è bisogno di lavorare insieme.

Il nostro settore ha un ruolo fondamentale nell’allocazione dei capitali verso la transizione. È nostra responsabilità mostrare come investire in modo sostenibile non sia una decisione caritatevole, ma orientata alla performance. È per questo che abbiamo sviluppato strumenti per analizzare gli scenari di cambiamento climatico e testare la credibilità degli obiettivi di emissioni zero nette delle società. Il nostro compito è anche quello di innovare. Per questo abbiamo co-creato un centro di innovazione con l’Università di Edimburgo per finanziare nuove ricerche e un Istituto per la sostenibilità nell’Asia del Pacifico per promuovere la formazione e la condivisione delle conoscenze.

Alimentare la transizione energetica

Molti sostengono che gli investitori dovrebbero investire solo in settori verdi o a basse emissioni di CO2. Questo tipo di investimenti è certamente importante. Ma, a nostro avviso, per guidare la transizione energetica è necessario investire anche nei settori brown. L’esclusione da sola non risolve le sfide, né offre le migliori opportunità di investimento.

Impegnarsi con le società per sostenere obiettivi di transizione credibili e impegnarsi con le autorità di regolamentazione contribuirà a creare un panorama che ci permetta di allocare il capitale in modo soddisfacente per i nostri clienti. Se i governi introducono i giusti incentivi, i capitali li seguiranno, e ne stiamo vedendo gli esempi in questa regione. Guardate cosa ha fatto la Cina con le energie rinnovabili.

Ora che l’Europa ha introdotto la prima serie di regolamenti, l’Asia-Pacifico ha un esempio da seguire. Ciò promette di creare opportunità di innovazione e investimento. Le soluzioni rinnovabili stanno diventando migliori e più economiche e sono sviluppate in Asia Pacifico. 

La tecnologia delle batterie cinesi, coreane e giapponesi sta già alimentando il mondo. Singapore è oggi il più grande produttore al mondo di carburante per l’aviazione sostenibile.  Insieme possiamo convogliare i capitali verso i formidabili leader della transizione e gli innovatori di questa regione per alimentare la lotta globale contro il cambiamento climatico.