Sostenibilità come parte integrante di ogni azione: UniCredit ha annunciato il nuovo piano strategico -2024, Unicredit Unlocked, che mette al centro l’impegno a “essere d’esempio nel modo in cui gestiamo il nostro business, accompagnare i clienti in una transizione equa e sostenibile, contribuire a una società migliore”. Il gruppo bancario ha stanziato 100 milioni di euro per garantire parità retributiva a parità di lavoro. “Inclusione nel lavoro ed empowerment femminile sono progetti chiave”, spiega la banca.
La sostenibilità è ritenuta dalla banca come “parte integrante” della propria cultura. UniCredit punta a improntare il proprio modello organizzativo agli stessi standard di sostenibilità che “chiediamo ai nostri clienti”. A tal proposito, il piano prevede investimenti e sostegno alle comunità all’interno delle quali la banca opera, e punta a ridurre del 60% le proprie emissioni di gas serra rispetto al 2008, con obiettivo Net Zero entro il 2030. All’interno degli uffici è previsto l’utilizzo del 79% di energia rinnovabile, e l’obiettivo di azzeramento della plastica monouso presso le sedi entro la fine del 2022. Inoltre è previsto il contributo di oltre 40 milioni per iniziative di corporate citizenship e filantropiche e per l’educazione finanziaria di 100.000 giovani, con l’impegno al contempo a fornire supporto a categorie a rischio di esclusione finanziaria.
Non solo. Nei prossimi tre anni UniCredit avrà un target cumulato di 150 miliardi di nuovi volumi ESG, ricavati dal supporto dei clienti nella transizione ambientale e sociale. In dettaglio, 25 miliardi arriveranno dall’environmental lending; 65 miliardi dai prodotti di investimento ESG, che nel 2024 rappresenteranno il 40% degli asset in gestione; 50 miliardi dall’emissione di bond sostenibili nell’ambito dei fondi legati al Recovery e alla Resilience Facility; infine, 10 miliardi arriveranno dal social lending. È stato inoltre fissato un modello di consulenza in ambito ESG per aziende e individui, e sono in corso finanziamenti di progetti innovativi per la transizione ambientale, con la collaborazione con importanti player per arricchire e migliorare l’offerta ESG in tutti i settori. Il gruppo ha inoltre aderito alla Net Zero Banking Alliance.
La sostenibilità rappresenta uno dei pilastri del piano, che assieme a solidità, efficienza sui costi e crescita punta a generare ritorni per gli investitori. Unicredit prevede di arrivare alla fine del piano strategico, nel 2024, con un utile di 4,5 miliardi di euro, rispetto ai 3,3 miliardi attesi per quest’anno, e di aumentare i ricavi netti dagli oltre 16 miliardi di fine 2021 a oltre 17 miliardi, mantenendo un CET1 di almeno il 12,5-13%. Il rapporto costi-ricavi si abbasserà dal 56 al 50%, mentre l’incidenza delle commissioni sul totale dei ricavi salirà dal 38 al 40% con un ritorno sul capitale tangibile in crescita dal 7 al 10%.. Il piano strategico prevede “una remunerazione degli azionisti di almeno 16 miliardi totali per il periodo 2021-2024, con distribuzione annuale in linea con la generazione organica di capitale per ogni rispettivo esercizio di riferimento”.
La performance finanziaria sarà guidata da tre leve interconnesse: efficienza nei costi senza compromettere gli investimenti in trasformazione digitale e nel business, ottimale allocazione del capitale e crescita dei ricavi netti del 2% circa all’anno. Il piano segue una serie di imperativi strategici e obiettivi finanziari, tra cui crescere nelle proprie aree geografiche e sviluppare la rete di clienti, trasformando il modello di business e il modo in cui la banca opera, generare una crescita di qualità, sia rispetto alla clientela attuale che ai nuovi clienti, sviluppare prodotti e servizi best-in-class, internamente o con partner esterni, perseguire una crescita del business a basso assorbimento di capitale, con focus su prodotti e servizi a valore aggiunto per i clienti, realizzare un’efficienza selettiva a livello di costi per finanziare investimenti e assicurare la leva operativa.
La digitalizzazione è al centro della strategia di Unicredit, il cui obiettivo principale è diventare una vera banca digitale. Il gruppo finanzierà questa trasformazione con un aumento della spesa complessiva, 2,8 miliardi totali nel periodo 2022-2024, con chiare priorità strategiche. In programma ci sono 2.100 assunzioni nette nel Digital & Data, per un totale di 3.600 nuove assunzioni nette, incluse le 1.500 nel business. Sul fronte del digitale ci saranno quattro progetti chiave: User Experience, New Digital Offering, Payments value Chain e Cyber Security. Allo stesso tempo tra le priorità a livello di Digital & Data figurano l’internalizzazione della forza lavoro qualificata. Ma anche la razionalizzazione delle partnership esterne al fine di riportare all’interno competenze e professionalità chiave, con un costo unitario inferiore e maggiore produttività. Questo porterà a ridurre di due terzi il ricorso a società esterne ad alto costo da qui al 2024. Previste inoltre nuove modalità di lavoro con soluzioni modulari che possono essere estese in tutto il gruppo. Tra i pilastri vengono indicati tecnologia globale, piattaforme per la gestione dei dati e per il business in grado di massimizzare il riutilizzo, la scalabilità, l’efficienza nei costi e la velocità. Il piano prevede anche l’amplificazione dell’impatto degli investimenti grazie ai benefici di efficienza e di scala, autofinanziato grazie alle riduzioni di costo derivanti dall’internalizzazione, con una migliore gestione della spesa.