La ricerca di rendimento e di ritorni differenziati ha portato a un boom di investimenti privati nei 15 anni seguiti alla crisi finanziaria globale. E pochi vedono un’attenuazione di questa dinamica nei prossimi anni. Con l’evoluzione del quadro economico da tassi bassi e crescita elevata a un contesto caratterizzato da tassi più elevati e da timori di recessione che non si sono ancora concretizzati, nel 2024 gli investitori continuano a rivolgersi agli asset privati. Che si tratti di private equity, private credit, infrastrutture o real estate, gli investimenti privati saranno al centro dei portafogli di investitori istituzionali e individuali sulla base di sei trend significativi.
Indice
- 1 Il portafoglio 60/40 potrebbe essere tornato, ma sarà in grado di fornire risultati nel 2024?
- 2 Nonostante le preoccupazioni per gli eccessi, gli investitori più attenti continuano a puntare private asset
- 3 Maggiori vincoli sui prestiti tradizionali fonte di opportunità per il private credit
- 4 Con il boom dell’intelligenza artificiale, il settore tech si colloca al primo posto tra le scelte negli asset privati
- 5 Gli investimenti sostenibili sono la principale opportunità per il settore privato nel 2024
- 6 La crescente democratizzazione dei private asset
Il portafoglio 60/40 potrebbe essere tornato, ma sarà in grado di fornire risultati nel 2024?
Lo scorso anno il portafoglio 60/40 ha ottenuto i migliori ritorni dal 2019. Nonostante la vittoria, le correlazioni tra l’S&P500® e l’indice Bloomberg US Aggregate Bond hanno raggiunto i massimi di 40 anni, dando agli investitori professionali un motivo per ripensare la strategia e più motivi per guardare ai mercati privati in ottica di diversificazione. Complessivamente, il 65% degli investitori istituzionali afferma che un’allocazione 60/20/20 diversificata con investimenti alternativi nel 2024 avrà maggiori probabilità di sovraperformare. Molti puntano sugli investimenti privati per queste allocazioni alternative.
Nell’ultimo decennio gli investimenti in asset privati hanno assunto un ruolo di primo piano nelle strategie istituzionali e oggi rappresentano l’83% di tutte le allocazioni alternative nei portafogli istituzionali, tra cui private equity (29%), private credit (17%), infrastrutture (14%) e real estate (23%). Molti indicano aggiustamenti minimi dell’allocazione nel lungo periodo. Tra coloro che investono, l’83% manterrà (44%) o aumenterà (39%) l’allocazione al private equity, l’88% manterrà (43%) o aumenterà (45%) l’allocazione al private debt, il 90% manterrà (50%) o aumenterà (40%) l’allocazione alle infrastrutture e il 79% manterrà (50%) o aumenterà (29%) l’allocazione al real estate.
Uno dei motivi per cui gli investitori trovano interessante il private equity è il potenziale di questa classe di attivi di offrire ritorni superiori di lungo periodo. Nitin Gupta, managing partner di Flexstone, ritiene che il potenziale resti interessante anche in un contesto di tassi più elevati e di rallentamento della crescita. Secondo Nitin Gupta, “il successo dipende dalla selezione dei gestori, soprattutto perché i ritorni medi del private equity sono molto interessanti rispetto ad altre asset class e c’è una maggiore variabilità dei ritorni tra il primo e l’ultimo quartile”.
Nonostante le preoccupazioni per gli eccessi, gli investitori più attenti continuano a puntare private asset
Con oltre 11.000 miliardi di dollari investiti nei private asset, vi sono ragionevoli preoccupazioni circa possibili eccessi. Complessivamente, il 59% degli investitori istituzionali afferma che la maggiore popolarità del private equity sta rendendo difficile la ricerca di opportunità. Nonostante le difficoltà nel trovare le operazioni e la performance di distribuzione inferiore alla media dell’11,25% del valore patrimoniale netto nell’ultimo anno 2, nel 2024 gli istituzionali non invertiranno la rotta sulle proprie strategie alternative. Nel complesso, il 60% rimane ottimista sul private equity. Uno dei motivi principali del loro ottimismo è il potenziale di sovraperformare i mercati pubblici, dato che quasi due terzi (66%) degli intervistati ritengono che vi sia ancora un delta significativo nei ritorni tra i mercati privati e quelli pubblici.
Mentre gli investimenti privati hanno contribuito ad aumentare i ritorni negli ultimi 15 anni, il quadro macro sta cambiando: i bassi tassi di interesse sono ormai alle spalle e vi è preoccupazione per la crescita economica. Ma piuttosto che abbandonare l’asset class, gli istituzionali stanno enfatizzando la qualità delle operazioni e il 72% dichiara di aver intensificato la due diligence nell’analisi delle opportunità.
“Sia per gli investitori istituzionali sia per rispondere alla crescente domanda dei privati, la creazione di portafogli di private equity diversificati all’interno del mercato delle piccole e medie imprese è fondamentale per ottenere una performance superiore e corretta per il rischio”, afferma Eric Deram, Managing Partner di Flexstone. Gli istituzionali sono favorevoli al private equity, ma potrebbero guardarlo sotto una nuova luce. Dopo aver investito molto su questa asset class per quasi un decennio, molti stanno raggiungendo i limiti delle proprie allocazioni in investimenti privati. Di conseguenza, cercheranno di vendere alcune delle proprie partecipazioni, creando opportunità sul mercato secondario. Questo è probabilmente il motivo per cui il secondario (32%) si colloca subito dopo gli investimenti sostenibili (35%) come migliore fonte di opportunità di investimento privato nel 2024.
Maggiori vincoli sui prestiti tradizionali fonte di opportunità per il private credit
Sulla scia de maggiore rialzo dei tassi d’interesse degli ultimi decenni, gli istituti di credito tradizionali si trovano a operare in un ambiente sconosciuto e gli operatori sul private credit sono pronti a cogliere l’opportunità. A fronte di maggiori vincoli di liquidità, di costi di capitale più elevati e di un maggiore controllo normativo, le banche sono più conservative nell’erogare prestiti commerciali e industriali. Come riportato nella Senior Loan Officer Opinion Survey della Fed del gennaio 2024, le banche stanno riducendo i premi sui prestiti più rischiosi, gli spread dei prestiti rispetto al costo dei fondi, i costi delle linee di credito e i requisiti di garanzia. I prestatori privati stanno intervenendo per colmare il vuoto. Gli istituzionali ne stanno prendendo atto e due terzi (66%) prevedono che nel 2024 sarà emesso più debito privato per soddisfare la crescente domanda dei mutuatari.1 È probabile che questa sia una tendenza a lungo termine, poiché si prevede che il valore del debito privato crescerà fino a 2.800 miliardi di dollari entro il 2028, quasi il doppio del totale del 2022. “Questo sentiment rispecchia la nostra esperienza di prestatori diretti. Il private debt rimane resistente e attraente per gli investitori, che continuano a vedere buoni ritorni sui proprio investimenti”, afferma Nicole Downer, Managing Partner di MV Credit, “d’altro canto, i mutuatari e le società di private equity accolgono con favore la crescita di questa classe di attività che fornisce loro una fonte affidabile di capitale di finanziamento”. Il commercial real estate, in particolare, sta creando opportunità. “I valori degli immobili commerciali in generale dovrebbero toccare il fondo quest’anno e, allo stesso tempo, secondo i dati della Mortgage Bankers Association, scadranno 900 miliardi di dollari di prestiti su immobili commerciali”, afferma Sara Cassidy, Managing Director di AEW, “i proprietari hanno bisogno di opzioni di rifinanziamento, che probabilmente comporteranno una maggiore quantità di capitale proprio richiesto, e con le fonti di prestito tradizionali più caute o meno attive, si crea un’opportunità significativa per i finanziatori privati di colmare il divario entrando nel capitale a una valutazione che può essere inferiore al costo di sostituzione su beni di alta qualità in buoni mercati”. Gli istituzionali prevedono inoltre che il boom del private lending si tradurrà in un’opportunità di investimento nel 2024 e il 64% è ottimista su questa asset class. La concorrenza per le nuove operazioni potrebbe essere agguerrita, dato che il 45% dichiara che aumenterà le allocazioni di private debt quest’anno, più di qualsiasi altro investimento alternativo. Per quanto riguarda il modo in cui investiranno, è probabile che si atterranno alle consuetudini. Al momento, i loro investimenti si concentrano su fondi di fondi (41%), prestiti diretti (40%) e co-investimenti (39%).
Con il boom dell’intelligenza artificiale, il settore tech si colloca al primo posto tra le scelte negli asset privati
La tecnologia ha avuto un’impennata e la legge di Moore sul progresso tecnologico si è manifestata concretamente. I recenti sviluppi sul fronte dell’intelligenza artificiale ne sono una prova e il 66% degli istituzionali afferma che la corsa alla supremazia dell’IA rappresenta la nuova corsa allo spazio.1 Molti vedono opportunità in questa corsa e il 66% afferma che l’IA rafforzerà la crescita tecnologica, rendendo l’informatica il settore più scelto dal private equity. Una sfida fondamentale, tuttavia, potrebbe essere rappresentata dal numero di investitori che cercano un numero limitato di opportunità, dato che il volume delle transazioni nel settore è diminuito da 266 miliardi di dollari nel 2022 a soli 133 miliardi di dollari lo scorso anno.5 Gi istituzionali potrebbero trovare ulteriori opportunità nei settori vicini alla tecnologia. Ad esempio, la domanda di data center è cresciuta enormemente nell’ultimo decennio, con le aziende tecnologiche che fanno un uso sempre maggiore del cloud computing e dello storage. Gli investitori istituzionali vedono il potenziale e identificano i data center (52%) come la migliore opportunità nel settore immobiliare non tradizionale.1 La tecnologia può essere considerata la seconda migliore opportunità nei mercati privati: le infrastrutture (37%).1 Gli investimenti nel 5G, nei trasporti elettrici, nelle reti elettriche e in altri progetti sfruttano le nuove tecnologie per migliorare l’efficienza e molti di essi si adattano anche agli obiettivi di investimento sostenibile. La stessa percentuale (37%) vede opportunità anche nell’healthcare, un settore che sta beneficiando del crescente numero di baby boomer che sostengono la domanda di ospedali, assistenza sanitaria a domicilio e case di cura.
Gli investimenti sostenibili sono la principale opportunità per il settore privato nel 2024
A livello globale, l’interesse degli investitori per gli investimenti sostenibili rimane elevato, come dimostra l’87% del campione, investito in green bond, che dichiara di voler mantenere (44%) o aumentare (43%) i propri investimenti in questo ambito nel 2024.1 Gli istituzionali hanno convinzioni simili quando si tratta di opportunità per gli investimenti sostenibili nei mercati privati. Il 35% afferma infatti che gli investimenti sostenibili rappresentano la più grande opportunità nei mercati privati per il 2024. Una ragione probabile è che i finanziamenti governativi a sostegno dei progetti di transizione energetica, che vanno dai trasporti elettrificati alle energie rinnovabili, sono cresciuti da 526 miliardi di dollari a livello globale nel 2018 a 1.700 miliardi di dollari nel 2023. Un’altra ragione potrebbe essere la capacità di influenzare il modo in cui sono gestiti gli asset attraverso gli investimenti privati, un aspetto positivo significativo per gli investitori che cercano di avere un impatto tangibile. Nell’ambito degli asset privati e degli alternativi, gli investitori sono più propensi a effettuare investimenti ESG nel private equity (41%) e nelle infrastrutture (39%), rispetto all’immobiliare e al private debt. Anche le società di gestione patrimoniale stanno prendendo atto dell’opportunità di investimenti sostenibili nel settore privato. La metà (52%) dei fund selector per le piattaforme di gestione patrimoniale riferisce di una maggiore richiesta di investimenti sostenibili da parte dei clienti. Per soddisfare tali richieste, i selezionatori prevedono di aggiungere investimenti sostenibili (36%) alla loro offerta di asset privati nei prossimi 12 mesi, rispetto al 44% che ha aggiunto queste strategie nel 2023.
La crescente democratizzazione dei private asset
Nell’ultimo decennio gli investimenti istituzionali hanno favorito gli investimenti privati e gli investitori individuali ne hanno preso atto. I consulenti e i gestori patrimoniali hanno risposto allo stesso modo. A livello globale, il 34% degli investitori individuali è interessato alle opportunità di investimento privato, classificandole come il servizio più richiesto al proprio consulente subito dopo la pianificazione finanziaria, la pianificazione del reddito pensionistico e gli investimenti sostenibili. Più della metà dei selezionatori di fondi (51%) presso i principali gestori patrimoniali afferma che le proprie società stanno rispondendo offrendo un maggior numero di strategie di asset privati per soddisfare l’aumento della domanda. Ma la motivazione per l’investimento privato va oltre la domanda, in quanto il 61% dei selezionatori afferma che i veicoli di asset privati di facile utilizzo per gli investitori individuali li aiutano a migliorare la diversificazione dei clienti. Il 64% dei selezionatori ritiene che la natura a lungo termine del risparmio previdenziale renda l’investimento in asset privati una strategia valida. I selezionatori sono divisi sulla loro capacità di offrire asset privati su ampia scala, in quanto solo il 51% ritiene che l’aumento del flusso di transazioni stia consentendo loro di offrire investimenti privati in modo più ampio ai clienti. Questo è un probabile motivo per cui i fondi di fondi (42%) sono in cima alle loro liste di offerte di asset privati, seguiti da infrastrutture (40%), growth capital (39%), venture capital (38%) e co-investimento diretto (37%).