La democratizzazione dei mercati privati è un fenomeno in continua espansione, con i consulenti finanziari in Europa e nel Regno Unito che stanno aumentando l’esposizione dei propri clienti retail a questa asset class. È interessata da questo processo anche l’Italia, dove si registra una preferenza per il private equity diretto (33%). È quanto emerge da uno studio condotto dal Research in Finance e promosso da Neuberger Berman, in cui si sono raccolte le opinioni di 892 fund selector e consulenti finanziari. L’analisi mostra che la percentuale di asset dei clienti retail attualmente investiti nei mercati privati in Europa si attesta in media al 7,7%, di poco inferiore al 9,2% dei clienti istituzionali.
Ci sono però notevoli differenze regionali, tanto che complessivamente il 22% dei clienti retail europei non ha ancora alcuna esposizione agli asset privati. La Germania, ad esempio, ha la più alta percentuale di asset di clienti retail investiti nei mercati privati, con una media del 12%. Seguono il Benelux con l’11%, Francia e Svizzera con il 9% e l’Italia con l’8%. Il Regno Unito è in ultima posizione, con appena il 4% degli asset dei clienti investiti nel settore privato.
All’interno dei mercati privati, il private equity continua a essere l’asset class che attrae il maggiore interesse, sia sul retail sia sugli istituzionali. Nell’ultimo anno, tra gli investitori europei che attualmente investono in private equity, l’11% ha aumentato l’esposizione dei propri clienti retail e il 7% quella di clienti istituzionali. Gli investitori del Benelux e dell’Italia sono in testa, con un aumento netto al private equity rispettivamente del 16% e del 15%.
La domanda di private equity nel canale retail è destinata a rimanere forte anche nel prossimo futuro, con un 12% dei consulenti finanziari pronti a confermare un aumento dell’esposizione dei propri clienti. Questo dato è superiore rispetto alla crescita del 4% registrata sul segmento istituzionale. In termini di aree di interesse nell’ambito dei mercati privati, dopo il private equity diretto (33%), in Italia la preferenza va ai co-investimenti di private equity e infrastrutture (entrambi al 30%) e agli investimenti nel mercato secondario del private equity (21%).
Secondo il sondaggio, in Italia, a frenare l’investimento nei mercati privati è il contesto normativo (47%) seguito dalla scarsa liquidità di questa asset class (35%).
“Le strategie sui mercati privati sono state a lungo utilizzate dagli investitori istituzionali per ridurre la volatilità e ottenere performance costanti nel lungo periodo, mentre gli investitori retail hanno avuto, storicamente, un accesso limitato a simili opportunità. Fortunatamente, la democratizzazione dell’asset class continua ad accelerare e gli investitori retail sono sempre più in grado di accedere a queste soluzioni di investimento”, ha commentato José Cosio, managing director di Neuberger Berman.
“Riteniamo che gli Eltif, il cui mercato è cresciuto di oltre il 50% nel 2022 su base annua, possano diventare lo strumento ideale per gli investitori retail europei per accedere agli investimenti di private equity”, ha aggiunto Cosio.
Per continuare a favorire il continuo processo di democratizzazione dei private market, Neuberger Berman ha recentementelanciato un terzo Eltif di private equity per gli investitori retail e professionali di tutta Europa, che prevede un investimento minimo a partire da 25.000 euro.
“Il private equity è diventato un importante elemento di diversificazione per i portafogli di molti dei nostri clienti. Per questo motivo, siamo lieti di poter offrire a una nuova generazione di investitori una soluzione efficiente che consenta l’accesso al profilo di rendimento e alle caratteristiche di diversificazione tipiche di questa asset class”, ha concluso Cosio.