RBC BlueBay Survey

Investitori wholesale: clima e progresso tecnologico i megatrend dei prossimi 5 anni

Il 90% degli investitori wholesale considera i fattori tematici nelle proprie decisioni di allocazione di portafoglio. E cambiamento climatico e progresso tecnologico sono i due megatrend che domineranno le loro scelte di investimento nei prossimi tre-cinque anni. È quanto emerge da un nuovo sondaggio di RBC BlueBay Asset Management, che ha coinvolto 800 fund buyer, consulenti e wealth manager per comprendere come indirizzeranno le loro scelte di allocazione nei prossimi anni e quali sono le aspettative e le principali tendenze. L’indagine sottolinea inoltre, come la maggior parte degli investitori wholesale, a livello mondiale, è convinta che sarà l’inflazione a giocare un ruolo decisivo nelle aspettative e una buona quota (39%) ritiene che il rendimento annuo di un portafoglio possa attestarsi attorno al 5-6% nell’arco di tempo considerato. 

Cambiamento climatico e progressi tecnologici saranno i megatrend dominanti

Il sondaggio evidenzia come cambiamento climatico (60%), progressi tecnologici (59%) e innovazione sanitaria (36%) saranno le tendenze principali che influenzeranno le decisioni di investimento nei prossimi cinque anni. Si tratta di una conferma schiacciante (90%) di quelli che erano stati votati come i temi principali dello scorso anno.

Quali saranno i principali megatrend nei prossimi 3-5 anni?

L’aumento dei tassi di inflazione, che peserà sui rendimenti per almeno 3-5 anni, è una preoccupazione per la metà degli intervistati. Gli investitori statunitensi sono i più pessimisti, con il 59% che prevede un freno ai rendimenti per cinque anni, mentre il 26% pensa che questa tendenza andrà oltre i sei anni. Una buona parte degli investitori internazionali wholesale si aspetta inoltre che i rendimenti dei portafogli si attesteranno attorno al 5-6% nel periodo in esame, opinione condivisa dal 39% degli intervistati. 

Gli investitori non si stanno spostando sui mercati privati 

Lo studio cerca di comprendere in che modo la volatilità a breve termine potrà influenzare le scelte di allocazione di portafoglio per rispettare la coerenza con i temi strategici di lungo termine. In particolare, il questionario chiede se i mercati privati siano considerati come l’alternativa per eccellenza per trovare un riparo dalla volatilità dei mercati pubblici. Una tesi che non trova pienamente supporto nelle risposte degli intervistati partecipanti al sondaggio di RBC BlueBay. 

Gli intervistati allocano in media il 22% dei loro portafogli sui mercati privati e più della metà (54%) prevede di non aumentare o addirittura di diminuire le proprie partecipazioni nei prossimi 3-5 anni. Dei rimanenti, solo il 14% prevede un aumento significativo. Allo stesso tempo, poco più della metà (56%) degli intervistati si aspetta che i mercati pubblici supereranno quelli privati nei prossimi 5-10 anni. 

Alla domanda su come l’attuale volatilità del mercato influirà sull’opportunità di investire in azioni pubbliche e reddito fisso, il 46% degli investitori wholesale ha dichiarato che non ha cambiato l’opportunità di investire nei mercati pubblici, mentre gli altri intervistati si sono divisi equamente tra sostenitori e oppositori.

L’interesse per i mercati pubblici, sottolinea l’indagine, è ulteriormente evidenziato dalle priorità di asset allocation indicate per i prossimi tre anni. Le azioni e il reddito fisso rimangono le scelte principali per il 31% e il 27% degli intervistati, rispettivamente, davanti ad altre asset class. 

L’approccio d’investimento preferito dalla maggioranza degli intervistati (77%) è quello attivo rispetto a quello passivo. Questo dato, sottolinea RBC BlueBay commentando i risultati dell’inchiesta, riflette probabilmente la consapevolezza degli investitori di dovere mantenere una certa flessibilità e non essere legati agli indici, come strategia per proteggere maggiormente il portafoglio dalla volatilità dei listini.

Preferenze attuali e future di allocazione dei fondi

Mercati emergenti previsti in crescita

La grande maggioranza degli intervistati, e in misura maggiore rispetto all’anno precedente, prevede una crescita dei mercati emergenti (86% contro 83% nel 2021). Gli investitori interpellati da RBC BlueBay dichiarano di avere intenzione di cogliere questa opportunità, con gli investitori nel Regno Unito e in Svizzera che prevedono di incrementare l’esposizione verso quest’area rispetto allo scorso anno. Tra gli emergenti, l’Asia (esclusa la Cina) continua a essere considerata la preferita, con il 59% degli intervistati che concorda, sebbene la Cina sia aumentata di 5 punti percentuali in termini di importanza rispetto al 2021 viene considerata come una realtà a sé stante.

Capitalizzazione di mercato e settori i principali criteri di scelta 

Secondo l’analisi di RBC BlueBay, la capitalizzazione di mercato (42%) e i settori (40%) sono i filtri più utilizzati per l’allocazione del portafoglio, ma è probabile che in futuro verrà posta maggiore attenzione verso la crescita degli utili per azione.

Per quanto riguarda la tipologia dimensionale delle aziende, nei prossimi tre anni si assisterà probabilmente al passaggio dal focus verso le small cap a quelle di maggiore capitalizzazione, in particolare verso le mid cap (dal 30% al 33%) e soprattutto le large cap (dal 40% al 42%).

Aumenteranno gli investimenti azionari in SMID e large cap 

Quanto allo stile di gestione, dopo un anno in cui sia i mercati azionari sia quelli obbligazionari hanno deluso, ora i gestori cercano l’absolute return (le cui preferenze salgono dal 33% al 37%) e il value (dal 28% al 33%). 

Gli investitori preferiscono il rendimento assoluto a quello relativo

L’ESG rimane importante

Gli investimenti ESG restano saldamente al centro delle considerazioni degli investitori wholesale. E questo emerge chiaramente dal sondaggio di RBC BlueBay in cui si evidenzia che il cambiamento climatico è considerato come uno dei megatrend che domineranno la scena nei prossimi anni. L’indagine di RBC BlueBay rileva anche che nel processo di allocazione delle proprie risorse, la maggior parte degli investitori internazionali wholesale (57%) afferma che le questioni ambientali, sociali e di governance (ESG) sono una considerazione importante. Ciò vale in particolare per gli investitori wholesale statunitensi (68%). 

In particolare, confrontando i risultati del sondaggio del 2021 con quelli del 2022, RBC BlueBay riscontra che è probabile che nei prossimi tre anni si verifichi uno spostamento sul fronte dei fattori ESG nel panorama degli investimenti, che si concretizzerebbe in un allontanamento degli investimenti sostenibili nel Regno Unito (54% rispetto all’attuale 46%), in Germania (49% vs. 44%) e in Svizzera (52% vs. 47%) e in un maggiore interesse verso gli investimenti sostenibili nei Paesi nordici (55% contro 39%), in Italia (58% contro 49%) e in Spagna (46% contro 40%). 

Le scelte a livello geografico 

Dai dati del sondaggio emerge che gli investitori internazionali wholesale prevedono che il Nord America (25%) e la Cina (27%) continueranno a registrare il maggior rally azionario. Tuttavia, questo dato è in calo rispetto al 2021 (con il Nord America al 30% e la Cina al 32%) e ci sono segnali di uno spostamento verso l’Europa (l’Europa occidentale sale di 4 punti percentuali al 19% e l’Europa centrale e orientale sale di 5 punti percentuali al 9%). 

Gli investitori wholesale nordici sono gli unici ad utilizzare le obbligazioni indicizzate all’inflazione (45%) come copertura primaria contro i crescenti rischi di inflazione. Invece, a livello internazionale, questa strategia si colloca al quarto posto (38%), preceduta dall’aumento dell’esposizione su un’asset class che si muove bene in questo contesto (46%), dal ribilanciamento dell’asset allocation dalle azioni alle obbligazioni (42%) e dall’espansione dell’allocazione ai mercati privati (39%). Quest’ultima tendenza è guidata principalmente dagli investitori statunitensi (53%). 

Infine, RBC BlueBay osserva che si è mantenuta la propensione a escludere le allocazioni destinate alla Cina da quelle indirizzate ai mercati emergenti (61% separata contro 39% parte dell’allocazione). Tuttavia, in Germania si è registrato il cambiamento maggiore nell’ultimo anno, dato che il 48% degli investitori tedeschi ora tiene la Cina separata dalle allocazioni dei mercati emergenti, mentre lo scorso anno era il 52% di loro a farlo. 

Risultati regionali: Italia 

In Italia, la maggior parte degli investitori wholesale ritiene che i megatrend siano importanti per decidere l’allocazione del capitale nei prossimi 3-5 anni. Tuttavia, RBC BlueBay registra un calo tra il 2022 e il 2021 (dal 97% al 93%).

I tre megatrend principali saranno, secondo gli investitori wholesale italiani, il cambiamento climatico e la scarsità di risorse (70%), i progressi tecnologici (48%) e il cambiamento del paradigma macroeconomico (29%). Seguono il cambiamento demografico (28%), l’espansione dei mercati emergenti e l’innovazione sanitaria (27%) e la polarizzazione globale (10%). Dal sondaggio emerge quindi che gli investitori italiani (e anche gli spagnoli) sono in disaccordo con quelli internazionali che ritengono che l’innovazione sanitaria sia il terzo megatrend più importante

Quali saranno i principali megatrend nei prossimi 3-5 anni?

Per quanto concerne l’asset allocation, in media gli intervistati italiani destinano il 20% del capitale ai mercati privati, mentre il 55% intende non aumentare la propria allocazione o disinvestire attivamente nei prossimi 3-5 anni. I mercati pubblici supereranno quelli privati secondo il 54% degli intervistati, più o meno in linea con la media internazionale (56%). 

Gli investitori wholesale italiani sono più propensi a ribilanciare i loro portafogli verso le obbligazioni (43%) e ad aumentare l’esposizione agli asset che si muovono bene nell’attuale contesto economico (43%). Sono anche i più ottimisti riguardo a una ripresa della Cina (39%, rispetto a una media internazionale del 27%). 

Preferenze attuali e future nella selezione dei fondi: Italia

Mentre quasi tutti gli intervistati (94%) prevedono un’ulteriore crescita degli emergenti, il numero di investitori che cercano di capitalizzare su tale crescita è sceso di 13 punti al 53% nell’ultimo anno. Gli investitori italiani sono più propensi a pensare che l’Asia e la Cina siano gli emergenti più investibili (67% e 58% contro il 59% e 41% della media internazionale). 

Inoltre, a differenza della maggior parte degli altri mercati, gli investitori wholesale italiani utilizzano soprattutto la regione (47%) come filtro per l’allocazione del capitale e intendono aumentarne l’utilizzo (72%). 

Oltre la metà (56%) degli investitori wholesale in Italia ritiene che i fattori ESG siano una considerazione importante per gli investimenti. Tra questo gruppo, l’invasione russa dell’Ucraina (73%) e le relative preoccupazioni per l’interruzione della catena di approvvigionamento (60%) stanno guidando l’interesse per i fattori ESG. Tra coloro che non vedono cambiamenti, invece, il 65% afferma che ciò è dovuto alla sovraperformance di settori tradizionalmente non considerati ESG-friendly.

Risultati regionali: Stati Uniti

I risultati dello studio di RBC BlueBay rilevano che la grande maggioranza degli investitori wholesale statunitensi (87%) ritiene che i megatrend siano importanti per decidere l’allocazione del capitale nei prossimi 3-5 anni

Secondo gli investitori della regione considerata, i tre megatrend principali saranno: i progressi tecnologici (70%), il cambiamento climatico e la scarsità di risorse (49%) e l’innovazione sanitaria (42%). A seguire la polarizzazione globale (28%), il cambiamento demografico (27%), il cambiamento nei paradigmi macroeconomici (26%) e l’espansione dei mercati emergenti (23%). 

Quali saranno i principali megatrend nei prossimi 3-5 anni?

Gli investitori della più grande economia del mondo – precisamente il 70% di loro – prevedono che i mercati pubblici supereranno quelli privati. Attualmente allocano in media il 25% del capitale (contro il 22% a livello internazionale) ai mercati privati, e più della metà di loro (55%) prevede di non aumentarlo o di ridurlo nei prossimi 3 anni. Inoltre, gli investitori wholesale statunitensi sono i più pessimisti riguardo al peso dell’inflazione sui rendimenti (59%, mentre la media internazionale è del 50%) nello stesso periodo.

Preferenze attuali e future nella scelta dei fondi

A differenza della maggior parte delle loro controparti in altre regioni, il loro obiettivo principale dal punto di vista dell’asset allocation, al fine di beneficiare della crescita dei mercati emergenti, è l’Europa centrale e orientale (58%), prima dell’Asia e della Cina (rispettivamente 49% e 30%). 

La capitalizzazione di mercato e i settori sono i filtri d’investimento più utilizzati dagli investitori statunitensi (entrambi al 40%), ma in futuro si sposteranno verso i settori (75%) e la crescita degli utili per azione (69%). Per quanto riguarda le preferenze attuali e future nella selezione dei fondi, gli investitori statunitensi seguono la tendenza media internazionale con uno spostamento verso small e mid cap, large cap e value. 

Infine, secondo i dati di RBC BlueBay gli investitori statunitensi sono i più propensi a considerare importanti i fattori ESG (68%), con l’invasione russa dell’Ucraina e le preoccupazioni per le catene di approvvigionamento che hanno avuto una grande influenza nel guidare l’interesse per i fattori ESG (80%). Quasi la metà di coloro (47%) che non dichiarano un aumento dell’interesse, affermano di essere spinti dalla sovraperformance di settori tradizionalmente non considerati “ESG-friendly”.

Risultati regionali: Regno Unito 

Per quanto riguarda gli investitori wholesale del Regno Unito, RBC BlueBay rileva che la maggior parte di loro (89%, leggermente inferiore al 93% del 2021) ritiene che i megatrend siano importanti per decidere l’allocazione del capitale nei prossimi 3-5 anni. I tre megatrend principali saranno, secondo loro, il cambiamento climatico e scarsità di risorse (65%), i progressi tecnologici (65%) e l’innovazione sanitaria (31%). Seguono i cambiamenti demografici (29%), l’espansione degli emergenti (28%), la polarizzazione globale (23%) e i cambiamenti del paradigma macroeconomico. 

Quali saranno i principali megatrend nei prossimi 3-5 anni?

Dall’analisi emerge anche che gli investitori britannici allocano poco più di un quinto (22% in media) del capitale nei mercati privati, e oltre la metà (54%) non prevede di aumentare le proprie partecipazioni nei prossimi 3-5 anni. Allo stesso tempo, sono meno ottimisti sul fatto che i mercati pubblici superino quelli privati nel lungo periodo (47% rispetto alla media internazionale del 56%).

Inoltre, è più probabile che riequilibrino i loro portafogli verso le obbligazioni per beneficiare dell’aumento dei tassi di interesse (45%) e che si aspettino un rally azionario nell’Europa centrale e orientale (17% rispetto a una media internazionale del 9%). Un numero ancora maggiore di investitori britannici rispetto all’anno scorso (62% contro il 58% del 2021) intende capitalizzare la crescita prevista nei Paesi emergenti. Sono più propensi a preferire l’Asia (esclusa la Cina) come mercato più investibile (68% rispetto a una media internazionale del 59%). 

Preferenze attuali e future nella selezione dei fondi: Regno Unito

RBC BlueBay sottolinea anche che gli investitori wholesale del Regno Unito utilizzano soprattutto i settori (49%) come filtri d’investimento, ma in futuro si sposteranno sul tasso di crescita degli utili per azione (70%). Per quanto riguarda le preferenze attuali e future di selezione dei fondi nei prossimi tre anni, è probabile che ci si sposti verso l’ESG (dal 46% al 53%) e il rendimento assoluto (dal 35% al 47%). 

La metà degli intervistati del Regno Unito considera l’ESG un fattore importante e tra questi il 72% ha dichiarato che le preoccupazioni per le catene di approvvigionamento globali causate dall’invasione russa dell’Ucraina stanno aumentando l’interesse per i fattori ESG. Tra coloro che hanno affermato che l’invasione russa dell’Ucraina non ha modificato il loro interesse per i fattori ESG, più della metà (52%) è influenzata dalla sovraperformance di settori tradizionalmente non considerati ESG-friendly.

Risultati regionali: Germania 

Anche nel caso degli investitori wholesale tedeschila maggior parte di loro (91%) ritiene che i megatrend siano importanti per decidere l’allocazione del capitale nei prossimi 3-5 anni. I tre megatrend principali per gli investitori wholesale tedeschi saranno il cambiamento climatico e la scarsità di risorse (74%), i progressi tecnologici (53%) e l’innovazione sanitaria (36%). Il cambiamento demografico è al quarto posto (34%), seguito dalla polarizzazione globale (29%), dal cambiamento del paradigma macroeconomico (23%) e dall’espansione degli emergenti (10%). 

Quali saranno i principali megatrend nei prossimi 3-5 anni?

Gli investitori wholesale tedeschi sono in linea con la media internazionale, allocando mediamente il 22% ai mercati privati, e quasi sei su dieci prevedono di mantenere o ridurre la loro allocazione. Poco più della metà (52%) ritiene che i mercati pubblici supereranno quelli privati, in linea con la media internazionale (56%). 

Tuttavia, gli investitori wholesale tedeschi sono più propensi ad aumentare l’esposizione ad asset class che si muovono bene in un contesto di tassi d’interesse elevati (49%) e si aspettano un rally azionario in Cina (33%). 

Preferenze attuali e future nella selezione dei fondi: Germania

Sebbene la stragrande maggioranza degli investitori wholesale tedeschi intervistati (80%) sia ottimista sulle prospettive di crescita degli emergenti, meno della metà (48%) sta cercando di capitalizzarle(rispetto al 57% del 2021). Tra coloro che puntano sui mercati emergenti, il 58% preferisce l’Asia (Cina esclusa), mentre solo il 36% vede l’Europa centrale e orientale come la regione più investibile (contro il 49% della media internazionale). 

In Germania, la capitalizzazione di mercato (41%) è il filtro più utilizzato per l’allocazione del capitale, ma è probabile che venga superata dalla crescita degli utili per azione (65%) in futuro. Per quanto riguarda le preferenze attuali e future di selezione dei fondi, è probabile che nei prossimi tre anni si verifichi uno spostamento verso i fattori ESG all’interno dei loro investimenti, il rendimento assoluto e la gestione attiva.

Infatti, sebbene meno della metà consideri i fattori ESG una considerazione importante per l’investimento (49%), tra questo gruppo l’invasione russa dell’Ucraina e le conseguenti preoccupazioni per la catena di approvvigionamento stanno alimentando l’interesse per i fattori ESG (60%). La sovraperformance di settori tradizionalmente non considerati ESG-friendly suscita l’interesse degli investitori molto un po’ (47%), appena al di sotto della media internazionale del 51%.

Risultati regionali: Svizzera 

La maggior parte degli investitori wholesale svizzeri (88%, invariato rispetto al 2021) ritiene che i megatrend siano importanti per decidere l’allocazione del capitale nei prossimi 3-5 anni. Anche in questo caso, i megatrend principali saranno il cambiamento climatico e scarsità di risorse (56%), i progressi tecnologici (45%) e l’innovazione sanitaria (44%). A seguire il cambiamento del paradigma macroeconomico (27%), la polarizzazione globale (26%) e il cambiamento demografico e l’espansione degli emergenti (18%). 

Quali saranno i principali megatrend nei prossimi 3-5 anni?

Per quanto riguarda l’asset allocation, gli investitori wholesale svizzeri destinano il 21% ai mercati privati, con una ripartizione quasi equa tra mantenimento/diminuzione e aumento dell’allocazione ai mercati privati nei prossimi 3-5 anni. Quasi la metà (49%) dei partecipanti al sondaggio ritiene che i mercati pubblici supereranno quelli privati, un po’ al di sotto della media internazionale (56%). 

Preferenze attuali e future nella selezione dei fondi: Svizzera 

Gli investitori stanno adottando una serie di tattiche per adattarsi al contesto di tassi di interesse elevati, aumentando l’esposizione alle asset class che hanno un buon rendimento in questo contesto (37%) e un terzo (33%) spostando l’allocazione del portafoglio verso le obbligazioni. 

Gli investitori wholesale svizzeri si aspettano di assistere al più grande rally azionario in Cina (28%). Come i loro colleghi investitori wholesale internazionali intervistati, sono molto ottimisti sulle prospettive di crescita dei mercati emergenti e lo scorso anno un numero maggiore di loro (59% contro il 46% dell’anno scorso) punta a capitalizzarle. Hanno scelto l’Asia (esclusa la Cina) come mercato emergente più investibile (65% contro il 59% della media internazionale).

Gli investitori wholesale svizzeri utilizzano prevalentemente i settori (40%) come filtro di allocazione e questa tendenza è destinata ad aumentare (62%). Per quanto riguarda le preferenze attuali e future nella selezione dei fondi, la Svizzera segue uno schema simile a quello del Regno Unito, con uno spostamento verso l’ESG (dal 47% al 52%) e il rendimento assoluto (dal 30% al 39%).

Oltre la metà (55%) degli investitori wholesale svizzeri considera l’ESG un fattore importante e tra questo gruppo, come nella maggior parte delle altre regioni, l’invasione russa dell’Ucraina sta spingendo l’interesse per i fattori ESG (71%), spinto dalle preoccupazioni per le catene di approvvigionamento (69%). Tra coloro che non vedono cambiamenti nell’interesse, invece, il 45% afferma che ciò è dovuto almeno in parte alla sovraperformance di settori tradizionalmente non considerati ESG-friendly.

Risultati regionali: Paesi nordici

Anche la maggior parte degli investitori wholesale nordici (92%, in calo rispetto al 95% del 2021) ritiene che i megatrend siano importanti per decidere l’allocazione del capitale nei prossimi 3-5 anni. I megatrend principali saranno i progressi tecnologici (57%), il cambiamento climatico e la scarsità di risorse (53%) e l’innovazione sanitaria (38%). Seguono il cambiamento demografico e la polarizzazione globale (28%), il cambiamento del paradigma macroeconomico (21%) e l’espansione dei mercati emergenti (14%). 

Quali saranno i principali megatrend nei prossimi 3-5 anni

Gli investitori wholesale nordici sono in controtendenza rispetto alle tendenze generali. Sono i meno investiti nei mercati privati (19%) e, tra questi, il 56% non prevede di investire ulteriormente o di ridurre le proprie partecipazioni nei prossimi 3-5 anni. Sono anche i più convinti, con il 71%, che i mercati pubblici supereranno quelli privati, ben al di sopra della media internazionale (56%). 

Preferenze attuali e future nella selezione dei fondi: Paesi nordici

Sono anche i più propensi a utilizzare gli inflation linker (45% contro 38%) per coprirsi dai rischi di inflazione. E sono i più propensi ad aspettarsi il più grande rally azionario in Europa occidentale (32%, rispetto a una media internazionale del 19%).

Ben oltre la metà (57%) degli investitori wholesale nordici intervistati intende beneficiare della crescita degli emergenti, anche se si tratta di un calo rispetto al 72% del 2021. Gli investitori nordici puntano sull’Europa centrale e orientale come emergenti più investibili (58% contro il 49% della media internazionale). 

La capitalizzazione di mercato (46%) è il filtro più utilizzato, ma si prevede che questo si sposterà verso la crescita degli utili per azione (65%). Per quanto riguarda le preferenze attuali e future nella selezione dei fondi, i Paesi nordici sfidano anche la tendenza internazionale con un passaggio dal rendimento assoluto (39% – 30%) al rendimento relativo (22% – 29%) nei prossimi tre anni. Si registra anche uno spostamento verso gli investimenti sostenibili (dal 39% al 55%). 

Oltre la metà (55%) degli investitori wholesale nordici considera l’ESG importante. Proprio come i loro colleghi, il loro interesse per i fattori ESG è guidato dalle preoccupazioni relative alla catena di approvvigionamento (78%) e dall’invasione russa dell’Ucraina (82%). Poco più del 40% degli investitori che non hanno acquistato fattori ESG afferma che ciò è dovuto alla sovraperformance di settori tradizionalmente non considerati ESG-friendly.

Risultati regionali: Spagna 

La maggior parte degli investitori wholesale spagnoli (90%) ritiene che i megatrend siano importanti nel decidere l’allocazione del capitale nei prossimi 3-5 anni. I megatrend principali per gli spagnoli saranno i progressi tecnologici (64%), il cambiamento climatico e la scarsità di risorse (63%) e il cambiamento del paradigma macroeconomico (35%). Seguono la polarizzazione globale (29%), l’innovazione sanitaria (25%), l’espansione dei mercati emergenti (23%) e il cambiamento demografico (18%). 

Quali saranno i principali megatrend dei prossimi 3-5 anni?

Nel sondaggio RBC BlueBay rileva che gli investitori wholesale spagnoli sono anomali su una serie di parametri. Insieme alle loro controparti italiane, identificano il cambiamento del paradigma macroeconomico come il terzo megatrend più importante rispetto al consenso internazionale sull’innovazione sanitaria. 

Attualmente investono in media il 24% del loro capitale nei mercati privati e la Spagna è l’unica area geografica in cui poco più della metà degli intervistati prevede di aumentare l’allocazione nei prossimi 3-5 anni. Forse non a caso, un numero nettamente inferiore rispetto alla media internazionale prevede che i mercati pubblici supereranno quelli privati (35% contro il 56% a livello internazionale). 

Inoltre, gli investitori wholesale spagnoli sono i più propensi a ribilanciare i loro portafogli verso le obbligazioni (55%) per beneficiare dell’aumento dei tassi di interesse. Si aspettano grandi rialzi azionari in Cina (31%) e in Europa occidentale (28%, rispetto al 19% della media internazionale). 

Preferenze attuali e future nella selezione dei fondi: Spagna

Più della metà (55%) degli investitori spagnoli intende capitalizzare la crescita dei Paesi emergenti. È più probabile che scelgano l’Asia (esclusa la Cina) come emergente più investibile (57%). 

Come i loro colleghi italiani, gli investitori wholesale spagnoli attualmente utilizzano soprattutto la regione (49%) come filtro per l’allocazione del portafoglio, ma prevedono di passare ai settori (70%) in futuro – il più grande cambiamento tra quelli intervistati da RBC BlueBay. 

Per quanto riguarda le preferenze attuali e future nella selezione dei fondi, nei prossimi tre anni si prevede uno spostamento verso gli investimenti sostenibili e una maggiore preferenza per il rendimento assoluto. 

Quasi la metà (48%) degli investitori wholesale spagnoli tiene conto delle considerazioni ESG. Le preoccupazioni per le interruzioni della catena di approvvigionamento (78%), causate dall’invasione russa dell’Ucraina (80%), stanno alimentando l’interesse per i fattori ESG. Per contro, tra coloro che non vedono cambiamenti nell’interesse, il 59% afferma che ciò è dovuto alla sovraperformance di settori tradizionalmente non considerati ESG-friendly.