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Science Based Target initiative

SBTi, vademecum su obiettivi net-zero per le istituzioni finanziarie

Science Based Target initiative stila un vademecum su come le istituzioni finanziarie devono fissare i propri obiettivi net-zero sulla base delle evidenze scientifiche. Le istituzioni finanziarie hanno infatti un ruolo rilevante per raggiungere gli obiettivi di mitigazione climatica e supportare la riduzione di emissioni nell’economia reale. Mancano però metriche, principi e strategie chiare che possano essere adottate per assicurare che gli investimenti conducano realmente al raggiungimento delle auspicate emissioni nette zero entro il 2050. Per questo SBTi (Science Based Target initiative), l’organismo mondiale che permette alle aziende di fissare obiettivi di riduzione delle emissioni in linea con criteri scientifici, ha pubblicato un documento, Net-Zero Foundations for Financial Institutions, che fornisce i concetti su cui basarsi per definire e impostare gli obiettivi net-zero per banche, asset owner, asset manager e altre istituzioni finanziarie.

Il numero di istituzioni finanziarie che ha aderito agli obiettivi net-zero è in costante aumento, ma senza una definizione comune i target possono essere inconsistenti e l’impatto positivo limitato. Da questo punto di vista, il Corporate Net-Zero Standard, lanciato lo scorso ottobre da SBTi,  ha rappresentato già un primo passo che ha aiutato a fare chiarezza e a indirizzare le scelte, per esempio, dei gestori di fondi di investimento.

Nel documento presentato, l’SBTi identifica le tre dimensioni chiave a cui le istituzioni finanziarie, a seconda della natura delle loro attività (siano esse quindi banche, investitori istituzionali o privati), devono prendere in considerazione nella valutazione o nella formulazione degli obiettivi net zero.

Net-Zero Foundations for Financial Institutions, SBTi, 2022

In primo luogo l’istituzione deve definire i limiti dell’analisi, cioè quali attività aziendali prendere in considerazione, quali emissioni, dirette indirette o entrambe, e quali gas serra. In secondo luogo deve esaminare l’arco di tempo e quindi stabilire un percorso che contempli azioni nel breve periodo e nel lungo periodo. Infine definire le strategie di mitigazione, come disinvestimenti in attività altamente emissive, finanziamento di attività che propongo soluzioni climatiche e programmi che permettono di evitare le emissioni.

Per essere sicuri che gli obiettivi net-zero abbiano valenza e conducano a risultati concreti, il documento propone quattro principi guida da tener conto nella formulazione dei target.

Tutte le attività operative e finanziarie e le relative emissioni (dirette e indirette, quindi scope 1,2,3, includendo tutti gli asset in portafoglio) devono dunque essere allineati con gli obiettivi net-zero globali (principio uno) e in linea con gli Accordi di Parigi di contenimento dell’aumento della temperatura terrestre di 1,5 °C (principio due).

L’approccio delle istituzioni finanziarie non dovrebbe essere passivo e limitarsi solo a ridurre l’esposizione alle emissioni di gas serra dei propri portafogli, bensì attivo facendo leva sulle proprie capacità di influenzare e coinvolgere anche altri attori di mercato nell’intento di decarbonizzare l’economia reale (principio tre). Infine, le strategie di mitigazione adottate dalle istituzioni dovrebbero avere il duplice intento di finanziare gli sforzi di decarbonizzazione di un settore e le soluzioni climatiche necessarie per un’economia net-zero (principio quattro).

La definizione di net-zero per le istituzioni finanziarie

L’IPCC definisce net-zero il punto in cui le emissioni antropiche di gas serra nell’atmosfera sono compensate da quelle rimosse (l’Accordo di Parigi richiede che tale obiettivo dovrebbe essere raggiunto entro la metà del secolo, nel 2050).

Basandosi sulla definizione già stabilita per lo standard del Corporate net-zero di ottobre, l’SBTi propone la seguente definizione per le istituzioni finanziarie: “Essere allineati con gli obiettivi net-zero globali che permettano il contenimento della temperatura terrestre entro 1,5°C determina due condizioni per le istituzioni finanziarie. La prima è allineare tutti i finanziamenti con attività che permettano di raggiungere tale obiettivo di contenimento, la seconda è finanziare le attività che permettono di rimuovere in maniere permanente le emissioni residue”.

Per far ciò è necessario avere una strategia che consideri e quantifichi le emissioni associate agli investimenti per comprendere l’impatto negativo (in termini di emissioni) delle scelte d’investimento dell’istituzione; una strategia di allineamento dei portafogli che quantifichi gli impatti delle attività finanziate e definisca in modo chiaro gli obiettivi di riduzione delle emissioni e una strategia che permetta di includere all’interno del portafoglio quelle attività o aziende che offrono soluzioni al problema del cambiamento climatico.

In merito l’SBTi ribadisce la propria posizione sui cosiddetti crediti di carbonio sostenendo come questi non garantiscano realmente una riduzione delle emissioni in atmosfera e non siano allineati con i warning degli scienziati climatici. L’obiettivo e l’attenzione deve essere posta sulla decarbonizzazione delle catene di valore delle attività finanziate.