Gestione dei rifiuti

Interesse di Acea, Hera e A2A alla realizzazione del termovalorizzatore di Roma

È stato approvato nei giorni scorsi il Piano Rifiuti di Roma, tramite un’ordinanza firmata dal sindaco Roberto Gualtieri in quanto Commissario Straordinario di Governo per il Giubileo del 2025. Il primo cittadino della capitale ha anche approvato un’altra ordinanza che autorizza l’apertura della manifestazione d’interesse per la realizzazione del termovalorizzatore, stabilendone la localizzazione. L’annuncio dell’approvazione del Piano Rifiuti e della costruzione del termovalorizzatore avviene in un contesto profondamente critico che è quello dell’emergenza rifiuti che da anni attanaglia la Capitale e ha già suscitato diverse polemiche e reazioni contrarie tra esponenti ambientalisti e di forze politiche. 

Durante la procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) che precede l’approvazione del Piano Rifiuti definitivo, sono pervenute più di 600 osservazioni che hanno arricchito e migliorato il Piano, soprattutto rispetto al monitoraggio ambientale e sanitario. Tra le novità introdotte, l’istituzione di un Osservatorio di Piano, che supporterà il Commissario, garantirà un confronto continuo con il territorio e sarà assistito da un comitato scientifico con esperti di livello internazionale.

L’avvenuta conclusione del processo di VAS è un passaggio fondamentale che ha consentito di arrivare alla definitiva approvazione del Piano, che include anche due impianti di selezione delle frazioni secche da raccolta differenziata, due per la digestione anaerobica della frazione organica e i centri di raccolta.

Il soggetto prescelto tra i rispondenti alla manifestazione d’interesse per l’impianto di termovalorizzazione e gli impianti satellite (destinati alla gestione delle ceneri residue dal trattamento termico) avrà anche i seguenti compiti: 

  • Mitigare le emissioni di anidride carbonica (cattura della Co2);
  • Ottimizzare la distribuzione dei vettori energetici recuperati (produzione e distribuzione dell’energia termica prodotta);

Le proposte, che verranno accolte nei prossimi tre mesi, dovranno contenere un progetto di fattibilità, una bozza di convenzione, il piano economico-finanziario e la specificazione delle caratteristiche del servizio e delle modalità di gestione.

Il vincitore sarà l’azienda che soddisferà per l’80% i criteri tecnici e per il 20% quelli economici. In seguito, verrà lanciato il bando per la costruzione e tra i concorrenti ci saranno, oltre ad Acea, Hera, A2A, anche aziende europee.

Il luogo individuato per costruire il termovalorizzatore è larea industriale di Santa Palomba, che smaltirà 600mila tonnellate di rifiuti indifferenziati l’anno trasformandoli in energia elettrica. Unitamente all’indifferenziata, verranno bruciati anche i rifiuti differenziati (plastica e metalli, vetro, carta e tessuti) che vengono già riciclati nelle filiere produttive.

Inoltre, più del 90% delle ceneri pesanti e leggere prodotte dall’impianto verranno recuperate e destinate a fondi stradali e impieghi edili. Non è prevista la realizzazione di discariche di servizio e l’attuazione del piano consentirà di raggiungere l’obiettivo “discarica zero”.

La pubblicazione della gara avverrà nell’agosto del 2023, la prima fase concreta di realizzazione del termovalorizzatore però è prevista per la primavera del 2024, mentre il completamento per l’estate del 2026

Polemiche al termovalorizzatore

In prima linea contro la costruzione del termovalorizzatore ci sono la CGIL e i radicali della sinistra ecologica – che lo reputano poco avveniristico e non conforme alle tecnologie del futuro – ma non sono mancate anche le opposizioni a carattere politico, provenienti da Fratelli d’Italia e Azione. 

In particolare, secondo Europa verde l’impianto avrà come risultato quello di aumentare le tasse dei cittadini e di “impattare dannosamente” in termini di vivibilità e di sostenibilità ambientale

L’opposizione politica, invece, ha manifestato le sue preoccupazioni rispetto alla tempistica di realizzazione del termovalorizzatore, nonché circa l’ingente spesa (oltre 7 milioni di euro) che l’Ama ha dovuto affrontare per acquistare l’area privata su cui nascerà l’impianto. Azione, nello specifico, ha insistito anche su un altro punto: la costruzione del termovalorizzatore non risolverà il problema di fondo dei cittadini romani, ovvero la cattiva gestione dell’Ama. 

Niente fondi dal PNRR

Un altro importante aspetto critico che riguarda il termovalorizzatore capitolino è la negazione dei fondi del PNRR per realizzarlo. Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, infatti, ha pubblicato la graduatoria con i progetti che avranno accesso ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma non rientra tra questi il progetto romano. Una perdita complessiva che, secondo diverse fonti, consisterebbe in 100 milioni di euro

Gualtieri, secondo quanto riportato da Repubblicaha definito la scelta del Ministero “incomprensibile” per diverse ragioni, tra cui la quantità di persone che trarranno vantaggio dall’impianto e la riduzione del gap impiantistico che esiste tra Nord e Centro-Sud. Il sindaco si è detto anche disposto a chiedere un cambiamento di posizione del governo “in tutte le sedi istituzionali”, coinvolgendo se necessario anche l’Anci, l’Associazione nazionale comuni italiani.

Il mancato finanziamento o le critiche che ha attirato il progetto non bloccheranno il processo di realizzazione del termovalorizzatore, tuttavia il problema economico sicuramente costringerà Roma a pensare eventualmente a un piano b, ovvero ad attingere da altri fondi. Non c’è dubbio che in una città in cui vengono prodotte quotidianamente circa 4.600 tonnellate di scarti indifferenziati e differenziati (dati Ama) la gestione dei rifiuti debba essere tra le priorità dell’agenda politica.