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Referendum Ecuador: stop alle trivelle in Amazzonia

L’Ecuador dice basta alle trivellazioni nella foresta amazzonica. È questo il risultato del referendum che ha visto trionfare il fronte del gruppo ambientalista Yasunidos. Il 59,14% degli ecuadoriani si è infatti espresso contro lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi all’interno del Parco Nazionale Yasuni, nell’Amazzonia ecuadoriana, in particolare nelle aree di Ishpingo, Tambococha e Tiputini (Itt), note come Blocco 43 e dichiarate riserva della biosfera dall’Unesco nel 1989.

Lo stop all’esplorazione petrolifera avvantaggia anche le popolazioni indigene in isolamento volontario che vivono nel Parco. Lo sfruttamento petrolifero nella zona era stato avviato nel 2016 dall’allora presidente Rafael Correa, dopo aver visto fallire la sua innovativa proposta ai Paesi più ricchi di condividere i costi della salvaguardia ambientale, col pagamento all’Ecuador di 3,6 miliardi di dollari (la metà di quanto si stimava avrebbe fruttato il petrolio) per evitare l’avvio dei pozzi del Blocco 43.

Ora la compagnia petrolifera nazionale Petroecuador avrà un anno di tempo per lasciare il sito. Se le operazioni saranno facilitate o meno, dipenderà anche dal nuovo presidente che sarà eletto il 15 ottobre. Domenica infatti le elezioni presidenziali hanno visto andare al ballottaggio Luisa González, 45 anni, fedelissima dell’ex presidente progressista Rafael Correa, e Daniel Noboa, 35 anni, figlio di uno degli imprenditori più ricchi del Paese (sconfitto proprio da Correa in un ballottaggio per le presidenziali). I due si sfideranno al secondo turno.

Il risultato è emerso al termine di una giornata elettorale apparentemente tranquilla che ha visto una affluenza storica pari all’82%, ma al contempo tesa e dominata dalla paura per la violenza dei narcos, in un Paese ancora sotto shock per l’omicidio del candidato centrista Fernando Villavicencio.

In ogni caso, il nuovo capo di Stato dell’Ecuador non avrà molto margine per cambiare le cose in quanto resterà in carica solo poco più di un anno, fino alla scadenza della legislatura. Poi si tornerà al voto nel 2025, per un mandato regolare. A maggio infatti il presidente conservatore Guillermo Lasso aveva invocato la clausola costituzionale della “muerte cruzada” (morte reciproca) e sciolto il parlamento controllato dall’opposizione per scampare all’impeachment, creando le condizioni per questo voto anticipato.