Mobilità sostenibile

Orsini (Confindustria): la sostenibilità non sia contro l’industria, no allo stop al motore endotermico

No allo stop al motore endotermico dal 2035. È questa la prossima battaglia del neopresidente di Confindustria Emanuele Orsini per il quale l’addio ai motori tradizionali “non ce lo possiamo permettere”. Il presidente, che negli ultimi giorni ha parlato in due occasioni, la 79° assemblea di Confindustria Piacenza e il Convegno dei Giovani Imprenditori di Rapallo, ha evidenziato la necessità che l’Europa rimetta la politica industriale al centro: “abbiamo bisogno di una politica industriale. Anzi, di una politica che non sia anti-industriale” ha affermato in chiusura del confronto tra industriali under40 e leader politici in Liguria.

Un tema, quello del “cambio di passo dell’Europa, con una politica dove si metta al centro l’industria”, che è stato anche menzionato nella relazione del governatore della Banca d’Italia venerdì e su cui Orsini ha manifestato il proprio consenso. Inoltre il presidente di Confindustria ha affermato di condividere altri due elementi chiave della relazione: incrementare investimenti e produttività e l’attenzione al capitale umano: “Sappiamo che oggi la domanda e offerta sul lavoro vale il cinquanta per cento, quindi in modo responsabile servono politiche per poter aiutare le nostre imprese ad avere capitale umano formato che possa aiutare le nostre imprese a crescere”.

La transizione alle macchine elettriche

Quanto alle macchine elettriche, la preoccupazione di Orsini deriverebbe dal fatto che ad oggi la produzione di motori endotermici supera quella di motori elettrici e per soddisfare la richiesta dell’UE sarebbe necessario trasformare tutta la filiera produttiva per non dipendere dalle esportazioni.

La normativa dell’UE ha introdotto, a seguito delle richieste di Germania e Italia, la possibilità, dal 2035, di immatricolare anche veicoli non elettrici a patto che siano alimentati da biocarburanti. I dettagli sulle caratteristiche specifiche sono ancora in via di definizione, ma potrebbero rappresentare un’alternativa all’elettrico.

In ogni caso, è prevista nel 2026 una verifica delle condizioni da parte dell’UE soprattutto in merito all’ampliamento delle infrastrutture di ricarica veloce sul territorio a seguito della quale, l’UE potrebbe decidere di slittare la data a dopo il 2035. Ma per Orsini, non è una questione di tempo, ma di tecnologia. Il presidente di Confindustria ha infatti commentato che, se dall’analisi degli impatti della supply chain è possibile raggiungere i medesimi obiettivi di decarbonizzazione entro la deadline, “è una follia proseguire sulla strada dell’elettrico”.