Emissioni CO2 | ESG News

Decarbonizzazione

Neutralità climatica: UE in ritardo, servono più finanziamenti per transizione e abbattimento CO2

L’Unione Europea si sta muovendo nella giusta direzione, ma deve accelerare il ritmo del cambiamento per raggiungere concretamente la neutralità climatica nel 2050. A dover migliorare, in particolare, sono i finanziamenti per la transizione e l’eliminazione delle emissioni di CO2. È quanto emerge dall’analisi dell’European Climate Neutrality Observatory (ECNO) sullo stato dell’arte del progresso delle istituzioni europee verso la neutralità climatica. 

Lo studio dell’ECNO, riferito al periodo tra il 2015 e il 2021, prende in esame tredici elementi costitutivi di un futuro neutrale dal punto di vista climatico. All’interno di ciascuno di essi, l’analisi identifica le condizioni necessarie per il cambiamento, che vengono poi misurate utilizzando 104 indicatori dei progressi compiuti finora. 

Nonostante vi siano diversi risultati preoccupanti, come quelli riferiti ai finanziamenti per il clima, secondo l’ECNO l’accelerazione che l’UE ha messo nell’attuazione del Green Deal europeo porterà a progressi sempre più concreti per il raggiungimento della neutralità climatica. Ma, sebbene vi sia un certo ottimismo per quanto riguarda la governance per la politica dell’UE, l’osservatorio fornisce ai policy maker europei una serie di raccomandazioni da mettere in pratica nel futuro prossimo per affrontare al meglio le criticità relative al percorso di neutralità climatica.

ECNO ha impiegato una propria metodologia per arrivare a monitorare i progressi verso la neutralità climatica dell’UE che tende a superare l’attuale mancanza di dati e informazioni puntuali. Il metodo è stato sviluppato partendo dal confronto con gli obiettivi dell’UE contenuti nei documenti ufficiali europei e constata, attraverso 13 elementi composti da alcuni fattori chiave per un futuro neutrale dal punto di vista climatico – come mobilità, elettricità, agrifood, rimozione del carbonio e industria in generale – insieme a delle attività trasversali che riguardano la just transition, gli stili di vita e l’adattamento.

Dalla proiezione della tendenza attuale si nota come se si continuasse su questa strada ci si troverebbe a un livello di “Assessed Trend” molto diverso dall’obiettivo del target (“EU Target”), come si vede in figura. Questo vuol dire che al momento, nel percorso verso la neutralità climatica, l’Europa è fuori strada.

Fonte: European Climate Neutrality Observatory.

I tredici elementi costitutivi per la neutralità climatica

L’ECNO ha individuato 6 settori più rilevanti nell’affrontare l’emergenza climatica, che sono la mobilità, l’industria, gli edifici, il sistema agroalimentare e la necessità di rimuovere l’anidride carbonica per compensare le emissioni GHG, con l’elettricità come motore fondamentale della transizione. 

Accanto ai “blocchi settoriali”, l’osservatorio ha definito poi dei “blocchi trasversali”, che influenzano fortemente gli sviluppi settoriali e supportano la riduzione delle emissioni di gas serra. La finanza, la tecnologia pulita e gli stili di vita sono alla base dei cambiamenti necessari nei settori, mentre la governance copre il quadro decisionale generale per la politica climatica. D’altra parte, misure di transizione giuste e inclusive sono fondamentali per gestire l’impatto sulle regioni e sui cittadini dell’UE. La responsabilità dell’UE di rispondere agli impatti dei cambiamenti climatici e di contrastare le vulnerabilità dei suoi cittadini, invece, è trattata nell’ambito dell’adattamento, mentre l’ultimo blocco trasversale valuta la coerenza dell’azione esterna dell’UE con la neutralità climatica.

I blocchi settoriali e trasversali

Fonte: European Climate Neutrality Observatory.

I risultati

Mentre l’UE porta a termine la legislazione relativa all’European Green Deal, l’analisi dei 13 elementi rivela punti di forza e di debolezza nei progressi verso la neutralità climatica europea. 

In particolare, per quanto riguarda i settori, l’elettricità è quasi “in linea”, ma la quota di energia rinnovabile e il livello di integrazione delle rinnovabili nel mix energetico si stanno muovendo ancora troppo lentamente. Rispetto alla mobilità, all’industria, all’edilizia e all’agroalimentare, i progressi sono risultati “troppo lenti” e richiedono una netta accelerazione dei cambiamenti nell’ambito delle politiche del Green Deal per la neutralità climatica. Mentre l’eliminazione del biossido di carbonio si sta addirittura muovendo nella “direzione sbagliata”, soprattutto a causa della riduzione dei pozzi naturali.

Anche i blocchi intersettoriali hanno registrato progressi diversi. La governance è stata valutata come “sulla buona strada”, il che è secondo l’ECNO un segnale promettente perché indica che è in atto un sistema sempre più solido per facilitare azioni adeguate in tutti i blocchi considerati dall’osservatorio. La transizione giusta e inclusiva, la tecnologia pulita, gli stili di vita e l’azione esterna, invece, sono nella giusta direzione ma procedono a un ritmo troppo lento. D’altra parte, i progressi in materia di adattamento hanno rischiato di andare nella direzione sbagliata e i finanziamenti sono chiaramente “fuori strada”. Il risultato della governance è tuttavia un segnale promettente. Indica che viene messo in atto un quadro sempre più solido per facilitare azioni adeguate sia nei settori che nei blocchi trasversali.

Progressi tra i blocchi per raggiungere la neutralità climatica

Fonte: European Climate Neutrality Observatory.

Guardare al futuro: le raccomandazioni per i responsabili politici

Alla luce dei progressi e delle aree di miglioramento emersi dallo studio, l’ECNO sottolinea la necessità di un sistema di monitoraggio in grado di indicare ai responsabili politici dell’UE in modo chiaro e completo dove i progressi sono sufficienti e dove, invece, non sono abbastanza rapidi o addirittura non ci sono. Per definire un sistema di questo tipo, secondo l’osservatorio le istituzioni europee dovrebbero seguire le seguenti raccomandazioni

  • Intervenire nelle aree in cui lo studio mostra sviluppi particolarmente preoccupanti, vale a dire dove alcuni obiettivi e fattori di cambiamento particolarmente cruciali sono risultati nella direzione sbagliata. Ciò riguarda i finanziamenti e l’eliminazione delle emissioni di anidride carbonica in generale, ma anche specifici fattori abilitanti all’interno di altri elementi costitutivi (come il passaggio della produzione zootecnica a un modello più sostenibile, il cambiamento modale nel trasporto di passeggeri e merci o l’adattamento agli impatti climatici nell’agricoltura e nella silvicoltura);
  • Creare un sistema di monitoraggio ufficiale per informare il processo decisionale, basato su una serie completa di indicatori, che esamini i cambiamenti strutturali sotto la curva delle emissioni e le loro condizioni abilitanti;
  • Integrare e allineare il sistema di monitoraggio con altri sistemi di monitoraggio dell’UE (ad esempio il “Semestre europeo”) per ridurre l’onere amministrativo e informare più processi in modo coerente, compresi la pianificazione e la rendicontazione a livello nazionale;
  • Aggiornare regolarmente sia i percorsi di base che la valutazione dei progressi – almeno ogni due anni;
  • Colmare le lacune nei dati attraverso nuovi obblighi di rendicontazione e l’adeguamento della raccolta dei dati;
  • Coinvolgere nello sviluppo del sistema, in modo trasparente e aperto, esperti degli Stati membri, della società civile, delle imprese e del mondo accademico, per rafforzare il sostegno e facilitare l’applicazione del sistema;
  • Progettare un meccanismo di attivazione volto a verificare la gravità della mancanza di progressi osservata e garantire interventi politici mirati, se necessario.