La quota di consumo di energia da fonti rinnovabili a livello UE ha raggiunto il 21,8% nel 2021, una diminuzione di 0,3 punti percentuali rispetto al 2020. Si tratta del primo calo mai registrato.
Se si considera l’obiettivo dell’UE attualmente fissato al 32% per il 2030 siamo ancora ben al di sotto dal raggiungerlo e questi dati portano un po’ di allarmismo anche a fronte del percorso, invocato dai vertici UE, verso una sempre maggiore indipendenza energetica. L’Eurostat ha quindi invitato in una nota gli Stati membri a un incremento degli sforzi su questo fronte anche considerando che il piano REPowerEU modificherà la direttiva sulle energie rinnovabili, aumentando l’obiettivo al 45%.
Secondo i dati Eurostat, la Svezia ha ancora la più alta quota di energia da fonti rinnovabili in EU che si attesta al 62,6%. In generale, i paesi con il maggior contributo di rinnovabili al mix energetico, che alzano la media Ue anche di molti punti, sono quelli del Nord Europa, quindi Svezia, Finlandia, Stati baltici assieme all’Austria, tutti caratterizzati da un mix rinnovabile basato principalmente su biomasse forestali e idroelettrico. Spagna, Francia, Germania e Italia sono poco sotto la media Ue. Le percentuali più basse di rinnovabili sono state registrate in Lussemburgo (11,7%), Malta (12,2%), Paesi Bassi (12,3%), Irlanda (12,5%) e Belgio (13%).