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White paper

Eurosif, ecco la nuova classificazione per gli investimenti sostenibili

La grande crescita degli investimenti che si dichiarano rispettosi di ambiente, persone e governance lascia aperto un quesito di fondo: quali investimenti si possono veramente definire sostenibili? E anche le recenti normative, quale per esempio la SFDR, lasciano degli spazi di incertezza. L’Eurosif (European Sustainable Investment Forum), l’associazione pan-europea dedicata alla promozione della sostenibilità attraverso i mercati finanziari, ha provato a dare una risposta organica con la pubblicazione di un white paper in cui presenta una nuova classificazione per gli investimenti sostenibili, cioè concretamente orientatati a favorire la transizione. Lo schema si basa sugli approcci ampiamente applicati per le strategie di investimento sostenibile dall’Eurosif, dalla GSIA e dai Principi per l’Investimento Responsabile (PRI) delle Nazioni Unite e li combina con la classificazione proposta dalla task force sull’impatto istituita dal G7 che si basa su ricerche accademiche e arriva a definire cinque categorie di investimenti con un diverso livello di ambizioni nel contribuire effettivamente alla transizione ambientale e sociale.

Spinti da una crescita a ritmi sostenuti, gli investimenti che si definiscono sostenibili hanno raggiunto masse di rilievo. Nel 2020 l’alleanza degli investimenti sostenibili globali, GSIA (Global Sustainable Investment Alliance) stimava che gli investimenti finanziari sostenibili costituissero circa il 36% degli attivi globali in gestione e avevano raggiunto i 35,3 trilioni di dollari, un valore più che doppio rispetto a quello del 2016. La problematica su cui ormai si dibatte è se però gli investimenti che ad oggi sono ritenuti o classificati come sostenibili stiano effettivamente contribuendo alla transizione sostenibile auspicata, ossia se hanno effettivamente un impatto reale nell’economia e nella società. Indirizzare nel modo giusto i capitali è cruciale per provare a vincere le sfide globali attuali, dal cambiamento climatico alla riduzione delle disuguaglianze.

Nel nuovo schema di classificazione proposto dall’Eurosif, tutte le categorie di investimento sono raggruppate secondo cinque dimensioni. La prima riguarda le caratteristiche generali, la seconda le strategie pre-investimento, la terza le strategie post-investimento, la quarta la misurazione della performance e la quinta è relativa alla documentazione.

Le caratteristiche generali

Le caratteristiche generali fanno riferimento al “livello di ambizione” di un investimento, ossia quanto cerca di supportare attivamente la transizione verso un’economia sostenibile. In questa concezione, un livello di ambizione alto si avrà quando l’obiettivo dell’investimento è contribuire in modo specifico e significativo a tale transizione. Strettamente legato al livello di ambizione generale è quindi l’intenzione di un investimento, lo scopo principale. Si possono distinguere tre tipi di obiettivi principali che determineranno quindi il livello di ambizione. Il primo è l’adesione a specifici valori o volontà personali, il secondo è la riduzione del rischio finanziario o il miglioramento della performance finanziaria e il terzo è il contributo alla soluzione di sfide reali nel contesto ecologico e sociale.

Inoltre, anche per l’Eurosif è necessario distinguere il tipo di materialità cui si fa riferimento, finanziaria o d’impatto, o, quando si includono entrambe, doppia. Ad oggi, le regolamentazioni internazionali stanno spingendo sull’importanza di integrare una doppia materialità negli schemi di rendicontazione e investimento e dunque riferire le informazioni necessarie a comprendere sia l’effetto dei parametri ESG sulla performance finanziaria di un’attività, che quelle necessarie a capire in che modo tale attività ha un impatto sulle questioni ESG, inerenti quindi la sostenibilità.

Strategie di pre e post investimento

Nelle strategie di pre-investimento rientrano quelle legate al principio dell’esclusione, quindi alla scelta di non investire in attività che, in base a considerazioni etiche o finanziarie, non sono ritenute sostenibili (per esempio quelle legate al settore delle armi o al tabacco). La scelta di investimento può essere legata al rispetto o meno di una compliance normativa, quindi le società vengono esaminate per verificarne la conformità a norme internazionali o a quadri di riferimento ampiamente riconosciuti di standard minimi.

Altra importante strategia di investimento è l’integrazione dei fattori ESG, definita come la strategia che integra esplicitamente e sistematicamente le considerazioni sui rischi e le opportunità ESG nelle analisi delle attività e delle aziende su cui si decide di investire.

Rientrano poi in tali strategie quelle legata al “best in class”, “best in universe” e “best in progress” in base alla quale le attività di investimento sono selezionate secondo le loro performance ESG (solitamente consultando eventuali rating ESG) e al confronto con i propri competitor, all’interno di un universo o di un settore, oppure quelle che presentano più di altre un miglioramento nel tempo rispetto a specifici criteri di sostenibilità o al rating ESG. Secondo l’Eurosif una estensione potenziale di questa strategia potrebbe essere quella di selezionare le partecipate con i migliori piani di miglioramento futuri, idealmente supportati da prove.

Infine, le attività di investimento possono essere selezionate in base a temi legati a questioni ESG ( come per esempio cambiamento climatico, agricoltura sostenibile, eco-efficienza, edilizia green, parità di genere, salute e altro) e a eventuali risultati a esse associati. Le definizioni di Eurosif, PRI e GSIA si concentrano sul contributo positivo che le aziende apportano ai temi di sostenibilità identificati. La nuova classificazione dell’Eurosif utilizza un concetto più ampio di sostenibilità tematica che include sia una prospettiva finanziaria sia una doppia materialità. Le strategie a tema sostenibilità possono quindi essere implementate con un focus sulla gestione dei rischi e delle opportunità ESG e/o sull’allineamento o sulla generazione di un impatto positivo.

Tra le strategie post-investimento rientrano invece quelle relative all’engagement e al voto. Entrambi sono definiti come processi a lungo termine che cercano di influenzare i comportamenti o l’informativa delle aziende in merito a questioni legate alla sostenibilità.

Le cinque categorie di investimento

Il nuovo schema di classificazione dell’Eurosif individua quindi cinque categorie distintive: gli investimenti focalizzati sulle esclusioni; gli investimenti ESG di base; gli investimenti ESG avanzati; gli investimenti allineati all’impatto; e infine gli investimenti che generano impatto.

L’associazione pan-europea definisce investimenti sostenibili quelli che hanno almeno una minima ambizione di contribuire alla transizione sostenibile. In sintesi, solo i tre più ambiziosi delle cinque categorie. E l’appartenenza a una o altra categoria dipende da come i principi che guidano l’approccio all’investimento si confrontano con ogni dimensione sopra elencata.

Fonte: White paper Classification Scheme for Sustainable Investments, Eurosif, 2022

L’obiettivo principale degli investimenti incentrati sull’esclusione è quello di allineare il portafoglio a specifici valori etici o finanziari personali attraverso una strategia di esclusione o di compliance normativa. Di conseguenza, questo tipo di investimenti non ha l’ambizione di sostenere attivamente la transizione verso un’economia più sostenibile e pertanto per l’Eurosif non sono considerati investimenti sostenibili.

Gli investimenti ESG di base, invece, pur integrando in parte nel processo di investimento elementi di sostenibilità, hanno l’obiettivo di mitigare i rischi ESG e costituiscono una categoria adatta per quegli investitori tradizionalmente attenti ai rendimenti corretti per il rischio a lungo termine, quindi anche quello ESG. La misurazione della performance ESG si concentra sugli indicatori di performance di sostenibilità chiave (ESG-KPI) o sui rating che misurano i rischi ESG finanziariamente rilevanti. Per l’Eurosif, tali investimenti hanno un’ambizione di sostenere attivamente la transizione verso un’economia più sostenibile solo marginale poiché le prove di un contributo effettivamente positivo rimangono speculative. Pertanto, anche questi non sono classificati come investimenti sostenibili.

Gli investimenti ESG avanzati mirano invece a gestire non solo i rischi ma anche le opportunità legate a parametri ESG, concentrandosi su questioni ESG finanziariamente rilevanti. Avendo una chiara attenzione aggiuntiva alle opportunità, quindi, vanno oltre la pura prospettiva di mitigazione del rischio perseguita dagli investimenti ESG di base. Sebbene la transizione verso un’economia più sostenibile non sia lo scopo esplicito di tali investimenti, gli investimenti ESG avanzati potrebbero comunque sostenerla quando tale transizione va di pari passo con la gestione dei rischi e delle opportunità ESG. Per classificare un investimento come ESG avanzato non basta che il gestore applichi i principi di esclusione, ma è necessario che venga implementato almeno uno tra gli approcci di screening positivo, quali per esempio l’integrazione dei fattori ESG nell’analisi del rischio in modo vincolante e a tutto il portafoglio o l’analisi best in class. Diversamente rispetto agli investimenti ESG di base, gli investimenti ESG avanzati utilizzano anche strategie di post investimento e i loro risultati sono riportati in modo dettagliato includendo le KPI (per esempio le emissioni GHG o i rating ESG).

A differenza delle categorie di investimenti ESG di base e avanzati, quella degli investimenti allineati all’impatto include la doppia prospettiva di materialità nelle scelte di portafoglio. L’obiettivo di questo tipo di investimenti è quello di affrontare le sfide ambientali e sociali e di allinearsi agli obiettivi riconosciuti a livello internazionale, come gli SDG. A tal fine, si concentrano su investimenti che già producono un impatto aziendale positivo. Ciò include, per esempio, investimenti che selezionano società la cui riduzione dei gas serra è già allineata a Parigi, senza alcun contributo da parte dell’investitore stesso. Di conseguenza, l’Eurosif ritiene che questo tipo di investimenti abbia un livello di ambizione medio per sostenere attivamente la transizione verso un’economia più sostenibile. Gli investimenti allineati con l’impatto attuano sia controlli negativi che positivi per affrontare le sfide e gli obiettivi ambientali e sociali. Le esclusioni e gli screening basati sulle norme escludono le attività con impatti negativi, come i combustibili fossili o le violazioni dei diritti umani e gli screening positivi selezionano quelle con impatti positivi su fattori ambientali o sociali, ad esempio utilizzando gli SDGs o la tassonomia dell’UE come quadri di riferimento. I possibili screening positivi includono approcci “best in class, universe, progress” o a tema sostenibilità, ma non necessariamente la strategia di integrazione ESG.

Infine, gli investimenti generatori di impatto contribuiscono attivamente a risolvere le sfide sociali e/o ambientali del mondo reale. Di conseguenza, tengono conto di una doppia prospettiva di materialità e hanno l’ambizione di sostenere la transizione verso un’economia più sostenibile. Nei loro approcci pre-investimento, si concentrano sull’allocazione del capitale come meccanismo di impatto dell’investitore per influenzare positivamente gli effetti delle società partecipate. Ciò include sia l’aumento degli impatti positivi che la riduzione di quelli negativi delle aziende in cui si investe. Le valutazioni negative escludono le attività economiche non trasformabili, ad esempio quelle definite dalla relazione della Piattaforma sulla finanza sostenibile dell’UE su una tassonomia ambientale estesa.

Tali investimenti si differenziano da quelli allineati all’impatto in quanto mirano a modificare attivamente l’impatto delle società partecipate attraverso le attività degli investitori. Per dimostrare la loro influenza, è necessario misurare l’impatto degli investitori, sia relativamente all’allocazione del capitale che per le strategie di engagement. Il successo di queste strategie deve essere monitorato regolarmente.