National biodiversity future center

Erbario centrale italiano, al via la digitalizzazione di 4,2 mln di campioni vegetali

Con oltre 2 milioni di campioni botanici stimati, l’Erbario centrale italiano del Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze è il più grande in Italia e tra i più importanti al mondo. Ed è qui che la storia della botanica italiana e il futuro della ricerca sulla biodiversità oggi si incontrano.

Grazie all’impegno del National biodiversity future center (Nbfc), primo centro italiano di ricerca sulla biodiversità, ha preso avvio il piano di digitalizzazione massiva dell’Erbario centrale italiano, e di altre collezioni naturalistiche italiane per un totale di 4,2 milioni di campioni. Il progetto è finanziato con quasi 7 milioni di euro, la conclusione è prevista per fine di agosto 2025.

“Il piano di digitalizzazione massiva si inserisce tra le azioni concrete che Nbfc è chiamato a operare per la ricerca e la valorizzazione della biodiversità in Italia”, ha commentato Luigi Fiorentino, presidente Nbfc, “con la sua rete nazionale estesa di università, centri di ricerca, associazioni e altri soggetti privati e sociali, il Centro si propone di promuovere la conoscenza della biodiversità italiana grazie a piattaforme digitali che insieme a tecnologie avanzate e intelligenza artificiale consentirà ai ricercatori di tutto il mondo di accedere al nostro immenso patrimonio naturale”.

“Formidabile archivio di biodiversità vegetale, l’Erbario centrale di Firenze contiene almeno 2 milioni stimati di campioni tra piante a seme e organismi privi di fiori e semi come muschi, felci, alghe, funghi e licheni, oltre a un vasto deposito che raccoglie centinaia di migliaia di campioni ancora poco o mai studiati”, ha spiegato Stefano Cannicci, responsabile scientifico del Nbfc per l’Ateneo fiorentino”.

“Questo ingente progetto di digitalizzazione consente per la prima volta di valorizzare in maniera ampia e coordinata le collezioni naturalistiche italiane, con un focus su quelle botaniche”, ha concluso Elena Canadelli dell’Università di Padova, responsabile scientifica del progetto di digitalizzazione, “l’Università di Padova è orgogliosa di coordinare questo progetto, che speriamo sia l’inizio di una nuova fase nello studio e valorizzazione di questo patrimonio unico”.