Acquisizione

Eni cresce nel gas con l’acquisto di Neptune Energy

Eni ha annunciato che insieme a Vår Energi ASA ha raggiunto un accordo per l’acquisizione di Neptune Energy Group Limited. Neptune è una società indipendente, leader nell’esplorazione e produzione, con un portafoglio globale di asset prevalentemente a gas e attività in Europa occidentale, Nord Africa, Indonesia e Australia. La produzione di Neptune è competitiva in termini di costo e ha un basso livello di emissioni. Neptune, fondata nel 2015 da Sam Laidlaw e attualmente controllata da China Investment Corporation insieme ad alcuni fondi fondi gestiti da Carlyle Group e da CVC Capital Partners oltre che da alcuni manager della società, ha come obiettivo di raggiungere il net zero entro il 2030. “Il nostro obiettivo è catturare più carbonio di quanto ne emettiamo attraverso le nostre attività e attraverso l’uso dei nostri prodotti entro il 2030” è il loro claim.

Eni acquisirà l’intero portafoglio di Neptune con esclusione delle attività in Germania e in Norvegia. Le attività in Germania saranno scorporate dal perimetro prima dell’operazione, mentre le attività in Norvegia saranno acquisite da Vår, società quotata alla Borsa di Oslo e nella quale Eni hanuna quota del 63%.

Il valore dell’operazione è 4,9 miliardi di dollari, derivanti da una valutazione dell’Enterprise Value di Neptune Global Business pari a 2,6 miliardi di dollari, mentre Neptune Norway Business avrà un Enterprise Value pari a circa 2,3 miliardi di dollari. Il corrispettivo sarà pagato in contanti al momento del  completamento dell’operazione e finanziato attraverso la liquidità disponibile di Eni.

L’operazione, sottolinea una nota di Eni, rappresenta “un’opportunità eccezionale per Eni”, consentendole di integrare le proprie attività in aree geografiche chiave, di sostenere l’obiettivo del 60% di produzione di gas naturale e di raggiungere un livello di zero emissioni nette (Scope 1 + 2) nel business Upstream entro il 2030. L’operazione è in linea con la strategia di Eni di fornire alla società energia accessibile, sicura e a basse emissioni, per la quale il gas naturale rimane una fonte importante. L’acquisizione di Neptune è coerente con il framework operativo e finanziario di Eni e con gli obiettivi definiti nel Piano 2023-2026, consentendo di incrementare gli utili e i flussi di cassa, nonché di creare valore addizionale per gli azionisti.

“Attraverso questa operazione Eni acquisisce un portafoglio di elevata qualità e a bassa intensità carbonica, con un’eccezionale complementarità a livello strategico e operativo. Riteniamo che il gas” ha commentato Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, “sia una fonte energetica ponte cruciale per la transizione energetica globale, e siamo impegnati ad aumentare la nostra quota di produzione di gas naturale al 60% entro il 2030. Neptune contribuirà al nostro portafoglio prevalentemente con risorse gas. Inoltre, la sovrapposizione geografica e operativa è sorprendente: aumenta la dimensione di Vår Energi, società di cui Eni detiene la maggioranza; apporta una maggiore produzione di gas e ulteriori opportunità CCUS nel Mare del Nord; consolida la posizione di Eni come prima compagnia internazionale in Algeria, fornitore chiave di gas per i mercati europei; incrementa la presenza di Eni nell’offshore dell’Indonesia, con forniture all’impianto di GNL di Bontang e ai mercati nazionali. Ci aspettiamo inoltre che questi volumi addizionali di gas garantiscano ulteriori opportunità di ottimizzazione per le attività GGP di Eni. L’operazione aggiungerà circa 4 miliardi di metri cubi di gas da destinare ai consumatori europei. Un ulteriore aspetto cruciale dell’operazione è il basso costo delle nuove forniture e l’incremento di flusso di cassa che porta a Eni. Questo supporta il nostro impegno nell’offrire un dividendo attraente e solido e il programma di buyback a sostegno della distribuzione del 25-30% del CFFO ai nostri azionisti. La natura e le sfide della transizione energetica richiedono una risposta focalizzata, e questa operazione evidenzia in particolare due aspetti importanti della strategia finanziaria di Eni: la flessibilità e l’opzionalità che la nostra elevata liquidità e il nostro basso leverage offrono, e il nostro innovativo modello satellitare che contribuisce ad accedere a capitali dedicati”.

La produzione del portafoglio di Neptune nel 2022 era composta per il 77% da gas ed è considerata a basse emissioni di carbonio Nel dettaglio, l’intensità carbonica Scope 1&2 della produzione operata nel 2022 era pari a 5,9 kgCO2eq/boe3.

Neptune, inoltre, sta portando avanti progetti CCS in Norvegia, nei Paesi Bassi e nel Regno Unito, mentre si prevede che il FEED del progetto L10 nei Paesi Bassi quest’anno. Eni considera la CCS una leva fondamentale nella sua strategia di decarbonizzazione, con l’obiettivo di una capacità lorda di 30 milioni di tonnellate/anno entro il 2030. L’avvio del progetto CCS di Ravenna è previsto nel 2024 mentre il progetto HyNet nel Regno Unito – uno dei due progetti ‘Track 1’ – sta progredendo. Eni sta inoltre portando avanti i progetti CCS di Bacton nel Regno Unito, Bahr Essalam in Libia e altri progetti in Egitto, Australia ed Emirati Arabi.