Anche il settore delle costruzioni sta cercando di valorizzare gli aspetti legati alla sostenibilità economica, sociale, ambientale e di cogliere quindi la sfida ESG. L’obiettivo per le aziende è di poter essere facilmente riconosciute come ESG compliant, ovvero rispettose dei fattori ambientali, sociali e di governance (ESG), al fine di divenire soggetti privilegiati per gli investitori che, oggi più di prima, tengono in considerazione questi aspetti nella selezione delle imprese sulle quali investire. “In un contesto che sta puntando sempre di più verso il green si presentano grandi opportunità per le imprese nel settore delle costruzioni che sapranno allinearsi ai parametri ESG che anche il nuovo sistema regolatorio europeo considera come uno dei driver dello sviluppo economico” ha dichiarato Giovanni Pelazzi, presidente di Argenta SOA nel presentare il Report Il settore delle costruzioni nel 2022 tra Pnrr, bonus fiscali, tassi d’interesse, capitale umano e sfide ESG, realizzato dal Centro Studi della società.
“I fattori ESG, infatti, sono un insieme di parametri, non sempre considerati in modo sistematico in passato, cruciali per la reputazione e la performance dell’azienda, che si allinea maggiormente con le preferenze dei consumatori e diviene meno esposta a rischi regolamentari” ha aggiunto Pelazzi.
Nell’indagine condotta dal Centro Studi di Argenta SOA gli imprenditori del settore delle costruzioni intervistati hanno richiesto di prevedere certificazioni volontarie (analogamente all’ISO) che permettano di essere riconosciute come ESG compliant, rivolgendosi a fornitori con analoghe certificazioni e garantendo, sotto questo profilo, anche le aziende delle quali sono a loro volta fornitrici. “In tal modo, lungo tutta la filiera si genera un ecosistema di imprese che rispettano gli obiettivi di sostenibilità, da monte a valle della catena produttiva.” ha sottolineato il presidente di Argenta SOA.
Dal report, che nasce con l’intento di dare un quadro delle sfide che dovrà affrontare il settore, emerge come l’edilizia sia uno dei settori ad aver dato il maggiore contributo all’incremento del PIL nel 2021 e nella prima parte del 2022, ma che il comparto delle costruzioni vive da alcuni mesi una fase molto complessa.
In particolare, per gli imprenditori, secondo lo studio di Argenta SOA, è prioritario intervenire in materia fiscale per ripristinare il meccanismo di cessione del credito per le ristrutturazioni e rimodulare le detrazioni fiscali per un periodo di almeno 10 anni, mantenendo però quanto già previsto per il 2023.
“Dalle nostre rilevazioni periodiche fatte in autunno e a gennaio” ha dichiarato Pelazzi, “le preoccupazioni maggiori delle imprese intervistate si focalizzano, ad oggi, prevalentemente su tre aspetti: il principale (75% delle risposte) è l’aumento del costo dell’energia, seguito da aumento dei costi delle materie prime e carenza di personale qualificato (62,5% delle risposte). La decelerazione dei prezzi di alcune materie prime osservata nei mesi più recenti rappresenta un sollievo per le imprese ma va evidenziato che i costi sono tuttora superiori dell’ordine di tre-quattro volte rispetto a quelli pre-Covid, per cui le imprese hanno bisogno di essere ancora sostenute per potere restare sul mercato”.
I risultati dell’analisi, realizzata su un campione di imprese con attestazione SOA e che consta di cinque domande sulla situazione attuale e sulle prospettive, mostrano infatti anche una netta prevalenza di imprese (il 75%) che, rispetto a marzo, non ha in programma nuovi investimenti proprio a causa delle prospettive economiche peggiori.
Dalle rilevazioni emergono segnali di ottimismo sul PNRR
Per quanto riguarda i lavori infrastrutturali e di costruzioni previsti per il PNRR, il 50% degli intervistati ritiene che ci siano le condizioni per portarli a termine. “C’è un ragionevole ottimismo” ha concluso Pelazzi, “che i lavori verranno realizzati secondo i tempi previsti ma una parte di imprenditori ritiene indispensabile, affinché ciò si realizzi, che gli enti pubblici si organizzino e si velocizzino anche assumendo nuove risorse qualificate per potere lavorare nella gestione delle procedure relative alle gare di appalto.”
Secondo l’analisi, con riferimento alle tipologie di attività che possono essere svolte da imprese con attestazione SOA, l’ammontare complessivo raggiunge almeno i 40 miliardi di euro. Nella ripartizione dei lavori, gli investimenti previsti dalla misura 2.2 del PNRR sono i più corposi (valgono 6 miliardi di euro) e si riferiscono ad attività necessarie per la “resilienza, la valorizzazione del territorio e per l’efficienza energetica dei Comuni”; seguono 4,6 miliardi di euro destinati a interventi per “asili nido e scuole dell’infanzia”; 4,5 miliardi per progetti di “riqualificazione urbana” e 3,9 miliardi ancora per riqualificazioni di edilizia scolastica.
Il comparto edile, si sottolinea nel report, ha un ruolo decisivo non solo per il peso che riveste nell’economia italiana ma anche per accompagnare il Paese verso la cosiddetta “transizione verde”: una buona parte delle misure dedicate dal PNRR a questo tipo di obiettivo sono finalizzate a rinnovare gli immobili esistenti per renderli più efficienti dal punto di vista energetico. “Alla luce della dipendenza del nostro Paese da fonti energetiche tradizionali, una maggiore efficienza delle unità abitative porterebbe non solo a garantire cospicui risparmi per i bilanci delle famiglie e del Paese, ma anche a ridurre i rischi derivanti dalla forte dipendenza dagli umori e dalle ritorsioni di paesi non vicini dal punto di vista geopolitico, come è avvenuto con la Russia dopo l’invasione dell’Ucraina”.