Si è aperto l’altro ieri a Berlino e si conclude oggi il Petersberg Climate Dialogue, un “dialogo” preparatorio alla COP28, che si terrà a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre 2023. La conferenza ha accolto i rappresentanti di alto livello di oltre 40 Paesi presso il Ministero degli esteri federale per discutere di azioni concrete verso il superamento della crisi climatica. Tra i partecipanti, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres e il tanto discusso Sultan Al-Jaber che, oltre ad essere il ministro dell’Industria e delle tecnologie avanzate degli Emirati Arabi Uniti, è l’amministratore delegato della Abu Dhabi National Oil Company (ADNOC), l’azienda petrolifera del Paese.
Il presidente della COP28 Al-Jaber nel suo intervento ha fatto alcune importanti dichiarazioni, tra cui la volontà di dedicare una giornata della COP di quest’anno al tema della salute, la richiesta di porre fine alle emissioni da combustibili fossili tramite la cattura di CO2 e l’accusa di “fallimento” ai Paesi ricchi per non essere riusciti a raggiungere l’obiettivo dei 100 miliardi di dollari all’anno di finanziamenti per il clima.
Rispetto al tema della salute, Al-Jaber ha sottolineato che la crisi climatica inasprirà le criticità dei sistemi sanitari globali, già piegati da altri fenomeni. Oltre alle conseguenze degli eventi climatici estremi, come le ondate di caldo, le inondazioni e la siccità, l’aumento delle temperature avrà un impatto diretto sul benessere e sulla salute delle persone.
Al-Jaber ha poi ricordato che dopo la pubblicazione a marzo del capitolo finale dello storico rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), è necessario ora discutere seriamente su se e come utilizzare le tecnologie in grado di rimuovere l’anidride carbonica dall’atmosfera. Riguardo gli obiettivi di riduzione delle emissioni e di limitazione del riscaldamento globale, Al-Jaber, rivolgendosi agli altri ospiti, ha promesso che utilizzerà il suo ruolo di presidente della COP28 per perseguire gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, prevedendo di valutare i progressi dei Paesi per la prima volta dal 2015 tramite un processo noto come “inventario globale”. Il presidente ha evidenziato la probabilità che i risultati della valutazione rilevino una situazione lontana dal raggiungimento degli obiettivi, tra cui quello degli 1,5°C, di quasi tutti i Paesi. Proprio per questo, ha ribadito Al-Jaber, questo momento di analisi dei progressi è così importante, per prendere coscienza.
Al Jaber ha anche affermato che i Paesi ricchi devono presentarsi alla COP28 dopo aver dimostrato di fornire ai Paesi poveri i 100 miliardi di dollari all’anno di finanziamenti per il clima promessi più di un decennio fa. Il presidente della COP ha voluto poi sottolineare il fallimento dei Paesi più sviluppati che ha bloccato il progresso di tutti.
La questione chiave della giustizia climatica, che si concentra sui Paesi poveri e vulnerabili che sono maggiormente a rischio pur avendo fatto il minimo per provocare la crisi climatica, sarà ancora di più al centro della COP28 rispetto a quelle precedenti dopo l’approvazione della risoluzione sulla giustizia climatica dell’ONU di fine marzo.