Creme solari impatti ambiente | ESG News

A cura di Studio Fieschi & soci

Come scegliere creme solari a ridotto impatto sull’ambiente

I potenziali rischi per gli ecosistemi, le etichette dei prodotti e lo smaltimento una volta terminati. Sono questi i tre aspetti a cui far caso nella scelta di creme solari che rispetti il Pianeta. Agosto è infatti il mese che per gli italiani fa rima con vacanze estive e con abbronzatura. Ma se da anni c’è sempre più consapevolezza degli impatti sulla pelle dei raggi ultravioletti UVA e UVB, e quindi dell’importanza di proteggerla durante l’esposizione al sole, non è altrettanto diffusa la stessa consapevolezza per quanto riguarda gli impatti ambientali delle protezioni solari. Eppure, che sia al mare, al lago, in montagna o in campagna, l’abbronzante non manca nelle valigie e aumentano gli acquisti. Ecco a cosa prestare attenzione se si desidera una protezione dal sole e un’abbronzatura più sostenibili.

I rischi per gli ecosistemi marini

L’impatto delle creme solari sull’ambiente non è facilmente quantificabile. Tuttavia, sono stati effettuati alcuni studi di laboratorio sull’effetto che alcuni principi attivi di questi prodotti potrebbero avere sugli ecosistemi marini e in particolare sulle barriere coralline.

L’attenzione dei ricercatori negli ultimi anni si è concentrata in particolare su ossibenzone e ottinoxato che indurrebbero il fenomeno dello sbiancamento dei coralli promuovendo infezioni virali nelle alghe con cui questi organismi vivono in simbiosi, le quali non sono solo il motivo della colorazione dei coralli ma soprattutto una delle loro fonti di nutrimento. Questo fenomeno potrebbe essere aggravato anche dai nano-materiali contenuti in alcuni filtri solari minerali.

Occorre quindi fare sempre attenzione alla composizione dei prodotti che acquistiamo, se leggiamo fra gli ingredienti Octocrylene, Ossibenzone, Benzofenone, Butylparaben o Canfora (3-benzylidiene camphor, 4-methylbenzylidene camphor) dobbiamo essere consapevoli che potrebbe trattarsi di sostanze dannose per gli organismi marini.

I loghi e le etichette da leggere

Diversi solari hanno sottoposto i propri processi e prodotti a certificazioni ambientali. L’EcoSun Pass, ad esempio, certifica che il solare non impatta negativamente sull’ambiente, e in particolare sulle barriere coralline grazie all’assenza di filtri chimici dannosi. In Italia, inoltre, le etichette CIEA e AIAB assicurano che un solare è compatibile con il rispetto della pelle e dell’ambiente, poiché contiene il solo filtro fisico. Attenzione poi al modo in cui i solari sono testati: etichette come Ecocert, Cruelty Free e Vegan Society scongiurano la presenza di test dannosi sugli animali.

Creme solari, spreco e raccolta differenziata

Un modo semplice per diminuire l’impatto ambientale delle creme solari è non sprecarli. Spesso ci ritroviamo alla fine della bella stagione con flaconi mezzi pieni, chiedendoci se conservarli per l’estate successiva senza rischi per la nostra salute. Altroconsumo ha testato, conformemente a norme ufficiali ISO, l’efficacia di diversi solari a un anno dall’apertura della confezione e dopo averli esposti a temperature elevate e luce solare. Tutti i prodotti hanno mantenuto lo stesso fattore di protezione indicato sulla confezione.

E quando finiamo di utilizzarli, dove dobbiamo buttare la confezione? Dal primo gennaio 2023 è in vigore l’obbligo di etichettatura ambientale per tutti gli imballaggi, comprensiva di indicazioni chiare per il corretto smaltimento a fine vita. Generalmente i solari sono contenuti in flaconi o tubetti che vanno conferiti nella raccolta della plastica; se si tratta di una bomboletta spray metallica, invece, va messa assieme alle lattine e il tappo nella plastica, ma occorre comunque informarsi sulle modalità di raccolta locali che talvolta prevedono il conferimento di diversi materiali insieme. Un aiuto può arrivare dall’app Junker: mediante la lettura del codice a barre ci permette di capire come differenziare la nostra confezione nei diversi comuni.

Attenzione a se il prodotto non è esaurito e riporta l’indicazione di materiale infiammabile e pericoloso: in quel caso dev’essere portato nei centri di raccolta comunali in quanto rifiuto urbano pericoloso.