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BCE allerta sui rischi climatici delle criptovalute

I rischi di transizione climatica aumenteranno al crescere dell’esposizione del settore finanziario ai cripto-asset. È quanto prevede la BCE nel bollettino macroprudenziale di luglio nel quale approfondisce i rischi e le implicazioni politiche di diversi segmenti dell’ecosistema dei cripto-asset. Nati nel 2008, da uno sviluppatore di software (o un gruppo di sviluppatori) con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto che ha creato il primo bitcoin, le valute digitali sono esplose negli ultimi due anni.

Esiste oggi un ecosistema complesso e in crescita formato da diverse categorie di criptovalute che vanno dalle stablecoin alle DeFi e ai token non fungibili (NFT). Di recente, l’aumento delle interconnessioni con altre parti del sistema finanziario ha portato a un dibattito politico globale sulla rilevanza e sui rischi dei cripto-asset per il sistema finanziario.

Nel bollettino di luglio anche la BCE infatti allerta sui rischi per la stabilità finanziaria derivanti dai cripto-asset evidenziando come le recenti analisi effettuate, in linea con quelle del Financial Stability Board (FSB), suggeriscono che la natura e la portata dei mercati delle valute digitali si stanno evolvendo molto rapidamente porgendo rischi alla stabilità finanziaria e che i mercati dei cripto-asset devono quindi essere regolamentati e sorvegliati in modo efficace.

Inoltre, una forte problematica deriva dalla significativa impronta di carbonio di alcuni cripto-asset. Il funzionamento di alcuni di questi, come per esempio il bitcoin, utilizza infatti una elevata quantità di energia non in linea con le politiche ambientali pubbliche e private e con gli obiettivi ambientali, sociali e di governance (ESG). Questo pone un alto rischio legato alla transizione climatica perché i prezzi delle criptovalute non incorporano le esternalità legate agli impatti delle emissioni di CO2.

La BCE evidenzia quindi che, sebbene i governi siano i principali responsabili delle politiche, anche le istituzioni finanziarie e gli standard prudenziali hanno un ruolo da svolgere. Le autorità pubbliche dovranno valutare se l’alta impronta di carbonio dei cripto-asset comprometta i propri impegni legati alla “transizione verde”. Al contempo, gli investitori dovranno valutare se investire in determinati cripto-asset sia in linea con i loro obiettivi ESG e le istituzioni finanziarie dovranno necessariamente incorporare i rischi finanziari legati al clima dei cripto-asset nella loro strategia climatica.

Infine, sottolinea la banca centrale, per quanto riguarda gli standard prudenziali, esistono diverse opzioni normative per definire i requisiti di capitalizzazione. Si va da un approccio sensibile al rischio sotto forma di maggiorazioni ponderate per il rischio a un approccio di deduzione del capitale per tutte le nuove esposizioni a cripto-asset con un’impronta di carbonio significativa.