Austria, Francia e Italia, insieme ad altri nove paesi dell’UE (Repubblica ceca, Cipro, Grecia, Ungheria, Lussemburgo, Lituania, Malta, Romania e Slovacchia), sono pronti a sostenere che la carne coltivata in laboratorio rappresenta una minaccia per “metodi di produzione alimentare genuini”. Lo hanno affermato in una lettera indirizzata al Consiglio dell’UE, dove hanno sottolineato anche come il settore non possa rappresentare “un’alternativa sostenibile alla produzione primaria agricola”.
Oggi è previsto un incontro tra i ministri dell’Agricoltura dell’UE (a rappresentarci Francesco Lollobrigida), sede in cui le delegazioni austriaca, francese e italiana si opporranno alla produzione di carne coltivata. Secondo questi paesi, la carne coltivata in laboratorio solleva questioni etiche, economiche, sociali e di salute pubblica che “sono essenziali per la società futura”. La posizione dei 12 paesi potrebbe aprire una spaccatura in seno al Consiglio.
Attualmente in Europa non viene commercializzata carne sintetica e l’autorizzazione potrebbe arrivare solo dopo la valutazione da parte dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA). Al momento i paesi guidati da Austria, Francia e Italia chiedono di “tenere conto di queste domande e dei risultati delle discussioni che si terranno con gli Stati membri e la società civile europea prima di prendere qualsiasi decisione sull’autorizzazione all’immissione in commercio”. Alcune delle domande proposte includono come garantire la sicurezza della carne coltivata in laboratorio e come “prevenire la creazione di monopoli o oligopoli sul mercato alimentare”. Il documento solleva anche preoccupazioni sulla “reale impronta di carbonio” delle coltivazioni e sulla possibilità che il processo offra migliori standard di benessere degli animali. “Ricordiamo che fino ad oggi l’UE non ha mai rilasciato alcuna autorizzazione sui prodotti animali basati su tecniche di coltivazione cellulare”, hanno aggiunto le delegazioni.
Finora, l’Italia è stata l’oppositore più accanito della carne coltivata in laboratorio, proponendo e approvando un divieto nazionale sulla vendita di prodotti di agricoltura cellulare. La misura è attualmente sotto esame da parte dell’UE per possibile violazione delle regole del mercato unico. Nella posizione opposta, invece, i Paesi Bassi, che sono in prima linea nella produzione di carne cellulare nell’UE, mentre a livello globale a primeggiare sono Singapore, Stati Uniti e Israele