Crescono all’insegna della transizione energetica gli investimenti nel settore Gas&Power nel 2023 in Europa e in Italia. A fronte delle turbolenze geopolitiche e delle incertezze nel mercato dell’energia che si sono susseguite, sulla scia dei due anni precedenti, si scorgono i risultati delle strategie adottate a livello comunitario per incrementare la sicurezza energetica. Uno scenario che si riflette anche sul contesto italiano, dove gli investimenti complessivi del settore nel 2023 ammontano a 17,1 miliardi di euro, in netto aumento rispetto al 2022. A spingere questo trend è l’accelerazione sulla transizione energetica e le Fonti Energetiche Rinnovabili (FER), per le quali sono programmati oltre 200 miliardi di euro al 2030 a livello europeo. È quanto emerso nel corso della I edizione della “CFO Utilities Conference“, organizzata da Agici con la collaborazione di Intesa Sanpaolo attraverso la Divisione IMI Corporate & Investment Banking. Nell’occasione è stato presentato il Rapporto 2024 dell’Osservatorio Agici-Accenture sulle Utilities. Lo studio fornisce un’analisi sullo stato di salute economico-finanziario e sulle strategie di investimento messe in campo nel 2023 e pianificate al 2030 dei principali Gruppi Italiani ed europei del settore Gas & Power.
Il report suddivide i principali player energetici italiani in tre cluster di operatori economici, ciascuno caratterizzato da specifici driver di crescita. A pesare di più sul totale degli investimenti sono i gruppi energetici, che nel corso del 2023 hanno investito 7,4 miliardi di euro (+20% sul 2022), indirizzati prevalentemente allo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili, in particolare eolico e fotovoltaico. Una cifra destinata a salire a 32 miliardi di euro di investimenti al 2030, di cui 24,6 riferiti al triennio 2024-2026.
Seguono gli operatori di rete indipendenti, che nell’anno passato hanno investito 5,3 miliardi di euro (+16% sul 2022), e stanzieranno 18,1 miliardi di euro entro il 2030 per sviluppare le reti di trasmissione e distribuzione di energia e gas. Infine, gli investimenti delle Multiutility sono stati pari a 4,6 miliardi di euro (+17% sul 2022), in gran parte destinati all’ammodernamento delle reti energetiche e alla manutenzione sugli impianti esistenti, con investimenti programmati al 2030 per 23,8 miliardi di euro.
Analizzando i Piani Strategici dei principali operatori, emerge come una buona parte delle risorse sarà destinata alle FER, al fine di raggiungere gli ambiziosi obiettivi di transizione energetica imposti a livello nazionale ed europeo. Sul totale di 355 miliardi di euro di investimenti previsti dai 18 Gruppi europei considerati dal report, nel periodo 2024-2030, infatti, circa 200 miliardi di euro sono allocati per lo sviluppo di capacità FER, il cui 70% sarà finanziato dagli operatori integrati. Il restante 30% è inerente ai gruppi rinnovabili, la cui pipeline di progetti a livello aggregato risulta pari a 69,4 GW, principalmente riferita a nuovi parchi eolici (onshore e offshore) e fotovoltaici, in Europa, America, Asia e Pacifico (esclusa la Cina).
Infine, l’ultima parte dello studio tratteggia un quadro dell’andamento economico finanziario del settore, a partire da un campione di 14 operatori italiani e 18 europei. Entrambi i cluster riportano per il 2023 una riduzione dei ricavi, dovuta alla minore volatilità dei prezzi rispetto al 2022: da 108,9 miliardi di euro del 2022 a 92,5 miliardi di euro del 2023 per gli operatori italiani, da 839,9 miliardi di euro ai 779 miliardi di euro invece per gli operatori europei.
Si registra, al contrario, una crescita negli utili netti, grazie al venir meno degli effetti negativi della pressante tassazione sugli extra-profitti. Gli operatori italiani sono passati da un utile aggregato di 4,2 miliardi di euro nel 2022 a uno di 4,7 miliardi di euro (+13%) nel 2023, mentre quelli europei da 16,5 miliardi di euro a 51,5 miliardi di euro (+212%).
“Il 2021 e il 2022 sono stati anni di forte incertezza per il settore energetico a causa del fragile assetto geopolitico e della crescente inflazione, con conseguenze dirette su prezzi e investimenti del settore Gas&Power”, ha dichiarato Marco Carta, amministratore delegato di Agici, “con questo rapporto, abbiamo voluto evidenziare l’impegno e la proattività della filiera per soddisfare gli obiettivi di transizione energetica con investimenti mirati e progressivi. Il 2023, per quanto anch’esso turbolento sotto l’aspetto geopolitico, è stato l’anno di partenza e la crescita si prospetta rapida per il triennio 2024-2026, arrivando poi al 2030. Lo sviluppo delle FER sarà il volano del cambiamento per una maggior sicurezza energetica dei paesi europei”.
“Il rapporto presentato oggi conferma l’impegno dei principali player energetici italiani ed europei verso la transizione energetica, un tema a cui il Gruppo Intesa Sanpaolo è da sempre sensibile e che ci spinge a supportare le aziende che operano in questa direzione, anche in coerenza con gli obiettivi previsti dal PNRR”, ha sottolineato Andrea Mayr, Head of Client Coverage & Advisory della Divisione IMI CIB di Intesa Sanpaolo, “la realizzazione di progetti legati alle energie rinnovabili rappresenta un passo necessario per una maggiore sicurezza energetica e per lo sviluppo in chiave sostenibile del tessuto economico e produttivo nazionale ed europeo.”