Lo stabilimento produttivo di 3M a Grassobbio, in provincia di Bergamo, è il primo della società ad ottenere la certificazione carbon footprint secondo gli standard ISO 14064-3. Il sito italiano, si legge in una nota, si posiziona come capofila del percorso di sostenibilità intrapreso dall’azienda verso l’obiettivo net zero.
Il caso di Grassobbio si distingue, infatti, per un approccio virtuoso che riguarda non solo i processi produttivi e operativi del sito, ma vede al contempo il coinvolgimento diretto di dipendenti, fornitori e clienti per la realizzazione di una cultura aziendale all’insegna della tutela ambientale.
“Questa certificazione è uno step strategico nell’impegno di 3M a favore della riduzione delle emissioni climalteranti. Un risultato che attesta il sito di Grassobbio come un esempio di sostenibilità a cui ispirarsi e da replicare anche per altri siti 3M nel mondo. Con questo approccio, possiamo puntare al nostro obiettivo globale di ridurre le emissioni di carbonio del 50% entro il 2030” ha dichiarato Mario Ghiggini, Direttore dello stabilimento 3M di Grassobbio.
Specializzato nella produzione di nastri adesivi ad uso industriale e specialistico a marchio Scotch™, uno dei brand iconici di 3M, Grassobbio, a cavallo tra il 2019 e il 2020, ha dismesso la produzione di adesivi a base solvente, a favore di soluzioni più sostenibili con tecnologia hot melt e acrilica.
Il 2023 mette, dunque, una nuovo tassello nel percorso di sostenibilità del plant: attraverso una capillare mappatura dei consumi che negli ultimi dieci anni ha visto l’identificazione delle attività direttamente coinvolte nella produzione di CO2, l’azienda si è infatti impegnata nell’attuazione di interventi strategici con investimenti mirati in soluzioni tecnologiche che hanno determinato una netta riduzione delle emissioni di carbonio (-75%), un miglioramento dell’efficienza energetica del sito (+9%), una riduzione degli scarti indifferenziati (-52 tonnellate) e del consumo di acqua (-43%).
In particolare, l’assessment per la valutazione del carbon footprint ha preso in esame l’impatto dei gas ad affetto serra causati da fonti dirette, come il consumo di gas naturale impiegato per i processi produttivi o per il riscaldamento dell’edificio, fonti indirette, o da altre fonti come, ad esempio, gli spostamenti del personale dipendente.
L’ottenimento della certificazione carbon footprint rientra nella responsabilità sociale dell’azienda, a favore di un percorso concreto verso la tutela ambientale che vede anche il coinvolgimento diretto di tutti i dipendenti. Questi ultimi, infatti, attraverso il programma 3P – “Pollution Prevention Pays” sono chiamati ad assumere un ruolo rilevante nell’ideazione di strategie per la riduzione dei consumi e all’insegna dell’economia circolare.
Nell’ultimo triennio, l’impegno a favore del programma è stato inserito anche all’interno del premio di produzione e ha permesso di ottimizzare l’operatività del plant. Ne sono un esempio il miglioramento delle operazioni di stoccaggio e carico/scarico merci per efficientare i trasporti e ridurre le emissioni, così come il riciclo degli scarti di produzione che vengono riutilizzati indirettamente nel processo produttivo.