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Conferenza Onu

I messaggi di Papa Francesco alla COP28

Il pensiero di Papa Francesco è arrivato alla COP28, nonostante la sua assenza fisica, tramite la voce del cardinale Pietro Parolin, capo delegazione della Santa Sede a Dubai). “Anche se a distanza, seguo con attenzione i lavori della COP28 a Dubai, sono vicino. Rinnovo il mio appello perché ai cambiamenti climatici si risponda a cambiamenti politici concreti”, ha affermato il Santo Padre.

Il Papa, tra i firmatari di una dichiarazione dei giorni scorsi di tutti i leader religiosi che invita i diversi credi a unirsi per “guarire il nostro mondo ferito”, ha rinnovato l’invito già espresso nel lungo discorso che avrebbe dovuto pronunciare nella terza giornata dei lavori della COP, che è stato letto appunto da Parolin. L’invito cioè ad uscire dalle “strettoie dei particolarismi e dei nazionalismi”, che sono “schemi del passato” e che hanno rappresentato, in taluni casi, un ostacolo a frenare avidità, sfruttamento, deliri di onnipotenza. “Abbracciamo una visione comune, impegnandoci tutti e ora senza rimandare per una necessaria conversione ecologica globale”, ha detto Francesco.

Nel suo discorso, il pontefice ha sottolineato anche l’urgenza di creare un Fondo contro fame e povertà con i soldi che attualmente vengono destinati al settore delle armi. E lancia poi un ultimo appello: “per favore: andiamo avanti, non torniamo indietro. È noto che vari accordi e impegni assunti hanno avuto un basso livello di attuazione perché non si sono stabiliti adeguati meccanismi di controllo, di verifica periodica e di sanzione delle inadempienze”. Ma tanto è cambiato in questi anni e “qui si tratta di non rimandare più, di attuare, non solo di auspicare, il bene dei vostri figli, dei vostri cittadini, dei vostri Paesi, del nostro mondo”.