Dopo giovani e finanza green, il terzo appuntamento dell’anno di ConsulenTia 2021 è focalizzato su innovazione e tecnologia. Due elementi che, insieme all’energia dei millennials, sono in grado di aiutare il passaggio da un modello di economia lineare a uno circolare. In questa trasformazione, i consulenti finanziari possono giocare il ruolo di pivot grazie alla loro capacità di entrare in sintonia con i risparmiatori e di indirizzare le loro scelte verso prodotti che possono avere un impatto. Un importante compito che vede il supporto dell’Anasf, l’associazione di categoria, impegnata ad accrescere la consapevolezza dei consulenti finanziari circa le tematiche ESG e a diffondere la cultura finanziaria, e della finanza sostenibile in particolare, presso i risparmiatori. Il tutto nel contesto normativo di riforme strutturali delineato dal Green Deal europeo e dal Pnrr italiano. E, alla vigilia della terza edizione di ConsulenTia 2021 intitolata “Riforme strutturali e crescita sostenibile: il ruolo dell’innovazione”, che sarà trasmessa in diretta streaming il 25 maggio, ESGnews ha chiesto a Luigi Conte, presidente di Anasf come i consulenti finanziari, facendo leva sull’innovazione, possano contribuire a mettere in moto le risorse necessarie al rilancio del Paese.
L’innovazione come elemento fondamentale della transizione verso un’economia circolare e più sostenibile. Come si inserisce il ruolo dei consulenti finanziari e del risparmio in questa trasformazione?
Per favorire questa transizione è necessario che i risparmiatori acquisiscano consapevolezza di essere parte attiva del cambiamento e delle opportunità per loro di scelte di investimenti mirati e volti al raggiungimento di obiettivi non solo personali, ma anche sociali. E’ compito dei consulenti finanziari, e più in generale deve esserlo per tutti gli operatori del settore, acquisire formazione puntuale sulle tematiche ESG ed essere in grado di tradurre le esigenze degli investitori in scelte economiche sostenibili. Abbiamo nel nostro DNA la caratteristica giusta per centrare l’obiettivo: è la nostra continua capacità di innovare.
Che ruolo gioca la digitalizzazione nell’attività dei consulenti finanziari?
Sicuramente un ruolo di supporto e stimolo alla professione. Oggi il consulente finanziario, grazie alla digitalizzazione di taluni passaggi della sua attività, dispone di maggior tempo da dedicare alla relazione con il cliente, un tempo di qualità, che gli consente di offrire un servizio di consulenza a maggior valore aggiunto, dedicando più risorse al monitoraggio delle esigenze del risparmiatore e al rapporto di scambio e confronto.
Quali sono le proposte di Anasf nell’ambito della Proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) presentate nell’audizione presso il Senato della Repubblica, Commissione 14ª Politiche dell’Unione Europea e Commissione 5ª Bilancio?
La consulenza finanziaria può giocare un ruolo fondamentale nel dirigere i risparmi accumulati dagli italiani verso l’economia reale, per contribuire alla ripresa del settore produttivo italiano. In particolare abbiamo evidenziato gli obiettivi della missione 1 “digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura”, 2 “rivoluzione verde e transizione ecologica” e 4 “istruzione e ricerca”, nelle corde della nostra attività. A titolo di esempio Anasf ha evidenziato come i cf possono contribuire a raggiungere alcuni di questi obiettivi: sensibilizzando i risparmiatori verso le tematiche ESG, sostenendo la competitività delle imprese italiane sui mercati internazionali grazie alle risorse che possono provenire da strumenti finanziari innovativi, quali gli ELTIF e i PIR, e promuovendo l’educazione e la cultura finanziaria. Sottolineo in particolare quest’ultimo, perché uno degli obiettivi di Anasf, che realizza diverse iniziative ed eventi volti a fare acquisire alla cittadinanza un grado di alfabetizzazione finanziaria almeno sufficiente per poter affrontare i temi finanziari, è proprio il miglioramento del grado di alfabetizzazione finanziaria dei cittadini, peraltro fondamentale anche in un’ottica di rilancio di medio-lungo termine dell’economia italiana.
Ritiene che gli attuali strumenti (per esempio i Pir) siano adeguati per favorire l’impegno del risparmio nei nuovi progetti e verso le aziende innovative del Paese?
I Pir sono una forma di investimento a medio termine capace di veicolare i risparmi verso le imprese italiane, e in particolare verso le pmi, con incentivi fiscali per gli investitori. Da un lato, per l’investitore, favoriscono la diversificazione e ampliano l’orizzonte temporale di investimento; dall’altro, possono dare slancio alle aziende innovative del Paese.
Avete lanciato molte iniziative volte ad aumentare la cultura dei consulenti, in particolare verso la sostenibilità. Si inizia a vedere un cambiamento e una maggiore propensione a considerare le variabili ESG nelle scelte di investimento?
Come confermato dalle evidenze di una ricerca condotta recentemente con McKinsey, le variabili ESG non rappresentano oggi un trend quanto piuttosto uno stile di comportamento. Oltre la metà dei consulenti intervistati si aspetta tra tre anni di fotografare più del 25% del portafoglio investito dai propri clienti in prodotti ESG (contro l’attuale 12%). Si sta creando un sistema valoriale che vede i risparmiatori recettivi, con l’industria proattiva sul tema e in consulenti finanziari che stanno perfezionando la loro formazione per veicolare il messaggio con forza agli investitori.