Webuild Costruire il futuro Triennale Milano | ESG News

Infrastrutture e paesaggio

Webuild: la mostra “Costruire il futuro” apre in Triennale Milano

Un viaggio nel passato, nel presente e nel futuro delle infrastrutture per riflettere sul valore delle grandi opere e sulla necessità di definire un programma a lungo termine di sviluppo nel settore, che possa essere in grado di migliorare la vita delle attuali e future generazioni. Uno spazio interattivo e di riflessione – con foto d’arte e simulatori di macchinari – che apre le porte al lavoro di Webuild anche ai non addetti ai lavori. È questa la mostra Costruire il futuro. Infrastrutture e benefici per persone e territori inaugurata in Triennale Milano, e promossa dalla multinazionale delle costruzioni, che resterà aperta al pubblico gratuitamente dal 3 al 26 marzo 2023.

“Oggi ci sono nel Paese la volontà e la necessità di cambiare, dobbiamo trasformare in concreto le possibilità che ci offre il PNRR”, ha dichiarato Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild, “Spesso c’è stata mancanza di risorse, ma oggi non abbiamo scuse e questa opportunità ci pone di fronte ad una grande sfida, quella di creare infrastrutture sostenibili, dando un futuro alle prossime generazioni”.

Ad accogliere i visitatori, all’ingresso della mostra, è TBM Stefania, una delle sei talpe meccaniche impiegate da Webuild per scavare le gallerie della nuova Linea M4 di Milano. La mostra si sviluppa in otto aree tematiche lungo la curva del piano terra del Palazzo dell’Arte con un racconto immersivo delle opere che Webuild ha realizzato o sta realizzando in tutto il mondo, intervallato da una serie di installazioni site-specific di approfondimento create da architetti, paesaggisti, artisti e pensatori internazionali, che portano a riflettere sul ruolo delle infrastrutture per le persone e i territori.

“Il tema delle grandi opere si intreccia con lo sviluppo della qualità della vita e con la redistribuzione nel territorio delle infrastrutture essenziali per la società, la mostra unisce due punti di vista: quello del gruppo multinazionale e dei progettisti del paesaggio” ha affermato Stefano Boeri, presidente di Triennale Milano.

Ogni sezione della mostra dialoga, quindi, con una installazione site-specific, affidata a Triennale Milano. Questi approfondimenti critici – curati da Nina Bassoli e progettati per l’occasione da Fosbury Architecture, Michel Desvigne Paysagiste, Bureau Bas Smets, Studio Ossidiana con Giovanni Hänninen, Superflux, Catherine Mosbach con Shandor Chury (OVVO Studio) – aprono la riflessione a nuovi interrogativi, allargando lo sguardo agli ecosistemi dei quali le infrastrutture fanno parte.

Ne è esempio Wandering Fields, l’installazione di Studio Ossidiana con Giovanni Hänninen che richiama l’attenzione sulle trasformazioni che avvengono nei paesaggi che abitiamo, ma anche sui materiali che spostiamo e rimodelliamo nello spazio e nel tempo. Presentata da Assab One in occasione del Fuori Salone 2022, e ora trasportata all’interno del Parco Trotter di Milano, Wandering Fields conduce il visitatore a un riavvicinamento – e forse anche a una riappropriazione – di tutto ciò che compone i propri luoghi di vicinanza, di “casa”. Da qui l’uso di materiali organici (carbone, sabbia, conchiglie, canapa, argilla espansa, terra rossa e terriccio) provenienti dalle pianure olandesi e padane, familiari per il duo di architetti e designer, a formare un territorio, un tappeto, modificabile e quindi riprogettabile dai visitatori.

Il lavoro è stato fotografato in un arco temporale di due mesi dal fotografo Giovanni Hänninen, che grazie all’immagine ora esposta alla mostra di Webuild, rende conto della trasformazione di questo paesaggio restituendo le tracce lasciate dai visitatori. Ed è proprio il concetto di tempo e di dimensionalità su cui si sofferma Hänninen: la possibilità di convogliare in una foto, e al contempo poter far esperenziare e rendere quasi tangibile, la temporalità dimensionale delle più disparate azioni umane.