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Settore armi

Leonardo cede GES e conferma la guidance: prosegue la crescita

Leonardo annuncia la cessione della controllata GES in ottica di ottimizzazione del portafoglio e conferma la guidance 2022, anche alla luce delle prospettive di crescita conseguenti dall’attuale contesto di peggioramento delle relazioni internazionali.

La società ha infatti comunicato che la controllata statunitense Leonardo DRS ha firmato un accordo vincolante per la vendita del business GES (Global Enterprise Solutions), il più grande fornitore di comunicazioni satellitari commerciali per il governo degli Stati Uniti che offre comunicazioni satellitari mission-critical e soluzioni di sicurezza di livello mondiale. Global Enterprise Solutions sarà ceduta a SES per un importo pari a 450 milioni di dollari e il closing dell’operazione è previsto per la seconda metà del 2022. Sempre in data odierna Leonardo ha confermato la guidance 2022 relativa all’indebitamento netto di gruppo pari a circa 3,1 miliardi di euro.

“La cessione del business GES è un ulteriore passo in avanti nell’esecuzione del Piano Industriale: stiamo ottimizzando il nostro portafoglio e continuando a concentrarci sul core business. L’operazione annunciata oggi conferma anche l’impegno a raggiungere i nostri obiettivi, in linea con la guidance 2022.” ha commentato Alessandro Profumo, AD di Leonardo.

Elementi che hanno contribuito a migliorare le attese degli analisti finanziari con case, come la francese Exane BNP Paribas, che ha alzato la raccomandazione ad “outperform” il target price.

D’altro canto, in un quadro internazionale in cui le tensioni scatenate dalla guerra russo-ucraina stanno spingendo le nazioni europee ad aumentare le spese militari, le previsioni di crescita degli analisti per il gruppo leader nel settore della difesa continuano a essere al rialzo. La Germania, ad esempio, ha già annunciato che intende innalzare la spesa annuale per la difesa a oltre il 2% del PIL (target NATO) e anche l’Italia prevede un incremento della spesa militare nelle prossime leggi di bilancio.

Tali decisioni arrivano in un momento in cui è in atto una riflessione sulla sostenibilità del settore della difesa e delle armi. Da una parte, infatti, le indicazioni fornite dagli esperti della Piattaforma sulla Finanza Sostenibile nel report sulla tassonomia sociale non hanno incluso il settore della difesa tra le attività considerate sostenibili dalla Tassonomia sociale, anzi il settore delle armi è identificato come un’attività significativamente dannosa da un punto di vista sociale. D’altro canto alcuni fondi ESG i quali, anche alla luce del drammatico conflitto in corso in Ucraina, cominciano a non considerare più un taboo l’inclusione nei propri portafogli di aziende produttrici di armi, quando hanno come finalità la difesa nazionale e rientrano nel rispetto delle norme e delle convenzioni internazionali.