Comparabilità e cooperazione, queste le due parole chiave emerse dal summit “Financing the blue and green economy” organizzato da Euronext nelle giornate dell’8 e 9 giugno 2021.
Gli ospiti intervenuti durante la seconda giornata dell’evento, tra i quali troviamo Jean Lemierre, Chairman di BNP Paribas e Kjerstin Braathen, CEO di DNB ASA, hanno espresso un pensiero comune ossia che la sostenibilità necessita di parametri comuni di valutazione e forte cooperazione tra le varie nazioni nell’utilizzo di un framework globale. Queste convinzioni trovano supporto anche nelle parole di Yves Perrier, Chairman of the Board of Directors di Amundi e Sabine Lochmann, President di Vigeo Eiris, intervenuti nella prima giornata, i quali rimarcano che invece di preoccuparsi di scoprire quali potranno essere i veri vincitori della sfida verso la sostenibilità, bisognerebbe pensare ad unire le forze per arrivare più velocemente a questo traguardo.
I paesi asiatici, al pari di quelli europei, hanno iniziato a redigere proprie tassonomie per raggiungere gli obiettivi climatici promessi ma, nonostante siano elaborate sul modello di quelle occidentali, inglobano gradi di sviluppo eterogenei in termini economici, sociali e ambientali per via sia dei diversi obiettivi di abbattimento delle emissioni e target temporali prefissati sia della relativa inesperienza ad affrontare tali tematiche. Questo aspetto trova conferma e relativi approfondimenti nel lavoro dell’ICMA (International Capital Market Association) intitolato “Overview and Recommendations for Sustainable Finance Taxonomies” che, fotografando il panorama delle iniziative di tassonomia attuali e future, attesta che, data la situazione, devono essere portati avanti ancora grandi sforzi per arrivare a costruire un quadro di norme comuni a livello internazionale.
Il gap creatosi in questa materia tra Europa, precursore in questo campo, e le altre nazioni ha fatto sì che diversi attori nel panorama internazionale, iniziassero ad approcciare il tema già lo scorso anno. L’impellenza della questione ha spinto le autorità tra le quali il Teg (Technical Expert Group), la Piattaforma internazionale sulla finanza sostenibile della Commissione Europea, la Banca Mondiale, la Global Financial Association e l’Ocse ad organizzare degli incontri, a partire da quest’anno, volti all’armonizzazione delle tassonomie. Tra questi eventi vale la pena ricordare il workstream bilaterale (Ue – Cina),
La mancanza di un framework o di linee guida comuni si ripercuotono anche sul secondo grande tema emerso durante la conferenza ossia la comparabilità dei dati ESG concetto ripreso da Perrier, “non è importante quanto approfondito sia il reporting, ma conta che sia veritiero e semplice da comprendere. E’ necessario che si giunga ad una seria e profonda standardizzazione dei parametri ESG come quelli che attualmente abbiamo per i criteri finanziari.” e da Lemierre: “servirebbe un framework globale che stabilisca criteri di misurazione standard e regole che impongano massima trasparenza nel processo di reporting e disclosure dei dati.”
In attesa di ciò, il presidente di BNP Paribas ritiene che, oltre alle autorità internazionali, anche gli asset manager possano ricoprire un ruolo dirompente nella transizione come acceleratori e promotori del cambiamento poiché il rapporto con i clienti dovrà subire ampie revisioni ed essere anche attento alle performance ESG e alla qualità di reporting di tali dati.
La transizione verso un sistema di regole unificate è una richiesta unanime e rappresenterà un modo per espandere e rendere ancor più fruibile alla clientela retail il mercato degli assets sostenibili.