Il ministro del lavoro e delle politiche sociali Marina Calderone ha firmato l’adozione del decreto che stabilisce i presupposti per la sperimentazione triennale del reddito alimentare, un sostegno introdotto dalla legge di bilancio 2023 per aiutare chi è in situazione di povertà assoluta e per combattere lo spreco di cibo. Il decreto, ora al vaglio degli organi competenti, definisce le modalità attuative della misura, la platea dei beneficiari e come destinare le risorse finanziarie che ammontano a 1,5 milioni di euro nel 2023 e 2 milioni annui dal 2024.
Nello specifico, il reddito alimentare è un nuovo tipo di aiuto che consiste nella distribuzione gratuita alle persone in condizione di povertà assoluta, anche tramite gli enti del terzo settore, di pacchi alimentari. Questi pacchi sono realizzati con i prodotti invenduti dei negozi della distribuzione alimentare, in quanto non idonei alla vendita, per esempio a causa delle confezioni rovinate o perché prossimi alla scadenza.
Il decreto definisce le prime modalità attuative della misura e le forme di coinvolgimento degli enti del terzo settore. È stato redatto a seguito di incontri con le parti istituzionali coinvolte (prevalentemente ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, AGEA e ANCI) e con il partenariato (tavolo per la lotta agli sprechi e per l’assistenza alimentare e organizzazioni partner nazionali del programma FEAD).
Per quanto riguarda l’attuazione del decreto, è prevista una sperimentazione di tre anni presso alcuni comuni capoluogo delle città metropolitane, individuati a seguito di intesa in conferenza unificata.
Il reddito alimentare si affianca ad altre iniziative di supporto all’indigenza attraverso la distribuzione di beni alimentari, come il fondo nazionale presso il ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, il programma PO I FEAD per il periodo 2014-2020, e una fetta del nuovo PN inclusione e lotta alla povertà 2021-2027, dove esiste un obiettivo specifico dedicato.