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Parità di genere

Nessuna donna tra i 28 membri del comitato organizzatore della COP29

Il comitato organizzatore del vertice globale sul cambiamento climatico COP29, previsto per dicembre 2024 in Azerbaigian, ha già attirato critiche per la sua formazione, composta da 28 uomini e nessuna donna.

Il presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev, ha annunciato questa decisione, che è stata definita “regressiva” dall’ONG eco-femminista She Changes Climate. Il vertice sul clima COP28 tenutosi negli Emirati Arabi Uniti il ​​mese scorso, infatti, ha avuto una rappresentanza femminile nel suo comitato organizzatore del 63%.

Il comitato COP29 è composto prevalentemente da ministri o funzionari governativi, con ruoli chiave assegnati a figure come il capo del servizio di sicurezza dello stato e il capo della rete statale di distribuzione del gas dell’Azerbaigian. She Changes Climate ha espresso preoccupazione per l’assenza di donne in posizioni decisionali relative a una questione globale critica come il cambiamento climatico.

L’ONG ha chiesto un’equa rappresentanza nella governance della COP29, sottolineando la necessità di parità di genere nell’affrontare le sfide climatiche che colpiscono il mondo intero. A tal proposito, l’organizzazione ha sottolineato che il cambiamento climatico è una questione globale e non dovrebbe essere affrontata solo dalla metà della popolazione mondiale.

Inoltre, come nel caso degli Emirati Arabi Uniti, sono state sollevate preoccupazioni circa potenziali conflitti di interessi, data la forte dipendenza dell’Azerbaigian, paese ospitante della COP29, dalla produzione di combustibili fossili.

Per il secondo anno consecutivo, i principali colloqui sul clima delle Nazioni Unite saranno ospitati da uno stato petrolifero fortemente dipendente dalla produzione di combustibili fossili. Il presidente designato della COP29, incaricato di coordinare l’azione globale sul clima, è Mukhtar Babayev, ministro dell’ecologia e delle risorse naturali. Il precedente lungo mandato di Babayev presso la Compagnia petrolifera statale della Repubblica dell’Azerbaigian (Socar) ha sollevato critiche, soprattutto perché l’Azerbaigian prevede di aumentare significativamente la produzione di combustibili fossili nel prossimo decennio.

She Changes Climate ha ribadito la necessità di una chiara separazione tra l’industria dei combustibili fossili e la presidenza della COP per garantire l’integrità ambientale. L’appello nasce dalla preoccupazione che gli individui legati all’industria dei combustibili fossili possano compromettere l’obiettivo di abbandonare i combustibili fossili, un passo fondamentale per mitigare gli impatti della crisi climatica.