Innovazione sociale

Lendlease, presenta Programma 2121, modello per il reinserimento dei detenuti nel mondo del lavoro

Un progetto innovativo e di successo per reintegrare nella società le persone soggette a pena detentiva. E’ questo lo scopo di  Programma 2121, iniziativa pubblico-privata promossa dal Ministero della Giustizia italiano e da Lendlease, operatore internazionale di real estate, infrastrutture e rigenerazione urbana, per favorire il reinserimento dei detenuti nella società attraverso percorsi di formazione e inserimento lavorativo. 

A fine 2021 si è conclusa positivamente la prima fase di sperimentazione triennale del progetto, nato, su proposta di Lendlease, con l’intento di valorizzare la presenza del Carcere di Bollate nelle immediate vicinanze di MIND Milano Innovation District, il progetto di riqualificazione dell’area ex-Expo, gestito in partnership pubblico-privata da Arexpo e Lendlease.

“Programma 2121 è una partnership tra pubblico e privato senza precedenti, aperta, collaborativa, che ha dimostrato di poter generare una risposta innovativa e concreta ad una questione complessa nel sistema penitenziario italiano”, ha commentato Nadia Boschi, curatrice del Programma 2121 per Lendlease, “non è un progetto filantropico e lungi dall’avere un approccio assistenziale, è un modello di innovazione sociale scalabile. L’esperienza di questo triennio dimostra che è possibile attuare, con la collaborazione di tutte le parti, imprese, pubblica amministrazione, terzo settore e società civile, un modello di sviluppo economico e sociale sostenibile, inclusivo e di successo”.

L’esito del primo triennio di attività di Programma 2121 è stato presentato in occasione della presentazione del libro Programma 2121. La via italiana per l’innovazione sociale, edito da Egea e curato da Nadia Boschi PhD – Head of Sustainability Italy & Continental Europe di Lendlease, alla presenza dei rappresentanti delle istituzioni e dei partner che hanno sostenuto il progetto.

Firmatari del Protocollo d’Intesa di Programma 2121, oltre al Ministero della Giustizia italiano e Lendlease sono ANPAL, Regione Lombardia, Città Metropolitana di Milano, Comune di Milano, Arexpo, Fondazione Triulza, PlusValue, Fondazione Fits! e Milano Santa Giulia. Il Protocollo d’Intesa ha l’obiettivo di replicare l’esperienza di Programma 2121 al di fuori del sistema penitenziario lombardo, raggiungendo quindi una scala di impatto superiore in termini sia di numeri di beneficiari coinvolti, sia di settori industriali interessati, sia di valore economico e sociale generato.

Programma 2121 è stato riconosciuto inoltre dall’Ufficio delle Nazioni Unite per il Controllo della Droga e la prevenzione del Crimine (UNODC), come best practice a livello internazionale nel contrasto dello stigma sociale della criminalizzazione attraverso attività lavorative e di formazione in ambito penitenziario.

Programma 2121, come osservato da UNODC, ha rappresentato un modello per rompere una catena di povertà e marginalizzazione, contribuendo in maniera rilevante al raggiungimento degli Obiettivi SDGs – Sustainable Development Goals sanciti dalle Nazioni Unite – in particolare gli Obiettivi numero 1 – Povertà zero, 4 – Fornire istruzione di qualità e opportunità di apprendimento per tutti, 8 – Promozione di una crescita economica inclusiva caratterizzata da piena e produttiva occupazione e da un lavoro dignitoso per tutti, 10 – Ridurre le disuguaglianze.

Lendlease ha scelto di mettere al servizio della comunità la capacità innovativa dell’ecosistema MIND per sviluppare nuove soluzioni per favorire l’evoluzione del sistema penitenziario, trasformando di fatto in un punto di forza caratterizzante, quello che normalmente in uno sviluppo immobiliare sarebbe considerato un punto di debolezza – la prossimità di un carcere.

Il Programma 2121 è uno dei progetti che contribuiscono al raggiungimento dell’obiettivo dichiarato al mercato di creare 250 milioni di dollari di valore sociale entro il 2025 attraverso partnership condivise, usando come criterio operativo il target 1:5 per cui per ciascun dollaro investito devono esserne generati cinque di valore sociale.

L’intuizione alla base di Programma 2121 è quella di cogliere la possibilità per i detenuti di svolgere attività lavorativa al di fuori del carcere con inserimenti in contesti lavorativi tradizionali. Sebbene lo strumento dell’inserimento lavorativo per espletare la funzione rieducativa della pena carceraria sia già in uso da tempo, Programma 2121 si qualifica sin dall’inizio come tentativo di sperimentare l’inserimento lavorativo nel settore delle costruzioni che offre molte opportunità di impiego ai detenuti.

Nonostante il lavoro penitenziario sia riconosciuto quale leva strategica per l’inclusione sociale al 31 dicembre 2019 su un totale di 60.769 detenuti presenti nelle carceri italiane soltanto il 30% circa era impiegato in attività lavorative, e di questi solo il 13%, 2381 detenuti, per datori di lavoro terzi rispetto all’amministrazione penitenziaria (Fonte: Ministero della Giustizia).

Il reinserimento permette non solo un miglioramento delle condizioni degli ex detenuti, ma contrasta il rischio di recidiva in un contesto in cui il 68% degli individui che vengono rilasciati al termine della pena commettono nuovi reati che li riporteranno in carcere.

Inoltre, l’impegno dell’amministrazione penitenziaria in termini di risorse finanziarie allocate ai programmi trattamentali è minimo rispetto ai costi complessivi del sistema. Del costo totale del sistema penitenziario italiano, infatti, meno dell’ 8% è relativo a spese per i detenuti e di questo 8% solo il 2,5% è allocato ad attività trattamentali.