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Rapporto Istat

Goal 17 – Partnership per gli obiettivi, come è andata in Italia tra 2022 e 2023

  • Nel 2023, in Italia il rapporto tra le entrate fiscali delle Amministrazioni Pubbliche e il Pil è rimasto stabile al 42,5% rispetto al 2022 e in lieve diminuzione rispetto a dieci anni prima.
  • La quota sul reddito nazionale lordo destinata dall’Italia all’Aiuto Pubblico allo Sviluppo è scesa nel 2023 allo 0,27% del reddito nazionale lordo.
  • Il flusso delle rimesse verso l’estero degli immigrati ha subito una battuta d’arresto rispetto al 2022, ed è scesa, nel 2023, da 8,21 miliardi, a 8,17 miliardi di euro (prezzi correnti).
  • Sempre più italiani, il 79,5% utilizzano Internet, nel 2023 in crescita di 2 punti percentuali rispetto al 2022, seppure permangano divari territoriali, di genere e di istruzione.
  • Nel 2023, il commercio elettronico e l’E-Banking hanno aumentato la loro diffusione, e sono utilizzati rispettivamente dal 39,4% e dal 51,8% della popolazione.

Nel 2023, stabile in Italia il rapporto tra le entrate fiscali delle Amministrazioni Pubbliche e il Pil 

Nel 2023, in Italia il rapporto tra le entrate fiscali delle Amministrazioni Pubbliche e il Pil è rimasto stabile al 42,5% rispetto al 2022 e in lieve diminuzione rispetto a dieci anni prima. 

Le entrate fiscali, che comprendono le imposte e i contributi previdenziali, tradizionalmente in Italia si attestano a livelli superiori alla media dell’Ue 27. Nel 2022 l’Italia era il sesto Paese per quota di entrate fiscali sul Pil, con il 42,5%, dopo la Francia (48%), il Belgio, (45,6%), l’Austria (43,6%), la Grecia e la Finlandia (entrambe con il 43,1%).

Le imposte dirette, ovvero le imposte che colpiscono direttamente il reddito come l’Irpef, l’Ire e l’Irap, nel 2023 hanno raggiunto il 15,4% del Pil, la percentuale più alta dal 2004, in crescita di 0,6 punti percentuali rispetto al 2022, mentre le imposte indirette, come l’Iva e le accise su alcolici, tabacco e prodotti energetici, nel corso degli anni sono diminuite, passando dal 14,9% del Pil nel 2013 al 14,1% nel 2023.

Scende la quota dell’Italia all’Aiuto Pubblico allo Sviluppo, già inferiore a molti Paesi Ue

La quota sul reddito nazionale lordo destinata dall’Italia all’Aiuto Pubblico allo Sviluppo è scesa nel 2023 allo 0,27% del reddito nazionale lordo. Gli aiuti pubblici allo sviluppo (APS) sono i finanziamenti erogati dalle istituzioni pubbliche per favorire lo sviluppo dei Paesi esteri oggetto di cooperazione. L’Italia destina agli APS una quota di risorse, rispetto al reddito nazionale lordo (RNL), inferiore alla media europea, seppure in aumento negli anni.

Il flusso delle rimesse verso l’estero degli immigrati subisce una battuta d’arresto rispetto all’anno precedente

Nel 2023, il flusso delle rimesse verso l’estero degli immigrati ha subito una battuta d’arresto rispetto al 2022, ed è scesa da 8,21 miliardi, a 8,17 miliardi di euro (prezzi correnti). Più della metà delle rimesse provengono da quattro regioni: Lombardia (22,6%), Lazio (14,8%), Emilia- Romagna (10,4%) e Veneto (8,5%).

I primi dieci Paesi verso i quali sono destinate le rimesse comprendono cinque nazioni asiatiche (Bangladesh,14,3%, Pakistan,8,3%, Filippine, 7,3%, India 5,4% e Sri Lanka 3,9%), due africane (Marocco, 6,9% e Senegal 4,1%), due dell’Europa orientale (Georgia, 5,6% e Romania 5,5%) e un solo Paese dell’America latina (Perù, 4%).

Sempre più italiani utilizzano Internet anche per il commercio elettronico

Cresce la familiarità con i digitale da parte degli italiani. Nel 2023 ben il 79,5% ha utilizzato Internet, in crescita di 2 punti percentuali rispetto al 2022. Rimangono divari territoriali, di genere e di istruzione. Ma soprattutto generazionali con la fascia di età (65-74 anni) dove l’utilizzo è pari al 60,5%, mentre nella fascia oltre i 75 anni scende al 24,7%.

Nel 2023, il commercio elettronico e l’E-Banking hanno aumentato la loro diffusione, e sono utilizzati rispettivamente dal 39,4% e dal 51,8% della popolazione.