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Rapporto Istat

Goal 13 – Lotta contro il cambiamento climatico, come è andata in Italia tra 2022 e 2023

  • Il vantaggio ottenuto nel 2020 nella riduzione delle emissioni di gas serra a seguito delle misure restrittive per l’emergenza pandemica è stato eroso nel 2021, sia in Italia, sia in Europa. Nel 2022 le emissioni dell’Europa tornano invece a diminuire, confermando l’andamento decrescente misurato dal 1990.
  • Le emissioni dell’economia italiana nel 2022 sono sostanzialmente stabili rispetto all’anno precedente (+0,1%), ma questo è il risultato di dinamiche opposte tra famiglie (-1,3%) e attività produttive (+0,7%).
  • In crescita nel 2022 l’andamento delle anomalie di temperatura, rispetto alla normale climatologica, a livello globale (+0,49°C) e in Italia (+1,23°C).
  • Elevato il pericolo di alluvioni (11,5%) e frane (2,2%) in numerose regioni italiane, conseguenza anche dei cambiamenti climatici nel 2020.
  • Nel 2022, la superficie percorsa dal fuoco (2,4 per 1.000 km2) torna al valore medio degli ultimi dieci anni, dopo il picco del 2021 (5,0 per 1.000 km2).
  • Per il 70,8% delle persone la preoccupazione per i cambiamenti climatici ed effetto serra è tra le prime cinque a carattere ambientale nel 2023, una quota in crescita dopo la flessione del 2021. 

Le misure statistiche diffuse dall’Istat per il Goal 13 sono ventuno riferite a tre indicatori UN-IAEG-SDGs. Aumenta rispetto a dieci anni prima la quota di persone esposte a rischi di alluvioni e di frane, mentre diminuiscono le emissioni di CO2.

Nel 2022, le emissioni di gas serra si stabilizzano su valori che rimangono comunque inferiori a quelli prepandemici

Nel 2022, in Europa, le emissioni di gas serra sono state 3,5 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente, il 29,2% in meno rispetto al 1990. Il vantaggio ottenuto nel 2020 nella riduzione delle emissioni di gas serra a seguito delle misure restrittive per l’emergenza pandemica è stato eroso nel 2021, pur senza raggiungere i livelli ante emergenza Covid. in Italia l’indice, dall’81,5 del 2019, scende al 72,7 nel 2020 ma risale sia nel 2021 (79,4), sia nel 2022 (79,6). 

Nel 2022 le emissioni dell’Europa sono invece tornate a diminuire, confermando l’andamento decrescente misurato dal 1990.  Nel 2022 le emissioni di gas serra delle unità produttive italiane e delle famiglie residenti sono 429 milioni di tonnellate CO2 equivalente. Rispetto al 2019, si osserva una riduzione delle emissioni di gas serra del 2,3%. Le attività produttive, responsabili dei tre quarti delle emissioni (320 milioni di tonnellate), si riducono dell’1,5% rispetto al 2019. Le famiglie, che generano il restante quarto (109 milioni di tonnellate), presentano una contrazione maggiore, del -4,50%, tra il 2019 e il 2022. 

Quattro settori – attività manifatturiere, trasporti, attività legate alla fornitura di energia elettrica, agricoltura, silvicoltura e pesca – sono responsabili di circa l’80% delle emissioni generate dalle attività produttive. Il 2022 è caratterizzato da incrementi delle emissioni nei settori della produzione di energia elettrica e dei trasporti. Nel primo caso, le motivazioni sono legate prevalentemente al cambiamento del mix energetico utilizzato per la produzione di energia elettrica indotto dalla crisi energetica, con la sostituzione del gas naturale con combustibili fossili a più alto contenuto di carbonio. La ripresa del traffico aereo e terrestre e un ritorno alla normalità della mobilità sono le cause dell’aumento delle emissioni nel settore dei trasporti. Le altre attività produttive registrano nel 2022 variazioni negative rispetto all’anno precedente.

Incremento delle temperature in Italia superiori alla media globale

L’Italia è particolarmente colpita dal riscaldamento climatico. In crescita nel 2022 l’andamento delle anomalie di temperatura rispetto alla normale climatologica, a livello globale (+0,49° C) e in Italia (+1,23° C). 

Incrementi di temperatura si manifestano con intensità diverse a seconda delle zone territoriali e climatiche. L’Italia e l’intero bacino del Mediterraneo sono considerate aree hot spot dei cambiamenti climatici, in quanto ne risentono maggiormente in termini di effetti e impatti. Le anomalie di temperatura media mostrano nel 2022 un incremento di 0,49°C a livello globale, e di 1,23°C in Italia, rispetto al periodo base di riferimento (normale climatologica) 1991-2020. La serie storica documenta il trend di crescita, tanto a livello globale, quanto a livello nazionale (Figura 13.5). 

Consistente la quota di popolazione che vive in aree a elevato pericolo di frane e alluvioni

Cresce il pericolo di alluvioni e di frane in numerose regioni italiane come conseguenza anche dei cambiamenti climatici. 

In Italia, nel 2020, l’11,5% della popolazione viveva in aree considerate a rischio di alluvione (livello medio) e il 2,2% in aree esposte alla possibilità di frane (livello elevato o molto elevato). Il rischio di alluvioni coinvolge più della metà della popolazione dell’Emilia-Romagna (62,5%), mentre per le frane la regione più pericolosa è la Valle d’Aosta (12,1%). Nel 2022 le persone morte o disperse per alluvioni/allagamenti sono state 25 e 14 per frane. Le persone ferite sono state, rispettivamente, 56 e 27, in crescita rispetto al passato.

Gli impatti degli incendi boschivi nel 2022 tornano al valore medio degli ultimi dieci anni

Nel 2022, in Italia si sono verificati 6.529 incendi e la superficie percorsa dal fuoco (2,4 per 1.000 km2) torna al valore medio degli ultimi dieci anni, dopo il picco del 2021 (5,0 per 1.000 km2). Gli impatti maggiori del 2022 sono stati in Sicilia (9,8), Calabria (4,3) e Sardegna (4,0).

Superata la crisi pandemica, cresce la preoccupazione per i cambiamenti climatici e l’effetto serra

Cresce la sensibilità e la preoccupazione degli Italiani per il cambiamento climatico. Per il 70,8% delle persone, nel 2023, proprio il climate change e l’effetto serra sono tra i primi cinque motivi di apprensione per tematiche a carattere ambientale, una quota in crescita dopo la flessione del 2021.