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Rapporto Istat

Goal 12 – Consumo e produzione responsabili, come è andata in Italia tra 2022 e 2023

  • Nel 2022, il consumo interno di materia cresce ancora lievemente in volume e rispetto alla popolazione, ma diminuisce in rapporto al Pil, attestandosi a 0,29 tonnellate per 1.000 euro. Tuttavia, negli ultimi anni il processo di disaccoppiamento tra consumo materiale e ciclo economico rallenta. 
  • Nel 2022, l’ammontare di rifiuti urbani prodotti pro capite torna a diminuire, raggiungendo i 492 kg per abitante e riavvicinandosi ai livelli minimi toccati durante la pandemia (487 kg). 
  • Il 2022 segna una ripresa dei processi di gestione dei rifiuti: la percentuale di riciclaggio (49,2%) torna a crescere; la quota di raccolta differenziata, in aumento di 1,2 p.p., si attesta a 65,2%. Restano tuttavia rilevanti i ritardi rispetto alla normativa e diffusi i divari territoriali. 
  • Ancora poco diffusa nella PA la rendicontazione sociale/ambientale (che interessa nel 2021/2022 il 14,5% delle istituzioni pubbliche) ma più della metà delle Amministrazioni pubbliche (51,7%) effettua acquisti verdi, rispettosi di Criteri Ambientali Minimi (CAM).
  • Ancora in crescita, nel 2022, la quota di sussidi alle fonti fossili sul Pil (0,81%). 

Le misure statistiche diffuse dall’Istat per il Goal 12 sono ventisette, riferite a otto indicatori UN-IAEG-SDGs. Nel confronto tra i valori dell’ultimo anno disponibile e quelli dell’anno precedente, oltre la metà delle misure registrano una variazione negativa. Mostrano invece una variazione positiva le misure relative alla gestione dei rifiuti e alla capacità di generazione di energia da fonte rinnovabili.

Nel 2022 il consumo di materia cresce ancora lievemente in volume, ma diminuisce in rapporto al Pil

Nel 2022, il consumo interno di materia cresce, dopo il balzo del 2021 dovuto alla ripresa delle attività post pandemia, tornando ai livelli del 2012. La crescita ancora lievemente in volume e rispetto alla popolazione, ma diminuisce in rapporto al Pil, attestandosi a 0,29 tonnellate per 1.000 euro. Tuttavia, negli ultimi anni il processo di disaccoppiamento tra consumo materiale e ciclo economico rallenta, dopo il grande miglioramento (-40% tra il 2006 e il 2015).

Nel contesto europeo, l’Italia si colloca a un buon livello nella capacità di generare crescita economica senza un proporzionale incremento dell’utilizzo delle materie prime. L’Italia si colloca al terzo posto della graduatoria dei Paesi con inferiore rapporto tra CMI e Pil e al secondo del ranking relativo al consumo materiale pro capite. Un dato che va giudicato tenendo conto delle diverse strutture produttive nazionali, ma che comunque evidenzia il buon risultato dell’Italia.

Torna a diminuire la produzione pro capite di rifiuti urbani

Nel 2022, l’ammontare di rifiuti urbani prodotti pro capite torna a diminuire, raggiungendo i 492 kg per abitante e riavvicinandosi ai livelli minimi toccati durante la pandemia (487 kg). Il dato è sensibilmente inferiore a quello di dieci anni fa. Nel 2022, l’Italia presenta una produzione pro capite di RU inferiore all’Ue27 (513 kg), alla Germania (593 kg) e alla Francia (539 kg), e superiore alla Spagna (467 kg).

Nel 2022 segnali di miglioramento nella gestione del ciclo dei rifiuti, ma ritardi e divari territoriali sono ancora rilevanti.

Il 2022 segna una ripresa dei processi di gestione dei rifiuti, attestandosi a quota 49,2% (+1,1 punti percentuali rispetto allo scorso anno e +12,3 p.p. rispetto a dieci anni fa). La percentuale di riciclaggio dei rifiuti urbani, che nel 2021 era scesa al 48,1%, torna quindi a crescere, riposizionandosi sulla traiettoria verso il target del 55% stabilito dall’Unione europea per il 2025).

Anche percentuale di rifiuti urbani raccolti in modo differenziato aumenta di 1,2 p.p. e arriva al 65,2%, confermando il complessivo rallentamento rispetto al ritmo di crescita dell’ultimo decennio (+25,2 punti rispetto al 2012) e raggiungendo, con dieci anni di ritardo, il target del 65% previsto dalla normativa per il 2012.

Benché in riduzione nel tempo, restano elevate differenze territoriali con la raccolta differenziata attorno al 70% nelle regioni del nord e attorno al 60% al centro-sud.

Ancora in diminuzione il tasso di utilizzo circolare dei materiali, ma Italia tra i Paesi virtuosi

Frenata nell’utilizzo circolare dei materiali, dopo la positiva traiettoria evidenziata dal 2010. Nel 2022 il tasso di utilizzo circolare dei materiali – pari alla quota di materiale recuperato e restituito all’economia sul totale dei materiali utilizzati – resta pressocché stabile (-0,3 punti percentuali). Un andamento in linea con il resto dell’Europa, con qualche eccezione 

Nonostante questo l’Italia si conferma ancora nel 2022 come tra i più virtuosi, collocandosi al quarto posto della graduatoria Ue27, dopo Paesi Bassi (27,5%), Belgio (22,2%) e Francia (19,3%), con una quota di utilizzo circolare dei materiali superiore di oltre 7 p.p. alla media Ue27 (11,5%).

Ancora poco diffusa nella PA la rendicontazione sociale/ambientale

Nel 2021/2022 le istituzioni pubbliche che adottano forme di rendicontazione sociale e/o ambientale sono 14,5 su 100, più numerose nelle Isole (18%) e nel Centro (17%). La rendicontazione sociale/ambientale è particolarmente frequente in Sicilia e Abruzzo (al di sopra del 20%) ed Emilia-Romagna, Umbria e Liguria. Meno diffusa in Piemonte, Sardegna e Lombardia (al di sotto dell’11%).

Nel 2022, le Amministrazioni pubbliche che hanno effettuato almeno una procedura di acquisto di beni e/o servizi adottando Criteri Ambientali Minimi (CAM) sono il 51,7%.

In crescita in Italia la quota di sussidi alle fonti fossili sul Pil

Nel 2022 ancora in crescita in Italia, per il secondo anno consecutivo, i sussidi alle fonti fossili, che ammontano allo 0,81% del Pil. L’incremento dell’ultimo anno è riconducibile principalmente alla crescita del valore delle quote di emissione assegnate a titolo gratuito nell’ambito dell’Emission Trading System (ETS) e a due misure fiscali: l’esenzione dall’accisa sui prodotti energetici impiegati come carburanti per la navigazione aerea, in aumento per la ripresa del trasporto aereo dopo il significativo rallentamento del 2020-2021, e l’IVA agevolata per l’energia elettrica per uso domestico, connessa all’aumento del prezzo dell’energia elettrica nel 2022.

Con la ripresa della domanda turistica, torna a crescere anche l’incidenza del turismo sui rifiuti

Dopo la drastica riduzione connessa alle restrizioni alla mobilità durante la pandemia, quando l’intensità turistica si era dimezzata (da 7.301 a 3.495 presenze in esercizi ricettivi per 1.000 abitanti), il 2021 e 2022 hanno visto una notevole crescita delle presenze, che hanno riportato nel 2022 l’indice di intensità turistica ai livelli pre-pandemici con una media di circa 7.000 presenze per 1.000 abitanti. Con la ripresa della domanda turistica, aumentano le pressioni sull’ambiente connesse alla cessione di maggiori carichi di inquinanti. Uno degli impatti più significativi è determinato dall’incremento della produzione dei rifiuti.