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Valore economico-sociale

Quanto vale il Colosseo, lo rivela uno studio Deloitte

“Il Colosseo contribuisce per 1,4 miliardi di euro all’anno all’economia italiana, in termini di contributo al PIL, come attrazione turistico-culturale ed ha un valore sociale pari a circa 77 miliardi di euro” ad affermarlo è Marco Vulpiani, Partner e responsabile dell’area Valuation, Modeling & Economic Advisory di Deloitte Central Mediterranean, nel commentare lo studio The value of an Iconic Asset. The economic and social value of the Colosseum condotto dal team Italiano di Economic Advisory, specializzato in analisi di valore ed impatto economico-sociali. L’analisi presentata in questo studio si colloca nell’ambito dell’attività svolta da Deloitte inerente alla valutazione e alla valorizzazione delle opere d’arte e, più in generale, dei beni culturali.

“Il Colosseo rappresenta una notevole fonte di valore per Roma, l’Italia e per l’umanità. È evidente che trattandosi di un bene non alienabile, parliamo di valore non trasferibile, ancorchè esistente e di rilievo. ” ha proseguito Vulpiani. Per attribuire un valore economico complessivo a un asset iconico come il Colosseo è necessario prendere quindi in considerazione sia il valore materiale che quello immateriale. In tale accezione, il valore immateriale del Colosseo può essere maggiore rispetto al valore connesso ai benefici economici che esso può produrre.

Pertanto, come emerge dallo studio, il primo elemento da considerare è il ruolo del Colosseo come grande attrazione turistico–culturale. Considerando questo aspetto, il Colosseo contribuisce all’economia nazionale sia attraverso la generazione di un flusso di cassa diretto legato all’esperienza della visita (quindi per esempio l’acquisto dei biglietti di ingresso) che indirettamente attraverso la spesa turistica connessa all’esperienza turistico-culturale nel suo complesso (quale per esempio, ristorazione e pernottamenti). Da questo punto di vista, il Colosseo contribuisce per 1,4 miliardi di euro all’anno all’economia italiana grazie al contributo economico operativo e al contributo turistico indotto generato dalla spesa ad esso riconducibile.

Oltre ai suoi benefici diretti, il Colosseo genera inoltre un valore d’uso indiretto, ovvero un valore intangibile connesso al piacere della sola vicinanza e vista di un’opera iconica unica e magnifica, il cosiddetto valore edonico, così come evidenziato dai prezzi delle unità immobiliari in prossimità del sito. “Sulla base delle transazioni osservate nel mercato immobiliare nelle vicinanze dell’asset ed attraverso la costruzione di un modello econometrico dedicato, abbiamo stimato che il valore d’uso indiretto del Colosseo, stimato con il metodo dei prezzi edonici, è pari a oltre 400 milioni di euro” ha spiegato Vulpiani.

Al fine di stimare il valore del Colosseo come asset sociale, il “Social Asset Value”, poi, bisogna aggiungere il valore che la società riconosce alla sua stessa “esistenza” dunque il valore connesso alla importanza che la società riconosce all’esistenza del bene, per tutti i benefici emozionali che generati dalle sue caratteristiche di asset “iconico” unico al mondo, con oltre 2000 anni di storia (il cosiddetto, appunto, valore di esistenza). Quest’ultimo nell’analisi è stato stimato, come suggerito dalla letteratura accademica, riferendosi a quanto la collettività sarebbe disposta a pagare (la cosiddetta “Willingness To Pay”) per preservare il bene, attraverso l’utilizzo di tecniche valutative (in questo caso il metodo della valutazione contingente) riconosciute per la valutazione di asset culturali e basate su una survey dedicata.

Dall’indagine condotta per stimare il valore sociale del Colosseo, è emersa in modo evidente l’importanza riconosciuta all’asset dalla società. Il 97% degli intervistati ritiene infatti molto importante o importante l’esistenza del Colosseo. L’87% degli intervistati ritiene che il Colosseo rappresenti l’attrazione culturale più importante del nostro paese e il 92% concorda sul fatto che il Colosseo debba essere preservato in ogni circostanza.
Inoltre, oltre la metà (il 52%) considera il Colosseo come il fattore principale nella decisione di visitare Roma, nonostante l’immensità del patrimonio storico e culturale della nostra città. Infine, circa il 30% degli intervistati ritiene che solo gli Italiani dovrebbero pagare per la conservazione del Colosseo mentre per il restante 70%, visitatori e tutti nel mondo dovrebbero contribuire per la preservazione del Colosseo, confermando il valore riconosciuto globalmente al nostro asset iconico.

“Attraverso il metodo del Contingent Valuation Method è stato stimato un valore di esistenza pari a 75,7 miliardi di euro che sommato al valore connesso ai ricavi da esso generati (il valore economico di transazione) di 1,1 miliardi di euro, conduce ad un valore complessivo del Colosseo come Asset Sociale pari a 76,8 miliardi di euro” ha concluso il Partner di Deloitte.

“Lo studio condotto offre un contributo importante alla capacità di quantificare il valore del Colosseo in termini economici e sociali” ha poi aggiunto Fabio Pompei, amministratore delegato di Deloitte Central Mediterranean, “Entrambe le dimensioni, quella economica e quella sociale, sono da tenere a mente e cercare di valorizzare il più possibile quando si parla di beni culturali. Un tema che ovviamente vede l’Italia protagonista nel mondo con il maggior patrimonio culturale mondiale ed il maggior numero di siti inclusi nella lista dei patrimoni dell’umanità secondo l’Unesco. La valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico presente nel nostro Paese deve diventare una priorità nell’agenda delle istituzioni nazionali e locali e i fondi del PNRR possono rappresentare un’opportunità per valorizzare gli asset chiave del patrimonio culturale italiano, con l’obiettivo di migliorarne l’attrattività, l’accessibilità e la nascita e sviluppo di nuovi servizi”.

La ricerca è stata presentata al pubblico oggi presso l’Acquario Romano nel corso di un evento in cui sono intervenuti, oltre a Marco Vulpiani, Luigi Abete, Presidente di Associazione Imprese Culturali e Creative, Valeria Brambilla, Partner di Deloitte, Alessandro Onorato, Assessore ai Grandi Eventi, Sport e Turismo di Roma Capitale e Raffaele Oriani, Dean di Luiss Business School.