Strategy Analysis

Salone del Risparmio

Risparmio gestito, nuove regole europee per aumentare fiducia e investimenti

Per finanziare la transizione energetica e creare le infrastrutture necessarie ad affrontare le sfide ambientali e sociali dei prossimi anni è quanto mai necessario fare in modo che il risparmio contribuisca a finanziare l’economia reale. Di questo i legislatori e le autorità europee ne sono consapevoli e sono al lavoro per rafforzare il pacchetto normativo che favorisca la tutela del risparmio e gli investimenti, come emerso durante la conferenza Il Risparmio Gestito tra Capital Market Union e Retail Investment Strategy, organizzata da Assogestioni per il Salone del Risparmio.

“A Bruxelles la macchina normativa è attualmente al lavoro su diversi dossier in grado di produrre un impatto rilevante per il mondo dei servizi finanziari e del risparmio gestito in particolare” ha sottolienato Alessandra Atripaldi, DG Fisma, Deputy Director Securities Markets della Commissione Europea.

Sui fronti più rilevanti per l’industria, vi sono il pacchetto Capital Markets Union, e in particolare la revisione della direttiva Aifmd, della direttiva Ucits e del regolamento Eltif, che dovrebbero portare maggiore efficienza e favorire tanto gestori e distributori, quanto gli investitori, soprattutto quelli al dettaglio.

Anche nel 2022, rassicura la Atripaldi, “gli sforzi proseguiranno per attuare il piano della Capital Markets Union”. In particolare la Commissione intende sfruttare l’economia dei dati per i mercati con l’obiettivo di creare un quadro in materia di finanza aperta (open finance) che permetterà il riutilizzo dei dati da parte delle istituzioni finanziarie, previo consenso del cliente. Proprio nei giorni scorsi è stata pertanto aperta una consultazione in materia di open finance che presenta proposte su come gestire tale nuove iniziative.

Ulteriore proposta legislativa che sarà presentata è volta ad armonizzare alcune norme sulle insolvenze delle imprese che sosterrà gli investimenti transfrontalieri. La commissione condurrà inoltre una revisione delle regole di quotazione, la “listing initiative” per facilitare l’accesso delle società e ampliare il numero quindi di quelle quotate nei mercati regolamentati UE. L’iniziativa mira a capire come modificare la regolamentazione senza intaccare la protezione dell’investitore e “valutare come rendere il mercato più snello mantenendo basi per la fiducia degli investitori” ha dichiarato Atripaldi.

Infine, la commissione ha in atto una strategia per la revisione della direttiva Mifid 2 e nell’ambito dell’investimento al dettaglio. Uno degli obiettivi che l’UE si è posta è infatti quello dell’ “economia a servizio delle persone” ed è pertanto una priorità per la commissione europea “garantire che il quadro giuridico per gli investimenti retail sia adeguato al profilo e alle esigenze dei consumatori contribuendo a garantire migliori risultati al mercato e aumentando il livello di fiducia degli investitori al dettaglio garantendo le opportune garanzie” ha affermato Atripaldi.

Se il tema è dunque aumentare la partecipazione del risparmio detenuto dalla categoria retail all’economia reale in modo da rendere maggiormente possibile per le imprese finanziarsi e garantire ai risparmiatori forme di risparmio più redditizie, proponendo dunque una maggiore diversificazione dell’investimento, Tiziana Togna, vice direttore Generale Consob, si domanda se la definizione di cliente retail sia attuale.

Da questo punto di vista, la Consob si è spesa più volte anche in sede europea per spingere verso una nuova categorizzazione del cliente retail, che preveda l’aggiunta anche della categoria “semiprofessionale“, ancorandosi a dei criteri che possano essere maggiormente riconoscibili sia dal cliente sia dall’intermediario nella logica della necessità di istituire regole che siano maggiormente appeal per il mercato inteso in senso generale, comprendendo quindi da un lato i risparmiatori e dall’altro le imprese che offrono prodotti e servizi.

Gli strumenti messi in campo dall’istituzione europea, ricorda la vice direttore generale Consob, sono numerosi. Molti riguardano il mondo del gestore, come le modifiche alla direttiva alternative, che provano a migliorare e ampliare l’accesso e la diversificazione; quindi, ad aiutare il gestore a meglio strutturare la propria politica di investimento oppure fare in modo che alcuni prodotti siano accessibili a tutti i gestori e non solo ai sottosoglia (le sgr che gestiscono fondi di investimento alternativi che non superano la soglia dei 500 milioni di euro e non ricorrono alla leva finanziaria). Ma poi ci sono scelte che riguardano la categoria dell’investitore, come il regolamento Eltif, che dalla sua istituzione nel 2015 è sorto come strumento per avvicinare il risparmio agli investimenti dell’economia reale.

Sino ad oggi non ha riscontrato grande successo, e per questo le recenti proposte della commissione mirano ad allentare i presidi di tutela che erano previsti all’interno della possibilità di accesso a questo tipo di investimento da parte della clientela retail, quali il limite quantitativo dei 10.000 euro, il 10% di capitale rispetto al patrimonio, il test di adeguatezza e la consulenza obbligatoria. Le recenti proposte, infatti, eliminano (la consulenza obbligatoria, il cap al 10%) o modificano (test adeguatezza) tali vincoli, ma l’auspicio della Consob è che non venga minato l’obiettivo di coniugare l’apertura alla tutela.

“Sono dell’idea che oggi nel mondo del risparmio gestito ci troviamo già di fronte alla possibilità di un’offerta molto diversificata che può consentire una soddisfazione di bisogni di investimento non omogenei per clienti differenti e con un orizzonte temporale di investimento diverso. La cosa importante è che le nuove regole permettano sempre di bilanciare e coniugare il tema della rischiosità e della illiquidità di certi prodotti al tema della protezione degli investitori. Quello che non possiamo rischiare è far accedere clienti a certi tipi di prodotti senza che ci siano delle cautele che consentano nei momenti più difficili di calmierare l’impatto sulla clientela retail” ha concluso la Togna che ha inoltre sottolineato come gli sforzi dell’UE sembrano andare in tale auspicata direzione.

Alla conferenza hanno poi preso parte Alessandro Melzi d’Eril, Presidente Comitato Regolamentazione Assogestioni e AD e DG Anima SGR, e Luca Tenani, Presidente Comitato Esteri Assogestioni e Country Head Italy Schroders e Manuela D’Onofrio, Head of Investment Strategy del gruppo UniCredit.

Quest’ultima in particolare ha evidenziato come il contesto economico e politico spinge già da tempo ad andare verso l’indirizzamento dei capitali verso l’economia reale . “Se si torna indietro negli anni, il crollo dei rendimenti obbligazionari è partito, infatti, dal 2016. Già allora,” ricorda D’Onofrio. “gli attori finanziari che si occupavano delle strategie d’investimento hanno iniziato a domandarsi come fare ad offrire prodotti ai clienti che potessero garantire rendimenti attesi alti pur in un contesto di rendimenti bassi. Ad oggi, la questione sta diventando ancor più urgente in questa fase post pandemica in cui l’inflazione è a livelli record e vi è necessità di ingenti capitali per supportare la transizione e l’indipendenza energetica e il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile”.