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Raccolta netta

Assogestioni, a febbraio la raccolta sale a 6,3 mld, superato il traguardo di 2,5 mld di masse

L’industria del risparmio gestito nel secondo mese dell’anno registra il triplo della raccolta rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. A febbraio 2022, infatti, secondo i dati della periodica mappa di Assogestioni,  la raccolta netta è di 6,3 miliardi di euro (a febbraio 2021 si attestava intorno ai 2 miliardi), un dato che fa salire il saldo complessivo nei primi due mesi dell’anno a 10,6 miliardi. 

Così come nello stesso mese del 2021, anche a febbraio 2022 a spingere la raccolta sono le gestioni collettive (4,2 miliardi) rispetto a quelle di portafoglio (2 miliardi), in particolare i fondi aperti che chiudono febbraio con un saldo positivo di 3,9 miliardi di euro, in crescita rispetto agli 1,9 miliardi di febbraio 2021. Anche i fondi chiusi hanno registrato una raccolta superiore rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, seppure con una crescita modesta (316 vs. 229 milioni). 

Metà delle gestioni di portafoglio afferiscono a mandati retail. Lo scorso anno le gestioni di portafoglio avevano registrato deflussi per 89 milioni, a causa di disinvestimenti da parte degli investitori istituzionali. 

Per quanto riguarda le categorie i risparmiatori hanno indirizzato le proprie preferenze in particolare sui fondi azionari (+2,2 miliardi) e sui bilanciati (+1,6 miliardi), mentre gli obbligazionari hanno visto deflussi per 738 milioni. Anche lo scorso anno erano stati i fondi azionari e i bilanciati a ricevere più flussi nel mese di febbraio (rispettivamente +3,6 e +1,2 miliardi). 

Per quanto riguarda la domiciliazione dei fondi oggetto di raccolta, si consolida il trend favorevole ai fondi di diritto estero che a febbraio hanno rappresentato oltre il 92% della raccolta dei fondi aperti, 3,6 su 3,9 miliardi di euro.

Il patrimonio gestito a fine febbraio 2022 è di poco superiore a quello di febbraio 2021 (2,4 miliardi) attestandosi a più di 2,5 miliardi per effetto della flessione dei mercati che l’Ufficio studi quantifica in circa due punti percentuali. La quota prevalente degli asset, 1,3 miliardi (pari al 52% del totale), è impiegata in fondi aperti e chiusi. Gli investimenti nelle gestioni di portafoglio, invece, ammontano a poco più di 1 miliardo.

Gran parte della raccolta del mese è andata nelle mani di Intesa Sanpaolo – che a gennaio aveva visto deflussi di 400 milioni circa – a cui sono confluiti 2,8 miliardi di euro, seguita dal Gruppo Generali con 1,2 miliardi e Amundi con 688 milioni. 

Tra i big, invece, Poste Italiane registra un deflusso di 944,4 milioni a causa di disinvestimenti degli investitori istituzionali. Riscatti anche per Schroders (-237 milioni), Axa IM (-59,6 milioni) e Morgan Stanley (-49,7 milioni).