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Mappa trimestrale Assogestioni

Assogestioni, raccolta ESG in Italia a 18,9 miliardi nel 2022, positivo anche il 4Q (+1,6 mld)

I fondi aperti sostenibili italiani archiviano il 2022 con una raccolta netta positiva di 18,9 miliardi, facendo meglio del complesso del risparmio gestito che nei passati 12 mesi ha registrato flussi netti positivi per 14,8 miliardi. In un anno caratterizzato da mercati difficili sul fronte azionario come su quello obbligazionario e in particolare per le strategie ESG, il comparto italiano dei fondi sostenibili si è dimostrato resiliente.

Secondo quanto certificato dalla mappa trimestrale di Assogestioni, analizzando l’andamento dei diversi trimestri si nota che, seppur in calo, la raccolta trimestrale del comparto ESG è sempre rimasta positiva. Nel periodo tra settembre e dicembre i flussi confluiti in prodotti articolo 8 o articolo 9 della SFDR che sono stati pari a 1,6 miliardi. Un dato che si confronta con i 2,6 miliardi del terzo trimestre, i 5,3 miliardi del secondo trimestre e i 9,2 miliardi del primo trimestre.

La raccolta trimestrale del complesso dei fondi è, invece, stata più volatile partendo nel primo trimestre con un dato positivo per 10,9 miliardi, per poi vedere prevalere i riscatti nel secondo trimestre con un -4,1, seguito da un debole ritorno in positivo per 1,2 miliardi nel terzo trimestre per recuperare con i 7,4 miliardi confluiti nelle società di asset management nel quarto trimestre.

Dalla mappa di Assogestioni si evince anche che a fine anno il patrimonio totale del risparmio gestito tricolore ammontava a 2.212 miliardi di euro (contro i 2.594,2 del dicembre 2021) , di cui circa 1.075 miliardi pari al 49% afferenti ai soli fondi aperti. L’Ufficio Studi stima, inoltre, che negli ultimi tre mesi dell’anno l’effetto mercato sia stato pari a +0,5% sulle masse complessive e a +0,9% sui soli fondi aperti.

“Allargando lo sguardo al 2022 notiamo quella che può essere definita una buona tenuta della raccolta netta”, ha sottolineato Alessandro Rota, direttore Ufficio Studi Assogestioni, commentando l’andamento dell’intero anno. “A fronte dei pesanti cali di mercato, concentrati soprattutto nella prima metà dell’anno, la raccolta netta ha sì virato in negativo nel secondo trimestre, ma tenendosi su valori vicini alla parità. Inoltre, grazie al risultato del primo trimestre, il saldo dell’anno è in positivo per quasi 15 miliardi di cui 8,5 afferenti ai fondi aperti. Questo risultato dei fondi è di particolare valore se paragonato ad altri periodi di crisi, come il biennio 2007-2008 quando registrammo un’emorragia di quasi 200 miliardi o il 2011, quando la crisi del debito sovrano portò a oltre 30 miliardi di deflussi”.

I fondi che promuovono “caratteristiche ambientali o sociali” e fondi aventi come obiettivo “investimenti sostenibili”, ai sensi, rispettivamente, degli articoli 8 e 9 del Regolamento (UE) 2019/2088 relativo all’informativa sulla sostenibilità nel settore dei servizi finanziari (la cosiddetta SFDR) hanno raggiunto nel quarto trimestre 2022 masse pari a 427 miliardi, cifra leggermente superiore rispetto alle masse del terzo trimestre 2022 (415 miliardi), ma inferiori ai 431,7 miliardi del dicembre 2021. 

In particolare, i fondi “light green” ossia che promuovono “caratteristiche ambientali o sociali” secondo la definizione dell’articolo 8 della SFDR hanno superato i 396 miliardi, rappresentando oltre il 90% dei fondi sostenibili. I fondi “dark green” (articolo 9) che seguono politiche di investimento più stringenti, invece, hanno superato i 31 miliardi (il 7,4 %). 

Inoltre, grazie al lancio di nuovi prodotti sostenibili e alla riconversione di alcuni prodotti esistenti, il numero di fondi ESG è aumentato leggermente, passando dai 2.045 del terzo trimestre agli attuali 2.145. Tuttavia l’effetto del declassamento di molti fondi art.9 ha fatto sì che li loro numero rimanesse molto vicino a quello di fine 2021 (187 contro 181), mentre la crescita del numero è attribuibile interamente ai prodotti art.8.

Quanto alla tipologia di prodotti sostenibili, dalla mappa emerge che hanno archiviato il trimestre con il segno positivo come raccolta tutte le categorie di fondi aperti, ad eccezione degli obbligazionari, con riscatti per 1,9 miliardi, e dei bilanciati (-810 milioni). I risparmiatori hanno confermato una preferenza per i prodotti azionari ESG, che hanno registrato introiti netti per 2,1 miliardi. I prodotti flessibili ESG, invece, hanno registrato una raccolta netta di 892 milioni. Quanto al patrimonio complessivo i fondi azionari con 162,7 miliardi rappresentano il 38% del totale patrimonio dei fondi articolo 8 o articolo 9, seguiti dagli obbligazionari (27,4%). 

Nel comparto ESG prevalgono i fondi di diritto estero, pari a 1.786 fondi che rappresentano l’83,3% dei prodotti. Tuttavia nel 2022 c’è da registrare un netto successo dei fondi sostenibili promossi da case italiane rispetto a quelli esteri. La raccolta netta dell’anno dei gruppi di diritto italiano è stata pari a 19,6 miliardi portando il patrimonio promosso a 179,2 miliardi, mentre le società di gestione estere hanno registrato deflussi nei 12 mesi per 733 milioni, sebbene il patrimonio promosso rimanga a 248,6 miliardi.

Le società di gestione che si sono distinte, infine, in termini di raccolta complessiva del risparmio gestito nel trimestre sono: Poste Italiane con flussi netti pari a 4,2 miliardi di euro e un patrimonio di 94,4 miliardi, seguite da Intesa Sanpaolo con 3,7 miliardi e asset per 482 miliardi; al terzo posto c’è Amundi Group con 1,8 miliardi e masse di 210 miliardi. Riscatti, invece, per Credit Suisse, che nel trimestre ha registrato deflussi per 2 miliardo circa, e UBS Asset Management, con deflussi per 1 miliardo.