Strategy Analysis

Report ESG

Aberdeen Standard, valori ed etica alla base delle pratiche ESG nel settore assicurativo italiano

L’88% delle società italiane operanti nel settore assicurativo ritiene che valori ed etica siano il principale fattore sottostante la scelta di adottare pratiche ESG, mentre solo il 13% attualmente considera l’ESG come un’opportunità d’investimento, questo è ciò che emerge da una recente indagine commissionata da Aberdeen Standard Investments (ASI) nata con lo scopo di individuare il modo in cui gli investitori assicurativi stanno rispondendo alle sfide ESG.

ASI, in collaborazione con INDEFI, società specializzata in consulenze strategiche, ha intervistato 60
compagnie assicurative coprendo il 42% dell’intero mercato assicurativo europeo focalizzandosi sulle
cinque maggiori realtà del continente: Regno Unito, Germania, Francia, Italia e Svizzera.

Tutti gli intervistati concordano sul fatto che le considerazioni ESG possono ridurre i rischi finanziari, ma solo il 75% di essi ritiene che la gestione del rischio sia una motivazione importante per sviluppare pratiche d’investimento sostenibili. Le pressioni degli azionisti rappresentano una motivazione chiave per il 25% degli intervistati, principalmente grandi compagnie assicurative, a testimonianza del minore interesse nutrito per le questioni ESG da parte di mercati, ONG e clienti italiani.

Le società italiane fanno ampiamente ricorso a meccanismi di esclusione (75% degli intervistati), mentre la gestione responsabile e l’integrazione dei fattori ESG, pur essendo popolari, sono limitati agli operatori più all’avanguardia. L’investimento a impatto è una pratica adottata dall’88% degli intervistati e riguarda asset class illiquide, che vengono di solito gestite esternamente e rappresentano una quota di minoranza nei portafogli delle compagnie assicurative. La maggior parte dell’operato in campo ESG si è concentrato nel settore ambientale, con il 63% degli intervistati che ha dichiarato di avere implementato le misure per combattere il cambiamento climatico. Tuttavia, solo il 60% di essi ha stabilito obiettivi specifici di riduzione della CO2.

L’indagine ha rilevato altresì che il 50% delle società è in ritardo rispetto ai propri gestori patrimoniali e non prevede di assumere un ruolo attivo in campo ESG, pertanto queste imprese avranno bisogno di supporto da parte dei gestori patrimoniali per stare al passo con la regolamentazione. Oltretutto, le autorità competenti italiane non hanno preso posizione riguardo all’investimento sostenibile, e dunque le aziende locali sono più indietro rispetto alle controparti europee nell’adottare buone pratiche ESG.

Inoltre, la ricerca ha evidenziato che la maggior parte delle compagnie assicurative nutre aspettative in crescita nei confronti dei gestori patrimoniali. Oggi, la maggior parte delle politiche d’investimento sostenibili riguardano già asset terziarizzati (81% del campione europeo) e i criteri ESG vengono integrati in misura crescente nelle richieste di offerta (35% del campione europeo).

Considerando il campione di intervistati nel suo complesso, è emerso che la visione dei fattori ESG cambia in base al tipo di compagnia assicurativa. Ad esempio, le società che operano nel ramo vita e investono con un’ottica di lungo corso ritengono che i fattori ESG costituiscano un elemento di rischio più che una fonte di valore poiché i rischi a lungo termine correlati alle sfide ESG costituiscono per loro un problema rilevante.
Le compagnie assicurative del ramo danni e infortuni, invece, operano con orizzonti d’investimento più brevi e prediligono asset class altamente liquide, pertanto ritengono che i fattori ESG siano meno significativi.

Laura Tardino, Head of Institutional Business Development, Italia, Aberdeen Standard Investments, ha dichiarato: “Il panorama dell’investimento sostenibile in Italia è variegato. Gli operatori più all’avanguardia in questo campo sono gruppi internazionali. Futuri cambiamenti del contesto normativo europeo spingeranno le imprese più piccole o quelle maggiormente in ritardo ad aggiornare le proprie politiche per recepire gli standard già adottati dagli operatori più all’avanguardia in Europa. È probabile che le compagnie assicurative sposteranno l’attenzione dalla CSR agli investimenti facendo sì che i loro valori si rispecchino anche nelle decisioni prese in questo campo. Le considerazioni ESG sono parte integrante del nostro processo decisionale già da molti anni e in qualità di gestori patrimoniali per compagnie assicurative possiamo contribuire ad orientare questa nuova fase di sviluppo che caratterizzerà il comparto assicurativo italiano”.