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ESG Investing

Ragaini (Banca Generali): l’80% dei nostri clienti HNWI possiede un fondo ESG

Il numero di clienti della fascia più elevata, i cosiddetti High Net Worth Individuals (HNWI), che detiene in portafoglio un prodotto ESG è pari all’80%, superiore alla media. Ma la quota del patrimonio investita in fondi sostenibili è più bassa rispetto alla percentuale detenuta da chi ha minori disponibilità. E’ questo uno dei dati forniti da Andrea Ragaini, Vice Direttore Generale di Banca Generali, intervenuto alla tavola rotonda “ESG Analysis and Investing” organizzato dal MIP/Politecnico di Milano.

“Quello della sostenibilità è un viaggio molto lungo intrapreso da tempo e che oggi ci vede a metà strada: siamo partiti da un forte interesse per la produzione verso i temi Esg e stiamo arrivando velocemente sui temi della distribuzione, nel nostro caso supportati anche dall’attenzione del consulente che aiuta i clienti ad entrare sempre più nel mondo della sostenibilità. Grazie a questo percorso” ha osservato Ragaini, spiegando il comportamento di Banca Generali verso la sostenibilità, “oggi i clienti non vedono più gli investimenti sostenibili come detrattori di liquidità ed è stato superato il paradigma secondo cui per fare investimenti etici devo rinunciare a qualcosa dal punto di vista del rendimento per avere la funzione etica. Al di là delle rotazioni dei mercati di questi mesi, è stato verificato che gli investimenti Esg riducono il profilo di rischio, proprio perché la sfera Esg intercetta fattori di rischio che i parametri puramente finanziari non riescono a cogliere”.

Ragaini ha inoltre confermato anche l’attenzione che i clienti dimostrano nei confronti delle tematiche ESG, “Tra i nostri 300mila clienti” ha affermato Ragaini, “circa il 50% detiene prodotti Esg. Di questi, inevitabilmente i clienti HNWI che hanno portafogli più grandi e quindi possono avere più prodotti, sono quelli che statisticamente hanno più prodotti Esg. Sopra i 500mila euro addirittura sono più dell’80% i nostri clienti che hanno scelto un prodotto Esg. Però poi la cosa cambia molto se si va a vedere la percentuale di masse Esg sul totale del portafoglio del cliente. E assistiamo ad un’inversione. Quindi i clienti più piccoli hanno una percentuale di prodotti Esg in portafoglio sul totale delle loro masse molto più alta, siamo al 35%. Se, invece, consideriamo il mondo del Private Banking questa percentuale scende molto, al 13%”.

Infine, Ragaini ha posto l’accento sull’importanza della formazione e dell’innovazione, affermando: “Abbiamo puntato molto sulla formazione perché uno dei temi centrali è trasmettere l’importanza della sostenibilità e in questo siamo stati avvantaggiati dal lavoro delle Nazioni Unite. Iniziato già nel 2000 con la Millenium declaration, proseguito nel 2005 con il varo dell’acronimo Esg e nel 2015 la definizione dei 17 obiettivi di sostenibilità. L’approccio che ci siamo dati parte da un’applicazione tecnologica che abbiamo sviluppato assieme ad una società inglese, MainStreet Partners. Con un applicativo consentiamo ai consulenti e clienti di accedere ad una tavola con i 17 tasselli colorati, gli SDGS dell’Onu come per esempio la lotta alla povertà, istruzione di qualità, salute. Grazie alle scelte legate a questi obiettivi e con questa piattaforma abbiamo potuto quantificare ai nostri risparmiatori che i loro investimenti hanno permesso di risparmiare, per esempio, 12mila tonnellate di Co2, ossia 387 viaggi in macchina tra Roma e Milano. Tutto questo ci permette di spiegare che l’elemento valoriale della sostenibilità aggiunge e non sottrae al tema del valore finanziario”.