Terna ha lanciato con successo un’emissione obbligazionaria green, destinata a investitori istituzionali, per un ammontare nominale pari a 600 milioni di Euro.
L’emissione ha ottenuto grande favore da parte del mercato con una richiesta massima di 2,2 miliardi di euro, circa quattro volte l’offerta. Caratterizzata da un’elevata qualità e da un’ampia diversificazione geografica degli investitori.
Il green bond avrà una durata di otto anni con scadenza il 23 giugno 2029 e un prezzo pari a 99,819%, con uno spread di 45 punti base rispetto al Midswap. È previsto il pagamento di una cedola dello 0,375%. Il tasso effettivo sarà dello 0,398% e sarà inferiore rispetto al costo medio complessivo del debito consolidato di Piano pari all’1,3%. Per il green bond sarà presentata richiesta di ammissione alla quotazione alla Borsa del Lussemburgo.
I proventi netti dell’emissione saranno utilizzati per finanziare gli eligible green projects della società, individuati o da individuare sulla base del Green Bond Framework di Terna, redatto in conformità ai “Green Bond Principles 2021”pubblicati dall’ICMA, International Capital Market Association, e alla Tassonomia dell’Unione Europea, finalizzata a favorire gli investimenti sostenibili.
La strategia del gruppo guidato da Stefano Donnarumma si conferma, dunque, orientata a coniugare sostenibilità e crescita, per favorire la transizione energetica in atto e generare sempre maggiori benefici per il Paese e per tutti i suoi stakeholder. Al riguardo, Terna ha predisposto e pubblicato un Green Bond Framework e la cosiddetta “second party opinion”, predisposta dall’advisor indipendente Vigeo Eiris, al fine di agevolare la trasparenza e la qualità dei green bond emessi.
L’emissione obbligazionaria green di Terna è stata collocata da un sindacato di banche composto da Banca Akros, BNP Paribas, Deutsche Bank, IMI-Intesa Sanpaolo, Natixis, JP Morgan,, Santander, UniCredit nel ruolo di joint lead managers e di joint bookrunners.