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Report MSCI

Le aziende con più donne nel board hanno migliori performance ESG

Le donne si sono conquistate a fatica, spesso aiutate dalla normativa, un posto nei consigli di amministrazione delle principali società quotate e ora in media occupano il 24,5% dei posti. Ma ancora poche sono riuscite a prenderne le redini, con carica di amministratore delegato, solo il 5,8%. Tuttavia le società che hanno un board al femminile per più del 30% hanno anche migliori performance ESG su tutti i fronti, ambientale, sociale e di governance. È quanto emerge da Women on Boards Progress Report 2022, il rapporto annuale di MSCI che dal 2009 monitora e rendiconta gli avanzamenti per quanto riguarda la parità di genere nelle 2.811 società a media e grande capitalizzazione dei mercati sviluppati ed emergenti, componenti dell’indice MSCI ACWI.

Nel 2022, il 38% dei consigli di amministrazione delle società componenti l’indice MSCI ACWI è composto per almeno il 30% da donne, un risultato a cui molti investitori, autorità di regolamentazione e altri stakeholder spingono da tempo e che indica un aumento rispetto al 33% del 2021. Tuttavia, l’obiettivo del 30% di “diversità di genere” nei board potrebbe presto diventare secondaria in alcuni mercati sviluppati in cui il nuovo target da raggiungere è il 40%.

Il report evidenzia che nel complesso, in media, la percentuale di amministratrici donne ha continuato ad aumentare nel 2022, raggiungendo il 24,5% tra i costituenti dell’indice MSCI ACWI, rispetto al 22,6% dell’anno precedente. Tuttavia, la percentuale di CEO donna rimane una netta minoranza, seppur aumentata al 5,8% (dal 5,3%) nel 2022 tra le società dell’indice MSCI ACWI, mentre la percentuale di posizioni CFO ricoperte da donne è leggermente salita al 16,9% (dal 15,8%).

Nonostante, la percentuale complessiva di posti di amministratore occupati da donne tra le aziende dell’indice MSCI con sede negli Stati Uniti abbia superato il 30% nel 2022, il tasso di crescita è rallentato negli ultimi tre anni.

Questo si rivela un segnale che fa riflettere alla luce del fatto che nei mercati sviluppati l’obiettivo richiesto riguarda, in realtà, sempre più il raggiungimento della quota al 40%: ne sono un esempio la direttiva UE dello scorso novembre e l’Ontario Teachers’ Pension Plan Board di gennaio, che ha stabilito nuove linee guida che invitano le società a grande capitalizzazione ad aumentare la rappresentanza femminile nei consigli di amministrazione al 40%, soglia al momento raggiunta solo da un terzo delle società domiciliate in EU e nel continente americano.

Secondo gli analisti MSCI, le società che hanno raggiunto il 30% di donne nei consigli di amministrazione, ma che non hanno ancora raggiunto il 40%, potrebbero vedere un’interazione più frequente con gli azionisti.

Le aziende con più donne nel board hanno migliori performance ESG

Dal report emerge inoltre che le società con una percentuale maggiore di donne nei consigli di amministrazione hanno anche ottenuto risultati migliori in tutti e tre i pilastri dell’ESG.

Fonte: Women on Boards Progress Report 2022, MSCI

Nell’ultimo decennio, un numero crescente di giurisdizioni globali ha adottato quote obbligatorie per l’inclusione delle donne nei consigli di amministrazione delle società o ha stabilito requisiti di divulgazione. Per esempio, la composizione del consiglio di amministrazione in base al genere è tra gli indicatori obbligatori previsti dal regolamento UE sulla divulgazione della finanza sostenibile per le istituzioni finanziarie. 

Oltre agli obblighi di conformità, le aziende possono cercare una maggiore diversità come scelta strategica, in quanto l’inclusione di genere nella governance aziendale potrebbe essere correlata a risultati finanziari positivi. Sebbene non sia stato stabilito un chiaro nesso causale, diversi studi hanno riscontrato correlazioni significative tra la presenza di donne nei consigli di amministrazione delle società e una forte performance finanziaria.

Analisi dei paesi in mercati sviluppati

La maggior parte dei componenti dell’indice MSCI ACWI (70,8%) con sede nei mercati sviluppati ha almeno il 30% di donne nei consigli di amministrazione. Ma meno di un terzo ha il 40% o più di amministratori donna.

Entro luglio 2026, tutte le grandi società quotate in borsa dell’UE dovranno adottare misure per aumentare la presenza femminile nei loro consigli di amministrazione. Dei 328 costituenti dell’indice MSCI ACWI domiciliati nell’UE, quasi la metà (47,3%) ha già raggiunto la soglia del 40%. Ma invece per l’1,8% il nuovo obiettivo rischia di essere troppo ambizioso, in quanto non hanno ancora alcun amministratore donna. L’Italia è ben posizionata con l’81% dei board che ha almeno il 40% di presenza femminile.


Fonte: Women on Boards Progress Report 2022, MSCI

Per quanto riguarda il continente americano, il Canada si è classificato tra i primi per numero totale di incarichi di amministrazione ricoperti da donne, ma solo il 33,7% delle società ha raggiunto l’obiettivo del 40%. Negli Stati Uniti, la percentuale è ancora più bassa e pari al 16,4%.

Analisi per settori e industrie

Tra tutti i settori rappresentati nei 18 Paesi di residenza, quello dei materiali presenta il divario maggiore tra le percentuali di aziende che hanno raggiunto la soglia del 30% e del 40% di donne nei consigli di amministrazione (rispettivamente 69,3% e 19,3%). Mentre i servizi di comunicazione hanno registrato la più alta percentuale di aziende che hanno raggiunto la soglia del 40% (43,7%).

Fonte: Women on Boards Progress Report 2022, MSCI