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Governance, HSBC apre le porte al Partito Comunista

HSBC ha istituito un comitato del Partito Comunista Cinese nella governance della joint venture assicurativa Qianhai Securities. Il colosso bancario inglese, che detiene ora il 90% di Qianhai Securities, è il primo istituto di credito non cinese a creare all’interno della propria governance un comitato che risponda direttamente al PCC.

Secondo la legge cinese, infatti, tutte le società locali sono tenute a costituire tale comitato che solitamente è formato da minimo tre dipendenti che sono membri del Partito Comunista Cinese. Secondo quanto riportato dal Financial Times, tali comitati hanno la duplice funzione di sindacato dei lavoratori e di mezzo per l’insediamento di un rappresentante del partito ai vertici dell’azienda, a volte in qualità di direttore o di dirigente.

Sino ad ora, gli istituti finanziari stranieri non sono stati tenuti a rispettare questa regola, ma se questa mossa influenzerà altri gruppi lo potremo scoprire nei prossimi mesi. Come sottolineato da diverse testate, HSBC, sebbene mantenga la propria sede a Londra, realizza ormai la maggior parte dei propri profitti a Hong Kong e ha in progetto una forte espansione nella Cina continentale.

Con Ping An, società d’assicurazione cinese, quale principale investitore l’istituto è ormai al centro tra i dissidi di Oriente e Occidente. Secondo quanto riportato dal Financial Times, HSBC ha dato il via libera ai dipendenti di aziende private in Cina nel formare una filiale del Partito, ma che “è importante notare che la direzione non ha alcun ruolo nella creazione di questi gruppi, non influenzano la direzione dell’azienda e non hanno alcun ruolo formale nelle attività quotidiane dell’azienda”.