In linea con il suo approccio di investitore responsabile, Amundi, principale asset manager in Europa, ha intensificato il suo impegno per la transizione climatica nel 2022 attraverso una politica di stewardship – che comprende l’engagement e l’attività di voto – rafforzata. Lo scorso anno, infatti, l’asset manager ha intrapreso attività di engagement su temi climatici nei confronti di 418 nuove aziende (raggiungendo così un totale di 882), ha sostenuto l’88% delle risoluzioni degli azionisti sul clima, ha votato controva la remunerazione dell’amministratore delegato in 89 su 322 assemblee generali annuali di società del settore Energy & Utilities per assenza di KPI legati al clima e ha votato contro la riconferma di oltre 500 direttori su 2.278 a causa di perplessità in merito alla loro strategia climatica.
Sono numerose le attività intraprese da Amundi lo scorso anno sono contenute nell’Engagement Report 2022. La stewardship, infatti, è un pilastro fondante dell’approccio agli investimenti responsabili di Amundi, che è parte del “societal project” di Crédit Agricole. In qualità di primo asset manager europeo, Amundi è uno dei principali azionisti di molte società attraverso i fondi e i mandati gestiti per conto dei suoi clienti.
La società si impegna a sfruttare al meglio questa sua posizione privilegiata instaurando un dialogo attivo e costruttivo con gli emittenti, per influenzare positivamente la loro strategia complessiva e spingerli verso un ambizioso percorso di transizione ambientale.
La stewardship è un modo efficace per influenzare la comprensione e la divulgazione delle questioni ambientali e sociali da parte delle società. È anche un modo per contribuire ai cambiamenti di strategia che porteranno a risultati concreti e alla creazione di valore sostenibile di lungo periodo.
Secondo Amundi, affrontare il cambiamento climatico e gestire l’impatto sociale della transizione energetica è parte integrante di una sana gestione del rischio. È anche importante per creare valore a lungo termine nei portafogli dei clienti.
“Amundi ritiene che ogni settore e attore economico debba agire immediatamente per accelerare la propria transizione, contribuendo così a limitare il riscaldamento globale. Nell’ambito del suo piano ESG Ambition 2025, Amundi sta accelerando il suo sforzo di engagement e si impegna a svolgere un’attività di engagement con altre 1.000 società
relativamente alla loro strategia climatica: nel 2022 ci siamo impegnati attivamente con altre 418 società, oltre alle 464 già coinvolte dal 2021″, ha commentato Caroline Le Meaux, Head of ESG Research, Engagement & Voting di Amundi.
Il clima è stato un tema chiave durante la stagione assembleare 2023. Amundi ha sostenuto l’88% delle risoluzioni degli azionisti relative al clima poiché ritiene l’esercizio del diritto di voto un meccanismo efficace per favorire un cambiamento positivo e una maggiore trasparenza nel percorso di transizione energetica degli emittenti.
Focus sui settori Energy & Utilities
Incoraggiare la transizione delle società energetiche, e in particolare di quelle petrolifere, è per Amundi parte del suo dovere fiduciario. A differenza del carbone, per il quale esistono dei sostituti, il petrolio rimane una fonte energetica essenziale per molti settori. L’obiettivo globale della neutralità carbonica richiede la trasformazione di tutte le società, comprese quelle energetiche. Per questo motivo, Amundi continua a investire nel settore energetico e svolge un engagement attivo con le aziende per incoraggiarle ad attuare strategie climatiche credibili in linea con lo scenario dell’Accordo di Parigi.
La società, ha inoltre fatto sapere che proseguirà nel suo sforzo di engagement anche attraverso un dialogo
approfondito e costante, oltre che con il voto in occasione delle assemblee generali annuali. Dall’inizio dell’anno, nel settore Energy & Utilities, Amundi ha svolto un’attività di engagement con oltre 400 società sulle questioni climatiche e sulla loro strategia di riduzione delle emissioni di carbonio. Ha attuato una politica di voto rigorosa per quanto riguarda la responsabilità del consiglio di amministrazione e la remunerazione dei dirigenti. In particolare, Amundi si è opposta alla rielezione di oltre 500 amministratori (su 2.278) in 84 società (su 313) a causa delle perplessità in merito alla loro strategia climatica. Amundi ha inoltre votato contro le proposte di remunerazione dei dirigenti di 89 società dei
settori Oil & Gas e Utilities a causa della mancanza di criteri di performance legati al clima nei sistemi di remunerazione variabile dei dirigenti. L’asset manager è infatti convinto che i team esecutivi debbano essere incentivati a raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio.