Allianz Global Investors, uno dei principali asset manager attivi nel panorama mondiale, ha pubblicato l’analisi annuale dei voti che ha espresso alle assemblee degli azionisti in tutto il mondo, basata sulla sua partecipazione a 10.205 (10.190 nel 2021) assemblee e sul voto espresso in merito a oltre 100.000 proposte avanzate da azionisti e vertici aziendali.
AllianzGI ha votato contro o si è astenuta su almeno un punto all’ordine del giorno nel 69% di tutte le assemblee a livello globale (68% nel 2021). Sempre a livello globale si è inoltre opposta al 16% delle proposte in materia di capitale, al 23% di quelle relative ai membri dei consigli di amministrazione e al 43% delle proposte sulle remunerazioni.
Commentando questi dati, Matt Christensen, Global Head of Sustainable and Impact Investing di Allianz Global Investors, ha affermato: “Dal nostro punto di vista, in qualità di investitori responsabili a lungo termine, sono due i temi a emergere chiaramente: in primis, una maggiore responsabilità nei confronti di obiettivi credibili di transizione climatica e, in secondo luogo, il continuo controllo delle remunerazioni. Nel corso del 2022 abbiamo continuato a esercitare i nostri diritti di voto per delega, uno degli strumenti più efficaci a nostra disposizione per promuovere il cambiamento e influenzare le società. Guardando al 2023, continueremo ad utilizzare questa forma di influenza per contribuire a plasmare un futuro più sostenibile per le aziende e la società, nel migliore interesse dei nostri clienti”.
Il principale motivo di disaccordo è stato ancora una volta la politica di remunerazione del management. AllianzGI ha votato contro il 42,9% delle delibere in materia di retribuzione proposte dal management. Molte società non adottano incentivi a lungo termine che siano realmente allineati agli interessi degli azionisti premiando la sovraperformance e non solo l’andamento di mercato.
In diversi mercati le società hanno dovuto sottoporre per la prima volta al voto degli azionisti i report sulle remunerazioni, in conformità alla normativa europea.
“Abbiamo spesso espresso preoccupazioni in merito alla trasparenza, in particolare quando si trattava di comunicare in maniera chiara il legame tra performance e compensi, o in merito alle componenti retributive discrezionali non supportate dalla performance, nonché alle pensioni elevate”, ha dichiarato Antje Stobbe, Head of Stewardship di Allianz Global Investors. A titolo esemplificativo, negli Stati Uniti AllianzGI ha votato contro il 77,8% delle delibere in materia di retribuzione, astenendosi su un ulteriore 8% (in Italia ha votato contro il 51% delle stesse).
Alla luce delle attuali condizioni economiche, in particolare degli elevati tassi di inflazione in molti Paesi, AllianzGI valuterà attentamente i pacchetti retributivi generosi, anche in relazione agli aumenti salariali della forza lavoro complessiva e considerando se le società hanno effettuato licenziamenti cospicui, ristrutturazioni o tagli di dividendi.
“In generale, esprimiamo un voto contrario se riteniamo che i pacchetti retributivi siano eccessivamente generosi tenendo presenti questi aspetti. A partire dal 2023, rafforzeremo ulteriormente le nostre linee guida in materia di voto per quanto riguarda la sostenibilità: ci aspettiamo che le società europee ad alta capitalizzazione includano nelle loro remunerazioni indicatori chiave di performance ESG (ambientali, sociali e di governance) e voteremo contro le politiche retributive che non ne tengono conto. Nel 2022 abbiamo già avuto una serie di colloqui su questo tema con le società che a nostro avviso presentavano un gap”, ha aggiunto Stobbe.
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La corporate governance è determinante per i risultati in termini di sostenibilità
Secondo Antje Stobbe, nel 2022 la seconda principale area di interesse è costituita dall’iniziativa “Say on Climate”. “Say on Climate” è decollata solo in alcuni Paesi europei, soprattutto in Francia e nel Regno Unito: “L’anno scorso abbiamo votato su 52 proposte del management relative al clima. Ci aspettiamo in particolare che le società con emissioni elevate attuino una strategia “net zero” e che la condividano con i loro investitori, che dovrebbero avere voce in capitolo in materia di clima”, ha aggiunto Stobbe.
AllianzGI continua a sostenere le proposte degli azionisti volte ad affrontare le questioni inerenti al cambiamento climatico. “Siamo disposti a votare insieme ad azionisti indipendenti, comprese le ONG, se questo contribuirà alla causa. Non c’è modo di chiamarsi fuori dal cambiamento climatico, per nessuna società”, ha proseguito Stobbe. AllianzGI ha sostenuto 70 delle 87 proposte degli azionisti sul clima.
In futuro, AllianzGI riterrà responsabili gli amministratori se l’azienda non dispone di obiettivi “net zero” e di una strategia credibile per raggiungerli. A partire dal 2024, a seconda dell’assetto del Consiglio di Amministrazione, AllianzGI voterà contro il presidente del Comitato per la sostenibilità, del Comitato strategico o il presidente del CdA di determinate società ad elevate emissioni, qualora ritenga non soddisfacenti i loro obiettivi “net zero” o le loro Climate-related Financial Disclosures. Le perplessità sono elevate per alcune società statunitensi che spesso sono meno avanzate rispetto ai peer europei.
Promuovere la qualità elevata dei consigli di amministrazione
AllianzGI attribuisce grande importanza alla qualità dei consigli di amministrazione, poiché una buona governance va di pari passo con migliori risultati finanziari ed elevati standard di sostenibilità. Nel 2022, AllianzGI ha votato contro circa un quarto di tutte le proposte sugli amministratori candidati ad entrare nei CdA. “Una questione di elevato interesse rimangono i troppi incarichi degli amministratori. Soprattutto in tempi di crisi e di elevato rischio geopolitico, come quelli attuali, ci aspettiamo che gli amministratori con ruolo non esecutivo abbiano tempo sufficiente per l’esercizio delle loro funzioni”, ha concluso Stobbe. Spesso AllianzGI ha votato contro gli amministratori non indipendenti per la loro presenza in comitati chiave, in particolare il Comitato di revisione.