Se il governo britannico dovesse decidere di emettere dei Gilt o di aumentare l’indebitamento pubblico per proteggere i consumatori e le imprese dallo straordinario shock energetico, probabilmente rappresenterebbe la scelta meno negativa.
Ottenere prestiti attraverso queste modalità ha il considerevole vantaggio di abbassare l’inflazione e limitare le conseguenze che ne derivano per compensare le richieste di aumento dei salari, evitare le azioni sindacali e i costi di indicizzazione più elevati, in tutta l’economia.
Tuttavia, richiede anche che l’acquirente di questi Gilt creda nel fatto che l’aumento del prestito sia sostenibile per il debitore. La dura realtà è che il Regno Unito contrae prestiti per consumare e non per investire. La storia economica dimostra che sono i cambiamenti positivi, quelli che non accadono velocemente, come la trasparenza istituzionale e l’aumento della produttività, ad incoraggiare i prestatori a fare un passo avanti. I creditori ora analizzeranno con attenzione dove i rischi sono sufficientemente ripagati, dato che l’inflazione sta già mettendo a dura prova la valutazione del mercato obbligazionario britannico”.