Uno dei principali fattori che hanno determinato la nuova realtà dell’inflazione sono state le politiche energetiche dell’ultimo decennio. I costi dell’energia, in particolare in Europa, dove la transizione energetica è stata decisamente imperfetta, saranno significativamente più alti. La spesa in conto capitale (capex) sarà molto più alta, con enormi implicazioni non solo per le economie e gli investitori, ma per la società nel suo complesso. Nelle scorse settimane il Primo Ministro del Regno Unito Rishi Sunak, alle prese con le elezioni politiche del prossimo anno e in forte svantaggio nei sondaggi, ha preso la decisione pragmatica di rallentare la corsa verso l’azzeramento delle emissioni, allineandosi con l’UE e rinviando il divieto di vendita dei veicoli a benzina e diesel dal 2030 al 2035. Ciò ha fatto seguito alla decisione del suo omologo tedesco di portare avanti leggi impopolari che impongono l’uso di pompe di calore, anche se il suo partito ha raggiunto un indice di gradimento quasi ai minimi. Ciò sottolinea il fatto che la transizione energetica, per quanto lodevole, è complessa e costosa; i politici sono stati evasivi – nel migliore dei casi – sui costi, e le implicazioni sono state gradualmente percepite dagli investitori.
Opportunità per colmare il deficit di approvvigionamento energetico
Per varie ragioni, principalmente le pressioni ESG e l’eccessivo ottimismo sul potenziale a breve/medio termine di nuove forniture energetiche più pulite, il settore oil & gas ha sofferto di una mancanza di investimenti nell’ultimo decennio. Considerata la spinta in atto verso la decarbonizzazione, la situazione non è destinata a cambiare. Il risultato è che l’attuale mercato oil & gas, strutturalmente rigido, è destinato a durare, e questo vale per tutta la gamma di prodotti del settore. Chiunque guidi un’auto diesel in Europa oggi sa fin troppo bene che il diesel è costoso, soprattutto a causa della scarsità di capacità di raffinazione del diesel in Europa. E che il divieto di vendita di nuove auto a benzina/diesel entri in vigore nel 2030 o nel 2035, nessuno investirà in una nuova raffineria di gasolio, dato il breve periodo di ammortamento nell’era della transizione energetica.
Anche prima di considerare il rialzo dei prezzi dell’energia delle ultime settimane, i prezzi del petrolio e del gas stanno trainando i profitti in tutto il settore energetico e margini più elevati in gran parte della loro gamma di prodotti. Inoltre, dato che il capex è basso a causa della mancanza di investimenti in nuovi impianti di idrocarburi negli ultimi anni, la maggior parte degli utili del settore dell’energia continuerà a tornare agli azionisti. In tutte le società del settore petrolifero e del gas, i rendimenti del free cashflow sono forti e quindi i rendimenti del capitale sono molto elevati. Naturalmente, nel breve periodo, possiamo aspettarci una fluttuazione dei prezzi del petrolio e sicuramente si parlerà ancora di tasse inaspettate in tutto il settore. Ma, a prescindere dalla politica, non abbiamo dubbi sul fatto che, proprio come il settore bancario, anche il settore dell’energia si prospetta pronto a vedere dividendi molto interessanti e ampi riacquisti di azioni proprie.