Sebbene il rischio di eventi sia in aumento, le operazioni più importanti sembrano favorevoli ai creditori, preservando la qualità del credito e i rating. Dopo una lunga pausa, l’M&A nel settore dei materiali di base è ripreso, con grandi operazioni annunciate nel settore minerario e in quello della carta e dell’imballaggio. Tra gli emittenti investment grade nell’M&A, AngloAmerican, una delle principali società minerarie, ha ricevuto un’offerta non richiesta da parte di Bhp per un’operazione per azioni del valore di 39 miliardi di dollari, che sarebbe la più grande del settore dopo la fusione Glencore-Xtrata del 2013.
Riteniamo che un’unione tra Bhp e Anglo, che si concluda o meno (Anglo ha finora respinto anche una seconda offerta migliorativa), probabilmente propagherà onde d’urto in tutto il settore, spingendo i concorrenti a diventare più aggressivi nelle proprie strategie di crescita esterna. Glencore e Rio Tinto hanno ammesso di guardare ad Anglo, ma potrebbero anche essere interessate ad attività da vendere successivamente in relazione all’accordo di Bhp o attraverso un piano di cessioni alternativo.
Perché tanto interesse? Il rame, ovviamente, visto che Anglo è uno dei maggiori estrattori al mondo di questa materia prima. Tutte le major minerarie vogliono aumentare la propria esposizione al rame, vista la crescente domanda dovuta all’elettrificazione. L’M&A è il modo più rapido e semplice per crescere in questo settore, dal momento che lo scavo di nuove miniere è diventato più difficile, costoso e dispendioso in termini di tempo. L’aumento del 33% dei prezzi del rame di quest’anno (ora al di sopra del picco precedente del 2022) suggerisce che il mercato già anticipa un deficit di offerta e ha incoraggiato i potenziali acquirenti ad agire.
Nel settore della carta e degli imballaggi, la combinazione di Westrock e SmurfitKappa, leader rispettivamente negli Stati Uniti e in Europa, ha innescato una nuova ondata di consolidamenti, mentre International Paper ha recentemente accettato di acquisire DS-Smith, società con sede nel Regno Unito, in un accordo interamente per azioni del valore di 9,9 miliardi di dollari, superando un’offerta del concorrente Mondi. Entrambe le transazioni, che dovrebbero concludersi entro la fine dell’anno, sono motivate dall’esigenza di scala e di sinergie per ripristinare la crescita degli utili in attività mature che hanno registrato un minimo ciclico nel 2023. Se queste transazioni avranno successo, altre potrebbero seguire.
Riteniamo che le recenti grandi transazioni nei settori minerario e dell’imballaggio siano favorevole ai creditori, grazie all’uso del capitale proprio, a dimostrazione della disciplina e della volontà di preservare i bilanci e i rating in un contesto di incertezza. Ciò contrasta con il settore chimico all’inizio del decennio, quando Iff e Celanese hanno fatto ricorso alla leva per concludere grandi acquisizioni, provocando molteplici declassamenti del rating. Insieme alla depressione delle valutazioni di mercato, ciò può spiegare la recente mancanza di grandi operazioni nel settore chimico. A breve potremmo però assistere a un ritorno, dato che il settore sta uscendo dalla recessione, con le società finanziariamente più forti alla ricerca di acquisizioni per accelerare la crescita dopo un 2023 poco brillante.