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Risorse ittiche

Pesca sostenibile: ancora critica la situazione in UE

La sostenibilità complessiva delle attività di pesca dell’UE è migliorata e meno stock sono sovrasfruttati, ma sono necessari maggiori sforzi per garantire la resilienza delle attività di pesca e il continuo miglioramento dello stato degli stock ittici. È quanto emerge dalla comunicazione della Commissione europea Pesca sostenibile nell’UE: situazione attuale e orientamenti per il 2024, il documento annuale che fornisce aggiornamenti sullo stato delle attività di pesca nell’UE e avvia una consultazione pubblica sulla situazione attuale e sui futuri orientamenti in materia per l’anno successivo.

La situazione dei mari europei

La comunicazione della Commissione europea mostra che gli stock ittici nell’Atlantico nordorientale si collocano generalmente entro intervalli di valori sani e che l’ultima valutazione indica i migliori risultati finora ottenuti in termini di sostenibilità. Un esempio particolarmente positivo è il Golfo di Biscaglia, che nell’ultima valutazione del 2021, è diventato la prima zona marittima dell’UE senza sovrasfruttare gli stock.

Nel Mediterraneo e nel Mar Nero vi sono invece ancora molteplici difficoltà. Il tasso di mortalità della fauna ittica dovuta alle attività di pesca è ancora superiore del 71 % rispetto al tasso sostenibile raccomandato. Inoltre, le comunità di pescatori sono colpite dai cambiamenti climatici, con conseguenti incertezze dovute alla diminuzione della disponibilità di stock ittici da cui dipendono per il loro sostentamento. Dal documento emerge come anche la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN) incida sull’accesso dei pescatori a risorse sufficienti e pertanto sono necessari ulteriori sforzi per combatterla, garantendo il rispetto delle misure, comprese quelle che coinvolgono paesi terzi.

Situazione problematica anche nel Mar Baltico dove le pressioni, non solo derivanti dalla pesca, incidono sulle popolazioni ittiche. La Commissione “continuerà ad adottare misure per affrontare tutte le varie pressioni sugli stock ittici e contribuire a migliorare lo stato degli ecosistemi del Mar Baltico” si legge in una nota.

Il commento della Commissione europea su pesca e risorse ittiche

La Commissione ha sottolineato che gli Stati membri dovrebbero proseguire e rafforzare gli sforzi per invertire la attuale situazione attuando pienamente la legislazione dell’UE.

Lo scorso febbraio l’istituzione ha proposto un pacchetto di misure volte a migliorare la sostenibilità e la resilienza del settore della pesca e dell’acquacoltura dell’UE e ad affrontare molte di queste sfide, che sono sia economiche che ambientali.

Anche l’aggressione militare russa nei confronti dell’Ucraina ha avuto un impatto in vari modi, in particolare nel Mar Nero, in quanto ha causato continue perturbazioni delle attività di pesca e dei flussi commerciali ed ha avuto effetti anche sui pareri scientifici e su alcuni negoziati a livello internazionale.

Le prossime tappe

Gli Stati membri, i consigli consultivi, il settore della pesca, le organizzazioni non governative e i cittadini interessati sono invitati a condividere nella consultazione pubblica dedicata, entro il 9 agosto, le loro prospettive sullo stato di avanzamento e sui futuri orientamenti delle possibilità di pesca per il 2024.

Dopo la consultazione pubblica, la Commissione presenterà le tre proposte di regolamento sulle possibilità di pesca per il 2024: nell’Atlantico e nel Mare del Nord, nel Mar Baltico, nel Mediterraneo e nel Mar Nero. Le proposte terranno conto dei piani pluriennali e si baseranno sui pareri scientifici forniti dal Consiglio internazionale per l’esplorazione del mare (CIEM), nonché sull’analisi economica fornita dal comitato scientifico, tecnico ed economico per la pesca (CSTEP). Esse recepiranno anche gli adeguamenti derivanti dall’attuazione dell’obbligo di sbarco.

Infine, il Consiglio discuterà le proposte della Commissione e deciderà in merito ai contingenti di pesca per il 2024 nelle riunioni di ottobre e dicembre di quest’anno.